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Tradizione e contemporaneo nel capolavoro di Strehler: Enrico Bonavera è "Arlecchino servitore di due padroni"

  • Traghetti 2019/2020
  • Teatro Biondo - Palermo
  • Dal 7 al 9 aprile 2020 (evento annullato)
  • 21.00 (7 aprile), 17.30 (8, 9 aprile)
  • Da 5 a 32 euro
  • Info e biglietti al botteghino del Biondo (telefono 091 7738129) aperto da martedì a sabato ore 9.00-19.00, domenica ore 9.00-12.00 e 16.00-19.00
Balarm
La redazione

Enrico Bonavera è "Arlecchino servitore di due padroni"

Lo spettacolo italiano più visto di sempre, manifesto di un modo di fare teatro che traghetta la tradizione italiana nel mondo contemporaneo: la nuova stagione del teatro Biondo di Palermo si arricchisce di una preziosa perla come "Arlecchino servitore di due padroni" di Giorgio Strehler.

Creato da Strehler nel 1947, che reinterpretava la tradizione goldoniana, lo spettacolo ha avuto undici edizioni e tre grandi interpreti: Marcello Moretti, Ferruccio Soleri – che per questo ruolo è entrato nel Guinness dei Primati – ed Enrico Bonavera, che dal 2000 è stato Brighella oltre a essersi sempre alternato con Soleri nel ruolo del titolo.

E a interpretare arlecchino sul palco del Biondo è proprio Bonavera, con la regia originale di Strehler e la messa in scena di Ferruccio Soleri e Stefano de Luca.

In scena anche gli attori Giorgio Bongiovanni, Annamaria Rossano, Tommaso Minniti, Stefano Onofri, Giorgia Senesi, Sergio Leone, Stefano Guizzi, Alessandra Gigli, Francesco Cordella, Davide Gasparro, Lucia Marinsalta, Fabrizio Martorelli, Gianni Bobbio, Leonardo Cipriani, Francesco Mazzoleni, Celio Regoli e Matteo Fagiani. 

«Per Goldoni – diceva Strehler – Mondo e Teatro hanno costituito un’unità di intenti e di opere che rende le sue commedie un qualcosa di straordinario perché trasfigura il reale in una misura poetica dal carattere inimitabile, in un brivido lirico di amore».

«Così quello che un tempo è sembrato gioco, musica e divertimento oggi diventa misura di stile, testimonianza del tempo e del costume, ricerca e scoperta di un’umanità che vive i suoi drammi insieme al sorriso e alla tenerezza, in un alternarsi di luci e di ombre, di parole e di silenzio che sorprende chi pensa a un Goldoni rinchiuso nel suo cliché del comico e del ridicolo a tutti i costi».
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