"Tratti" di Paola Greco: la prima personale di un'attrice che svela una nuova parte di sé

"Respiro", dipinto di Paola Greco
La passione e il talento battono all'unisono per dare vita ad un miracolo in cui attore e spettatore diventano inscindibili, parti integranti di un mondo dove tutto è possibile. Lo sa bene Paola Greco, attrice e regista figlia d'arte, che conosce ogni parte e anfratto di questo universo da cui scaturiscono emozioni e storie immaginate dai grandi autori.
Per 13 anni la Greco ha diretto uno spazio storico di Catania, il Teatro Club, fondato nel 1965 dal padre Nando Greco, grande uomo di cultura e di teatro. Dal 1995, anno in cui prende in consegna il testimone, pianifica, organizza e produce rassegne, spettacoli e eventi di vario genere.
Da 15 anni si occupa con particolare impegno d’informazione e formazione teatrale, all’insegna della sperimentazione e della ricerca. Realizza diversi cortometraggi e documentari e lavora come aiuto regia e acting coach in varie produzioni cinematografiche.
In seguito alla chiusura del Teatro Club, si trasferisce a Parigi dove lavora come regista, autore e insegnante e inspirata dal contesto artistico parigino inizia un nuovo percorso personale: Grotowski, Pirandello e Beckett, in particolare, diventano modelli e fonte d'ispirazione per una sua esigenza creativa che non abbraccia solamente la performance ma anche un aspetto più intimo: la pittura.
Questo nuovo slancio culturale la spinge oggi a presentare una prima personale alla sua città: allo spazio Open di Catania, dal 13 aprile al 2 giugno sarà visibile "Tratti", a cura di Aurelia Nicolosi.
I colori, la tela, la linea, il disegno, aprono un capitolo nuovo dell'esistenza, un punto di partenza per una rinascita spirituale che esprime l'urgenza di comunicare passioni e turbamenti, molto spesso celati o abbandonati dentro l'animo. Frammenti e immagini in continuo movimento vengono raccolte e vissute attraverso una narrazione pittorica.
L'apparente semplicità dei tratti, dei colori, dei soggetti nasconde, in verità, forti suggestioni: i dipinti, senza replicare specifiche tecniche accademiche o particolari correnti stilistiche, raffigurano, infatti, con spontaneità e immediatezza, visioni poetiche e icastiche di una realtà in continua trasformazione, tra turbamento ed estasi.
Paola Greco riesce a farlo attraverso il contatto diretto con l'Io più profondo: non vuole nascondersi dietro ad una maschera per interpretare un personaggio ma squarciare il velo dell'ignoranza e svelare a tutti la "follia" di una persona diretta e sincera, capace di affrontare verità scomode e denunciare la banale e noiosa quotidianità.
Uno sguardo intenso che riemerge dall'oscurità, una donna avvolta in abiti color porpora, un corpo che s'intreccia ad un altro, un'anziana che abbraccia il suo consorte, un musicista che suona il suo strumento.
Per 13 anni la Greco ha diretto uno spazio storico di Catania, il Teatro Club, fondato nel 1965 dal padre Nando Greco, grande uomo di cultura e di teatro. Dal 1995, anno in cui prende in consegna il testimone, pianifica, organizza e produce rassegne, spettacoli e eventi di vario genere.
Da 15 anni si occupa con particolare impegno d’informazione e formazione teatrale, all’insegna della sperimentazione e della ricerca. Realizza diversi cortometraggi e documentari e lavora come aiuto regia e acting coach in varie produzioni cinematografiche.
In seguito alla chiusura del Teatro Club, si trasferisce a Parigi dove lavora come regista, autore e insegnante e inspirata dal contesto artistico parigino inizia un nuovo percorso personale: Grotowski, Pirandello e Beckett, in particolare, diventano modelli e fonte d'ispirazione per una sua esigenza creativa che non abbraccia solamente la performance ma anche un aspetto più intimo: la pittura.
Questo nuovo slancio culturale la spinge oggi a presentare una prima personale alla sua città: allo spazio Open di Catania, dal 13 aprile al 2 giugno sarà visibile "Tratti", a cura di Aurelia Nicolosi.
I colori, la tela, la linea, il disegno, aprono un capitolo nuovo dell'esistenza, un punto di partenza per una rinascita spirituale che esprime l'urgenza di comunicare passioni e turbamenti, molto spesso celati o abbandonati dentro l'animo. Frammenti e immagini in continuo movimento vengono raccolte e vissute attraverso una narrazione pittorica.
L'apparente semplicità dei tratti, dei colori, dei soggetti nasconde, in verità, forti suggestioni: i dipinti, senza replicare specifiche tecniche accademiche o particolari correnti stilistiche, raffigurano, infatti, con spontaneità e immediatezza, visioni poetiche e icastiche di una realtà in continua trasformazione, tra turbamento ed estasi.
Paola Greco riesce a farlo attraverso il contatto diretto con l'Io più profondo: non vuole nascondersi dietro ad una maschera per interpretare un personaggio ma squarciare il velo dell'ignoranza e svelare a tutti la "follia" di una persona diretta e sincera, capace di affrontare verità scomode e denunciare la banale e noiosa quotidianità.
Uno sguardo intenso che riemerge dall'oscurità, una donna avvolta in abiti color porpora, un corpo che s'intreccia ad un altro, un'anziana che abbraccia il suo consorte, un musicista che suona il suo strumento.
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