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Un'esplosione di colori in mostra con "Punctum": Omar Hassan per la prima volta a Palermo

  • Palazzo dei Normanni - Palermo
  • Dal 24 marzo all'1 ottobre 2023 (evento concluso)
  • Visitabile dal lunedì al sabato, dalle 8.30 alle 16.30 (ultimo ingresso); domenica e festivi, dalle 8.30 alle 12.30 (ultimo ingresso)
  • 8 euro (include accesso all'area archeologica)
  • Biglietti acquistabili online sul sito dedicato alla mostra oppure fisicamente alla biglietteria di Palazzo Reale (ingresso piazza del Parlamento). Info al numero 091 7055611 o via mail a biglietteria@federicosecondo.org
Balarm
La redazione
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Da Miami a New York, passando per Londra, Berlino e Milano. Omar Hassan, l'artista italo-egiziano, figlio della tolleranza, per la prima volta a Palermo nel Palazzo Reale che custodisce la Cappella Palatina, simbolo dell’integrazione per eccellenza.

L'artista approda nel capoluogo siciliano con "Punctum", la mostra ideata e concepita con la Fondazione Federico II, visitabile dal 24 marzo all'1 ottobre e frutto di un dialogo autentico sull’asse Milano-Palermo tra l’artista italo-egiziano e la stessa Fondazione.

PUNCTUM è l’energia vitale dell’artista che rende unica ogni opera d’arte. Una mostra che esplora lo spazio interstiziale tra classicità e contemporaneità, connettendo passato e futuro. Un omaggio al "valore del singolo come parte di un insieme sereno e armonico".

In questa direzione si pone la Mappa di Palermo, opera realizzata ad hoc dall’artista, composta da migliaia di “singoli”: si tratta di 8928 tappini di bombolette, dipinti a mano uno ad uno. Con un approccio antigerarchico, Omar Hassan ha sviluppato un’attenzione particolare per il tema dei luoghi, da intendere come veri e propri centri di aggregazione e condivisione. 
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Palermo è una delle sette opere site-specific realizzate da Omar Hassan per PUNCTUM: tra queste Pax, una scultura che raffigura una coraggiosa reinterpretazione della Nike di Samotracia, "in dolce attesa" e generatrice di Pace.

L'arte di Omar Hassan è in sperimentazione costante ed esplora lo spazio interstiziale tra classicità e contemporaneità, connettendo passato, presente e futuro. Non c’è distinzione tra pittura e scultura.

Ma Punctum è anche la simbiosi tra Omar Hassan e Palazzo Reale nel segno del puro site-specific: non poteva essere diversamente se l’incontro avviene tra un artista di madre cristiano-cattolica e padre musulmano, che lo hanno predisposto alla tolleranza e al nuovo e il palazzo “fabbrica di idee” sin dai tempi di Federico II, che custodisce la meravigliosa Cappella Palatina, simbolo per antonomasia dell’integrazione tra culture.

Sono ben 7 su 15 le opere site-specific: le suggestioni di Palazzo Reale hanno stimolato in Omar Hassan un impulso artistico che si concretizza nella realizzazione di ∞ Lights, Autoritratto, Pax, Triloquio, No Filter, la Nona IX e la Mappa di Palermo.

Energia che esplode imperiosa, per esempio, negli ormai celebri Breaking Through, che lo hanno reso famoso nel mondo come artista-boxeur.

Com’è noto, agli interessi artistici Omar ha affiancato per anni la disciplina della boxe, sport che tuttavia è stato costretto ad abbandonare per motivi di salute. La creazione delle sue Mappe si traduce in opere in cui vuole mettere il mondo al mondo attraverso l’arte.

Per realizzare la Mappa di Palermo ha utilizzato 8928 tappini di bombolette spray dipinti ad uno ad uno. L'opera non è solo il riferimento geografico di uno dei suoi approdi artistici, ma è anche un omaggio al valore del singolo come parte di un insieme sereno e armonico, ognuno di uguale importanza, ciascuno nella sua essenzialità.

«Nelle grandi città – osserva inoltre Omar Hassan - c’è una netta distinzione tra centro e periferie. A Palermo, il centro e alcuni quartieri non facili sono quasi confinanti. Credo sia un primo sintomo di integrazione».  

La IX Nona è una delle opere in mostra, che «indica un’illuminazione infinita, la luce della luce, che illumina il buio e accende la speranza».

L’opera IX Nona sta a fianco della grande opera ∞Lights, che domina in fondo allo spazio espositivo. Realizzata dall’artista in occasione della mostra a Palermo per porsi in dialogo con la grande spiritualità della Cappella Palatina attraverso la rinascita e la rigenerazione.

La versione di Omar del Torso del Belvedere, in mostra, è concepita in forte tensione con l'opera ∞Lights. È come se quella tensione muscolare del Torso volesse ulteriormente rinnovarsi nel dinamismo di un cammino ulteriore che occorre seguire.

Hassan, nato e cresciuto nella periferia di Milano, racconta come è riuscito ad alzarsi da una di quelle panchine di periferia dove altri potenziali talenti restavano inespressi, generando solo "sogni seduti".

Ma "a casa mia – rivela - non portare risultati equivaleva ad essere fallito. Quando cadi, nella boxe come nella vita, devi subito rialzarti". Un estratto del dialogo, in versione video-intervista, è proiettato all’ingresso della mostra e accompagna il fruitore nella conoscenza dell’artista e della sua arte.

«Attraverso un dialogo tra la complessità dei luoghi e l’opera d’arte - afferma Gaetano Galvagno, presidente della Fondazione Federico II - proponiamo una nuova narrazione e accogliamo uno dei testimoni dell’arte del nostro tempo.

Una precisa volontà culturale che la Fondazione Federico II vuole sostenere per avviare un dialogo tra uno spazio della memoria e l’arte contemporanea, ma anche per promuovere le opere di un artista impegnato in una produzione contraddistinta da una forte energia, vitalità e azione, capace di accogliere anche la tradizione dell’arte classica, per rileggerla, ed offrire una rimodulazione».

«PUNCTUM a Palazzo Reale – dice Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione Federico II - vuole essere lo sguardo dell’arte in cammino. L’ulteriore nutrimento di quell’energia che rende l’artista come la vita stessa. La mostra nasce da un dialogo autentico tra Omar e la Fondazione Federico II che ancora una volta rifiuta le mostre pre-confezionate.

Omar Hassan è un esempio di tolleranza e rappresentazione d’arte nel vero senso della parola e in quanto tale si integra perfettamente con l’anima di questo palazzo, laboratorio ben riuscito della storia, creando una connessione tra passato e futuro».
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