Una Madonna laica dei giorni nostri: "In nome della madre" in scena a Caltanissetta

Galatea Ranzi in una scena de "In nome della madre"
In nome della madre è la storia, narrata in prima persona, di Miriàm, una ragazza della Galilea che ha una strana visione nella quale un angelo le annuncia che avrà un figlio e le profetizza per lui un destino di grandezza.
Subito dopo, la giovane scopre di essere incinta, e avverte Iosef, il suo promesso sposo. Miriàm sa perfettamente che rischia di essere lapidata, ma rifiuta ogni menzogna, rivendicando il mistero della sua gravidanza e la sua assoluta buona fede.
Iosef, anche in seguito ad un sogno premonitore, decide che le nozze avranno luogo come previsto, sfidando i benpensanti di Nazaret e le leggi del tempo. Intanto, gli odiati occupanti romani organizzano un censimento e per i giovani sposi si prepara un viaggio, lungo e difficile, a pochi giorni dal parto.
Facendo ricorso al linguaggio semplice e terso della poesia, Erri De Luca racconta la gravidanza di Miriàm/Maria. Il Talmud, oltre un decennio di studi biblici e gli storici romani gli forniscono dati preziosi per dare alla sua storia uno sfondo credibile.
"In nome della madre" è un testo pieno di Grazia, che commuove e fa riflettere credenti e laici; una versione laica e poetica della nascita di Gesù. Miriàm/Maria, donna oramai adulta che ha accettato con consapevolezza il destino di suo figlio, desidera condividere con noi la sua esperienza personale, invitandoci a ritrasmettere il suo messaggio di amore, coraggio e speranza.
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