Visita alla Cappella della mortificazione di Trapani: un tripudio di putti e conchiglie
La cappella della "mortificazione" a Trapani
La città di Trapani ha deciso di partecipare alla sua prima edizione de "Le Vie dei Tesori", ogni venerdì, sabato e domenica dal 14 al 30 settembre.
Diciannove siti, per iniziare, soprattutto chiese, ma anche torri, palazzi, cappelle, biblioteche segrete, sulle tracce dell’antico ghetto.
Piccolo scrigno di architettura e di arte, inglobato nel complesso edilizio dei domenicani, dietro l’abside della chiesa, la Cappella della mortificazione è dedicata al Santissimo Crocifisso ed è detta “della mortificazione”, perché apparteneva ai membri della Confraternita omonima, che erano soliti sottoporsi, appunto, alla mortificazione del corpo.
È stata realizzata nel XVIII secolo (1715-1730), su progetto dell’architetto trapanese Giovanni Biagio Amico. Preceduta da un vestibolo, ha una copertura a botte ribassata, ornata con dipinti e stucchi. Le pareti sono rivestite di decorazioni lignee con colonne e lesene, festoni, fiori, frutti e conchiglie. Un tempo erano arricchite con tele raffiguranti episodi della Passione di Cristo, ma alcune sono state trafugate. Ai lati dell’abside, due statue settecentesche che rappresentano le martiri Felicita e Perpetua. Tanti gli elementi simbolici che alludono alla mortificazione e alla morte.
La visita ha una durata di 20 minuti e non è accessibile ai disabili.
Diciannove siti, per iniziare, soprattutto chiese, ma anche torri, palazzi, cappelle, biblioteche segrete, sulle tracce dell’antico ghetto.
Piccolo scrigno di architettura e di arte, inglobato nel complesso edilizio dei domenicani, dietro l’abside della chiesa, la Cappella della mortificazione è dedicata al Santissimo Crocifisso ed è detta “della mortificazione”, perché apparteneva ai membri della Confraternita omonima, che erano soliti sottoporsi, appunto, alla mortificazione del corpo.
È stata realizzata nel XVIII secolo (1715-1730), su progetto dell’architetto trapanese Giovanni Biagio Amico. Preceduta da un vestibolo, ha una copertura a botte ribassata, ornata con dipinti e stucchi. Le pareti sono rivestite di decorazioni lignee con colonne e lesene, festoni, fiori, frutti e conchiglie. Un tempo erano arricchite con tele raffiguranti episodi della Passione di Cristo, ma alcune sono state trafugate. Ai lati dell’abside, due statue settecentesche che rappresentano le martiri Felicita e Perpetua. Tanti gli elementi simbolici che alludono alla mortificazione e alla morte.
La visita ha una durata di 20 minuti e non è accessibile ai disabili.
|
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|
COSA C'È DA FARE
-
MOSTRE
Elliott Erwitt (per la prima volta) a Palermo: 190 scatti unici a Palazzo Reale
34.976 letture 824 condivisioni -
MOSTRE
"Spazio Umano" a Palermo: visionari e visioni nella chiesa di San Mamiliano
9.563 letture 86 condivisioni -
MOSTRE
Palermo raccontata olio su tela in "Luogo comune": la mostra all'Instituto Cervantes
1.065 letture 2 condivisioni










Seguici su Facebook
Seguici su Instagram
Iscriviti al canale TikTok
Iscriviti al canale Whatsapp
Iscriviti al canale Telegram




