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Torna la barca Lisca bianca, un progetto per recuperarla

Rinasce la barca Lisca bianca con un progetto che vuole offrire ai ragazzi esperienze di gruppo in ambiente naturale (il mare) e in una situazione particolare (la barca)

Balarm
La redazione
  • 17 dicembre 2013

Da anni ormai si pensa alla vela non solo come attività di svago e di divertimento, ma anche per le valenze educative che possiede nel prevenire e contrastare le diverse forme di disagio e di devianza giovanile, oltre che da un punto di vista terapeutico. Cosi si è pensato di dare nuova vita alla famosa imbarcazione "Lisca bianca", dei coniugi Sergio e Licia Albeggiani, per dare il via al progetto “Lisca bianca: navigare nell’inclusione”.

La barca, che fece il giro del mondo negli anni ’80, al momento è tirata a secco nel molo di Romagnolo (Palermo), e mostra i segni del tempo: legni corrosi dalla salsedine e dall’incuria, vele ammuffite, strumentazione da cambiare.

Il progetto vede insieme istituzioni come l’Istituto penale per i minorenni “Malaspina”, operatori sociali come l’Istituto Don Calabria, le associazione "Apriti Cuore" e "Yam" e la Lega Navale, con un piccolo contributo di Unicredit per recuperare la barca, testimonianza non solo di un’avventura marinara senza precedenti, ma anche di una storia romantica.

Il progetto vuole rispondere al bisogno di offrire ai ragazzi significative esperienze di vita di gruppo in ambiente naturale (il mare) e in una situazione particolare (la barca) all'interno di un contesto educativo fortemente tutelato.

«Restaureremo la barca con i nostri mezzi e con i nostri operai – dice Michelangelo Capitano, direttore del Malaspina – un tempo l’Istituto aveva un laboratorio di falegnameria e noi vogliamo recuperare quelle abilità».

«Questa attività - ha aggiunto Amalia Settineri, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni - stimola la crescita umana e la formazione. Un giorno, quando gli allievi del Malaspina impegnati nel progetto di recupero affronteranno il mondo del lavoro saranno più appetibili per quel mercato grazie alle professionalità apprese».

Attualmente è stato possibile solo avviare le prime fasi di recupero del natante a cui tutti possono contribuire anche con piccole somme consultando il sito del progetto Lisca bianca.

«Noi – dice Elio Lo Cascio, dell’Istituto Don Calabria – per il momento contiamo solo sulle nostre risorse». Ed ecco perché insieme ad Attilio Albeggiani, che insieme alla famiglia ha ceduto l’imbarcazione, si è subito sbracciato per dare lui stesso il via ai lavori.

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