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Addio al giornalista siciliano Alberto Stabile: da "L'Ora" a trent'anni di Medio Oriente

Di origine trapanese, è morto nella "sua" Palermo all'età di 78 anni. Firma storica del quotidiano "La Repubblica" dove è stato a lungo corrispondente dall'estero

Balarm
La redazione
  • 8 luglio 2025

Alberto Stabile (foto di Lucio Luca)

Era stato uno dei cronisti del giornale "L'Ora" di Palermo, poi firma storica di "la Repubblica" dove per oltre 30 anni si è occupato di Medio Oriente come inviato di politica estera. È morto a Palermo il giornalista Alberto Stabile, 78 anni.

Stabile, nato a Trapani nel 1947, era laureato in giurisprudenza e aveva iniziato la carriera giornalistica negli anni Settanta nella redazione del quotidiano palermitano "L'Ora". Poi era passato a "la Repubblica" dove era stato il primo corrispondente dalla Sicilia e, dopo una breve esperienza alla redazione di Bologna, era passato agli Esteri dove ha seguito tutte le vicende del Medio Oriente da Beirut, Gerusalemme, Afghanistan e Iraq.

Un'esperienza che ha riportato nel suo libro "Il giardino e la cenere", edito da Sellerio. Un viaggio nella memoria e nell’anima di Gerusalemme, narrato attraverso gli incontri all’American Colony Hotel, storico rifugio per reporter, fotoreporter e cineoperatori di tutto il mondo.

Ha collaborato per diversi anni anche con "L’Espresso", dove ha raccontato a lungo il conflitto fra Israele e Palestina. Negli ultimi anni si era dedicato a un'altra sua passione, quella più letteraria e culturale. A Favignana, sua isola del cuore, organizzava diversi cicli di incontri e spettacoli.

Commovente il ricordo di "L'Ora edizione straordinaria": «La notizia che temevamo è arrivata nelle prime ore del mattino di oggi 8 luglio, una data già gravida di pesanti ricordi, a Palermo. Da alcuni mesi aveva ingaggiato la battaglia più difficile contro una di quelle malattie che non ti lasciano alcuna certezza, ti affidano alla speranza che la scienza sia più forte del male. Talvolta avviene, in questo caso no. Ma lui era un combattente. Lo sappiamo senza retorica.

Non si può avere lavorato e vissuto per molti anni a Gerusalemme, a Beirut, conosciuto l'Afghanistan. L'Iraq, l'imbecillità delle guerre americane e la violenza e la crudeltà di un potere israeliano che calpesta ogni giorno uomini, donne, bambini, valori, diritti, storia senza essere un combattente. Eppure Alberto l'aveva fatto.

Ce lo ricorderemo, come ha fatto Rai 3 pochi giorni fa riparlando de “Il giardino e la cenere”, tutte le volte – cioè ogni giorno – che verranno calpestati diritti umani. Ce lo ricorderemo anche giovanissimo ed entusiasta nei suoi primi passi all'Ora, il gruppo dei trapanesi di più generazioni che ha dato al nostro giornale un apporto prezioso, sempre pieno di idee e di passione cronistica».

Il ricordo del collega Lucio Luca: «A un certo punto della mia vita, da giovane (all'epoca) cronista di periferia, mi sono ritrovato a guidare un settore fondamentale del giornale per cui lavoro da quasi 35 anni. Ezio Mauro volle che andassi agli Esteri, malgrado io per tutta la vita mi fossi occupato di tutt'altro. Io che parlavo di politica estera con Valli, Zucconi e tanti altri? E vabbè, per fortuna c'era Alberto Stabile, il più grande esperto di Medio Oriente ma palermitano come me. E così, alla fine, con zio Alberto alle spalle, mi sentivo più protetto.

Qualche mese fa ho letto e recensito il romanzo della sua vita," Il giardino e la cenere". Stanotte Alberto se n'è andato e io non ci posso ancora credere. Non è che è morto un grande giornalista, non c'è più una grande persona. Ed è tutto tremendamente inaccettabile. Cia' zio Alberto, grazie per tutto quello che mi hai insegnato».

«Abbiamo appena saputo questa tristissima notizia e ne siamo veramente addolorati - commenta la casa editrice Sellerio - . Alberto Stabile è stato per noi un amico ed è stato per tutti un testimone straordinario nei tanti anni della sua carriera di giornalista e scrittore. Una presenza attenta, incisiva, elegante nei modi e nelle parole. Non solo aveva il dono del racconto ma aveva scelto di farlo con uno sguardo che era solo suo, sempre attento alle persone e alle loro storie dentro la grande storia di questi decenni. Lo ricordiamo con profondo affetto e rispetto e ci stringiamo alla sua famiglia.

I funerali si svolgeranno a Palermo, giovedì 10 luglio, alle ore 9.30 alla chiesa delle Croci.

«Quando se ne va una persona cara, spesso si dice “non ci sono parole”. Ma io e Alberto abbiamo vissuto di parole, e sappiamo che sono importanti - scrive il giornalista Daniele Billitteri -. Che si devono trovare, pure quando fanno di tutto per incastrarsi nella gola, rifiutandosi di prendere vita pubblica.

E, sempre restando nel campo di questa singolare sintassi affettiva, mi viene duro parlare di Alberto Stabile al passato remoto. Perché non è vero che la gente se ne va in un colpo solo. C’è un dolente interregno, durante il quale quelli con la valigia in mano ti stanno ancora accanto. Ciao Alberto, che torni dove sorge il Sole, in quell’Oriente che ti fu casa e cattedra, mestiere e passione, sentimento e ragione».
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