CULTURA

HomeNewsCultura

Bellezze inestimabili (ritrovate) tra tombe e affreschi: sul colle di Metapiccola in Sicilia

Questo sito è stato riscoperto grazie a campagne di scavo nell'800. Hanno portato al riconoscimento di un parco archeologico e dato vita ad un itinerario turistico

Federica Puglisi
Giornalista
  • 24 dicembre 2022

Sapete qual è la più antica colonia greca della Sicilia? O comunque una delle più antiche? Si racconta che nella zona orientale dell’Isola sia stata fondata nel 729 a.C. dai coloni calcidesi, gli stessi che poi fondarono Naxos, l’antica Leontinoi.

Oggi questo sito è stato riscoperto grazie agli studi e alle campagne di scavo, piuttosto recenti, che sono stati compiuti. Essi hanno portato al riconoscimento di Leontinoi e del suo parco e dato vita ad un itinerario turistico per scoprire questa antica parte di storia della provincia di Siracusa.

I sui fondatori non scelsero a caso questo luogo: infatti aveva il compito di controllare la fertile pianura, i campi leontini, che erano alla base dell’economia dell’epoca. L’antica colonia aveva un sistema difensivo molto complesso, come molte altre fondate in quel periodo.

Due le porte di accesso con il compito di collegare Leontinoi con Siracusa, mentre l’altra parte che difendeva l’accesso era un alto muro che era stato costruito sulla parte superiore del colle San Mauro. Pare, infatti, che proprio su questo colle si fossero insediati i calcidesi che fondarono la colonia. Il sito e il suo parco sono stati istituiti con decreto regionale del 2019. In esso sono racchiuse anche le aree archeologiche di Leontinoi, Monte San Basilio e Megara Iblea.
Adv
E proprio grazie alle campagne di scavo avviate negli anni, oggi si possono ammirare i resti della porta meridionale, le fortificazioni del colle San Mauro. E ancora il villaggio preistorico del colle Metapiccola, delle tombe piramidali e degli affreschi di epoca bizantina.

Infatti sul colle Metapiccola ci sono i resti di un villaggio che risalirebbe all’undicesimo-nono secolo a.C. Particolare è la sua struttura: si tratta di una serie di capanne attorno ad uno spazio comune con al centro un focolare. Come detto la scoperta del sito risale all’Ottocento, quindi in un’epoca piuttosto recente.

Vennero rinvenute, infatti, delle tombe nella zona nord di Lentini e ancora tra il 1884 e il 1887 Francesco Saverio Cavallari ritrovò un ipogeo cristiano e una necropoli sicula nella Valle Ruccia.

Fu poi l’intuizione dell’archeologo Paolo Orsi a cambiare le sorti del luogo. Occorreva mettere ordine al ricco patrimonio rinvenuto, studiare il sito e proteggerlo così da eventuali furti. Vennero allora avviate le campagne di scavo che portarono all’inizio del Novecento a ritrovare molti reperti tra cui il kouros di Lentini.

Gli scavi però non terminarono; anzi quelli avviati negli anni successivi hanno permesso di analizzare altre parti del sito. Tra cui le fortificazioni del colle San Mauro.E poi le porte di accesso e la necropoli esterna.

Per conservare e permettere al pubblico di ammirare i reperti rinvenuti è stato aperto il Museo archeologico di Lentini dove sono esposti i tesori ritrovati. Per visitare il sito occorre prenotarsi inviando una mail a parco.archeo.leontinoi@regione.sicilia.it. Maggiori informazioni sul sito del Comune di Carlentini.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.
...e condividi questo articolo sui tuoi social:

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI