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C'è chi compra casa in Sicilia per andare da lei: Teresa, che dava consigli (pure) a Camilleri

Un mese fa, per l’impegno e l’attenzione profusi per la comunità, ha ricevuto l’onorificenza dell'Ordine "Al Merito della Repubblica Italiana" da Sergio Mattarella

Jana Cardinale
Giornalista
  • 30 giugno 2023

Teresa Stefanetti

La bellezza salverà il mondo. Assieme alla passione, per un’idea e per un progetto, e all’ispirazione che apre al cambiamento.

È la storia di Teresa Stefanetti, che svolge la sua professione da trent’anni e che, un mese fa, per l’impegno e l’attenzione profusi e riconosciuti dalla comunità che ha individuato in lei un punto di riferimento importante, credibile e leale, ha ricevuto, nel salone di rappresentanza della Prefettura, alla presenza di autorità civili, militari e religiose, e assieme ad altri cittadini meritevoli ciascuno nei propri ambiti, l’onorificenza dell'Ordine "Al Merito della Repubblica Italiana" conferita dal Presidente della Repubblica.

Libraia per vocazione, esattamente il 30 maggio scorso, in prossimità della Festa della Repubblica, ha ‘coronato’ con un riconoscimento che per lei ha "un sapore sentimentale" (perché negli anni ’70 l’aveva ricevuto anche suo nonno Mario, che era un ebanista) la carriera che ha scelto, per desiderio profondo e quasi per destino. La sua è una libreria che è anche galleria d’arte, da dove è passato "mezzo mondo".
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«Faccio questo lavoro da 30 anni – dice - esattamente il primo settembre di quest’anno saranno 30 anni che ho messo piede nella mia libreria, di cui prima era proprietario il marito di una mia professoressa di scuola superiore. Alla maturità lei stessa, sapendo che frequentavo la biblioteca scolastica e conscia del mio amore per i libri, mi chiese se alla fine degli esami volevo andare a dare una mano al marito al lavoro.

Allora non c’era internet, nulla che potesse agevolare nel reperimento di ogni informazione, e bisognava davvero avere tanta passione e voglia di leggere e conoscere questo mondo per conviverci. Pensavo che sarebbe stata un’esperienza, non una cosa definitiva, e invece… .

Il primo giorno fu sconvolgente: credevo di sapere tutto e non era affatto così. Poi ho studiato tutti i cataloghi e dal secondo giorno è andata molto meglio. In questo mondo meraviglioso ho imparato tantissimo da tutti quelli che gravitavano intorno al libro; allora ero un’impiegata ma vivere tra quei volumi era il mio sogno, e anche quando ero in ferie andavo a lavorare.

La libreria l’ho rilevata qualche anno dopo, nel ’97, con l’aiuto economico dei miei genitori che hanno investito in me. Ma anche da prima mi comportavo come se fosse mia».

Una soddisfazione grande quella del riconoscimento pubblico per il lavoro della sua vita, che si aggiunge a tanti altri episodi che, timidamente, racconta, quasi a volerli custodire nel più privato degli angoli emotivi del suo percorso. «Un giorno mi chiamò Camilleri per chiedermi se mi era piaciuto il suo libro, uno dei primi, "La voce del violino".

Ricordo che stavo chiudendo la libreria per andare a Pizzolungo dai miei genitori e rispondere al telefono e ascoltare quella voce fu incredibile. Lo avevo incontrato l’anno prima a Palermo a una presentazione in cui avevamo fatto amicizia. Erano tutti adulti e io l’unica ventenne che da Trapani si era partita con un amico per andare lì, tra un pubblico composto anche da persone anziane.

Questa cosa lo colpì, e una volta mi mandò anche una cartolina divertente con un’immagine di Roma con un frammento di una statua romana e un gatto accanto in cui c’era scritto: "Io e Peppe (che era l’amico che mi aveva accompagnata a Palermo) ti stiamo tradendo con una formosa libraia romana».

Di aneddoti ce ne sono tanti, e Teresa ebbe per amici anche Vincenzo Consolo e la moglie Caterina, che si rivolgevano a lei quando non trovavano i libri a Milano, mentre a Trapani riuscivano a reperirli sempre con grande stupore.

«Ma c’è un episodio che mi ha davvero emozionata – dice ancora – una coppia di signori veneziani in vacanza a Trapani e innamorati della città e della libreria, che hanno comprato una casa a 100 metri da qui raccontandomi un giorno di averlo fatto perché così la signora poteva scendere e venire in libreria tutte le volte che voleva. Se penso che vivevano a Venezia e che il marito lavora a Cortina, mi sembra una cosa pazzesca».

Ad attrarre, del suo regno, è anche la foto davanti alla saracinesca (quando si abbassa resta l’immagine di una ragazza in piedi con la testa persa tra i suoi libri) che Teresa ha commissionato a due artisti trapanesi che fanno street art. «Ricordo anche che Valérie Perrin, l’autrice di "Cambiare l’acqua ai fiori", finì con il pubblicare una foto al suo libro in vetrina - che io feci su invito della casa editrice alle librerie indipendenti - sui social… Avevo messo un bel pò di copie davanti le vetrine e lei l’ha riportata facendola circolare in Francia».

Teresa, cosa dovrebbero leggere i ragazzi oggi, anche dopo la maturità? Che consigli dai? «Dovrebbero leggere tutti Primo Levi e farlo proprio d’estate perché "Se questo è un uomo" è un libro sconvolgente che mette i brividi e che si può leggere solo sotto il sole più cocente. Con una scrittura bellissima come lo sono i contenuti. Per capire cos’è accaduto e che non deve mai più riaccadere oggi.

I ragazzi sono ferratissimi sul contemporaneo, spaziano dalla spazzatura commerciale ai libri Sellerio più ricercati. Loro in quest’ambito si sanno dare una mano ma è importante educarli alla lettura dei classici». Un lavoro che non trova pause. «Vivo nel posto più bello del mondo e la domenica stacco, prendo un aliscafo e vado a Marettimo, ma l’estate la passo lavorando.

Per me questo è un periodo di croce e delizia; c’è tanta gente ma molti sono ineducati e non sanno come tenere in mano un libro. La gente è curiosa, ma a volte qualcuno entra tenendo tra le mani la pizza o l’acqua e i libri cadono.

Poi ci sono quelli che sanno bene come tenerli, ma io soffro d’estate – aggiunge sorridendo – anche se è bello, perché c’è tanta gente e molti entrano e vedere la libreria piana di persone è meraviglioso». Teresa ha lanciato anche una linea di merchandising che si è inventata negli anni.

Dalla saracinesca decorata e dal portale liberty ha cominciato a produrre le tazze, i tappetini del mouse, i portachiavi con il logo della libreria, la foto del portale con vari disegni che la ritraggono; le penne, le matite, i quaderni. Ed è grande l’entusiasmo, sia degli italiani che degli stranieri, che acquistano questi oggetti.

Un merito in particolare, su tutti, ce l’ha, ed è quello che nella motivazione dell’onorificenza in Prefettura è stato sottolineato: l’essersi battuta contro l’on line; contro gli acquisti in rete. Teresa lo dice sempre: frequentate le librerie, soprattutto se indipendenti.

«Quando i turisti vengono e non possono portarsi pesi in aereo io indico sempre le librerie delle loro città e do le indicazioni. Aiutiamo le librerie fisiche. L’ho detto anche durante il periodo del Covid, quando non mi sono mai fermata come gli altri colleghi librai.

Ho dato il mio recapito telefonico e ho ricevuto chiamate di notte, di mattina, di domenica, il 25 aprile o il primo maggio perché la gente non aveva idea né di che giorno fosse né più di che ora, e abbiamo fatto consegne ovunque: davanti la farmacia o i panifici, tramite un fattorino o andavo io quando potevo, ma la disponibilità ad ascoltare le persone che mi scrivevano o mi chiamano c’era sempre.

La gente era confusa e non sapeva cosa leggere. È successo a tutti i colleghi e le librerie sono state le uniche attività a lavorare costantemente».

Una bella storia quella della sua Libreria del Corso, che chiunque si trovi a girare per le vie del centro storico di Trapani conosce, per quell’accoglienza tipica delle librerie d’un tempo, dove comprare un libro è come fare un viaggio ed entrare in un mondo ogni giorno nuovo, che racconta le emozioni di una storia e di una scrittura, quella giusta per ciascuno.

Una libreria che diventata luogo di incontro, in cui si organizzano anche mostre, convegni, concerti, per far capire che il lavoro del libraio non è un’attività commerciale come le altre, ma che si fonda su un luogo dove si cresce, ci si confronta, dove si può leggere, parlare, trascorrere del tempo insieme.

Dove sognare e credere in un mondo migliore.
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