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Chi fu la (terribile) Giulia Tofana di Palermo: l'avvelenatrice che uccise più di 500 mariti

Se conoscevate la storia de "La vecchia dell'aceto", quella di Teofania Di Adamo, di Giulia Tofana e della figliastra Girolama Spana è senz'altro la genesi

Antonino Prestigiacomo
Appassionato di storia, arte e folklore di Palermo
  • 26 febbraio 2024

Stavo leggendo qualcosa che non aveva attinenza con la mia regione o città di provenienza, almeno così speravo. Mi piace alternare letture inerenti alla Sicilia con altre nazionali o internazionali.

Leggevo "Il Maestro e Margherita" di Michail Bulgakov, autore russo del Novecento. Lungi da me dal pensare qualsiasi minimo riferimento alla mia città, Palermo.

In effetti nel capitolo "Il gran ballo da satana", nel quale vengono invitati alcuni tra i più noti criminali del tempo, viene citata la signora Tofana che, dice Bulgakov «godeva di straordinaria popolarità tra le giovani, graziose napoletane, come pure tra le abitanti di Palermo, e in particolare fra quelle cui era venuto a noia il marito».

Nel Dizionario pratico di scienze e di industrie di Giuseppe Orosi, 1858, alla dicitura Acqua Tofana vi è scritto: «Soluzione concentratissima arsenicale limpida inodora che amministravasi a gocce – il nome di questo veleno (che fu misterioso e spaventevole) viene dalla celebre Tofana di Palermo famosissima avvelenatrice del XVII secolo. – A questa donna che fu giustiziata vecchia, e traendola da un convento, attribuisconsi per sua confessione ben 500 vittime», cioè mariti, una sorta di "maschicidio" dell'epoca.
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Cesare Lombroso e G. Ferrero, ricordando il professore Salomone Marino ne "La donna delinquente", scrivono: «Nel 1632 fu giustiziata come preparatrice di veleni una certa Teofania, che pare avesse fornito il mezzo a un gran numero di uccisioni; e nell'anno seguente una sua discepola, Francesca La Sarda. E in Sicilia è rimasta come sinonimo di avvelenatrice l'espressione Gnura Tufania».

In realtà questa Teofania credesi essere la madre di Tofana, infatti si narra tra le avvelenatrici del XVII secolo di una certa Teofania Di Adamo che uccise il marito avvelenandolo con una pozione all'arsenico.

La figlia di questa, Tofana, e poi la nipote continuarono la "mala pratica".

Sempre il professore Salvatore Salomone Marino nell'Archivio Storico Siciliano, 1900, analizzando un processo intentato contro tale Orazio Di Adamo per stregoneria a partire dal 1623, affermava, seppur mancante di prove, che tale Orazio Di Adamo fosse parente di Teofania Di Adamo.

Anche Luigi Natoli fa menzione della Teofania in un passo de "La vecchia dell'aceto", mettendola in bocca al dottor Moleti nella quinta parte del suo romanzo.

«Io sono rimasto assai impressionato: questo è il terzo che mi passa per le mani e più che mai sono convinto che si tratti di un veleno misterioso. Chi lo fabbrica? Sicuramente c'è qualcuno o qualcuna, che continua la serie delle avvelenatrici, come Peppa La Sarda, la gnura Tufania, la za' Chiavedda!».

Rosario La Duca nei "Veleni di Palermo" traccia invece il sunto della vicenda della figlia di Teofania, ovvero di Giulia Tofana: «Giulia Tofana era fuggita dalla città natia, assieme alla figliastra Girolama Spana, "essendosi scoperto che per veleno da lei preparato, e amministrato da un tal Spatafora, era ivi morto un tal Ippolito Larcari ricco Gentiluomo di Genova".

La Tofana, giunta a Roma col suo diabolico bagaglio di esperienze siciliane, inizia la sua attività di sensale di matrimoni ed anche di fattucchiera [...] Allaccia relazioni con persone di alto lignaggio [...] e con un tal Padre Girolamo di Sant'Agnese, che sta a San Lorenzo fuori dalle mura, e trova in lui un collaboratore riservato ed attivo per la preparazione della sua acqua "perocché era appunto il padre reverendo che le forniva l'arsenico, che i farmacisti non avrebbero a lei venduto".

Giulia Tofana muore nel 1651 ma con lei non scompare il segreto della composizione dell'acqua».

Dal processo del Sant'Uffizio contro Giulia Tofana una testimone e "sorellastra" rivela la composizione e il procedimento per la pozione: «Si fa con arsenico e piombo, che si mettono a bollire in una pignatta nuova, otturata bene, che non rifiati fino a che cali di un dito; l'acqua che ne resta è chiara e pulita [...]».

Tutto quello che si sa di Giulia Tofana di Palermo proviene da un processo fatto a Roma nel 1659 che portò alla condanna a morte della sua figliastra Girolama Spana, o Spara, prosecutrice delle pratiche assassine, e delle sue collaboratrici, impiccate a Campo dei fiori, così come morì nel 1789 Giovanna Bonanno, alias "La vecchia dell'aceto", impiccata in piazza Quattro canti a Palermo.

Se conoscevate la storia de "La vecchia dell'aceto", quella di Teofania Di Adamo, di Giulia Tofana e della figliastra Girolama Spana è senz'altro la genesi. Non di meno a questo, tutto ciò, anziché da una donna, potrebbe essere nato da un uomo: il dottor Orazio Di Adamo.

(Archivio Storico Siciliano, Nuova Serie, Anno XXV, 1900, pag. 254 e seg; I misteri dell'acqua Tofana di A. Ademollo, Roma, 1881; I veleni di Palermo di Rosario La Duca)
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