MISTERI E LEGGENDE
"Cu nasci tunnu non pò moriri quatratu": la bella e antica storiella del maialino ingrato
Una storia della tradizione orale da tenere viva tutte le volte che si rischia di dimenticare il nostro tipico proverbio "se si nasce rotondi non si potrà morire quadrati"

Non conosco le origini né l'autore della storiella che vi narrerò qui appresso. Ma è talmente significativa e divertente, che vale la pena fare un salto nei meandri della mia memoria infantile, allorché la ascoltai dalla viva voce dei miei familiari più adulti. E siccome la saggezza si può esprimere anche con dei racconti, in questo caso la morale della favola è ben lampante.
Senz'altro da tenere viva tutte le volte che si rischia di dimenticare il nostro tipico proverbio "cu nasci tunnu non pò moriri quatratu" (se si nasce rotondi non si potrà morire quadrati). Altrimenti detto, nella versione più moderna, "cu nasci mappina non pò moriri foulard" (chi nasce salvietta non morirà da prezioso foulard).
Ma diamo il via alla narrazione.
Una gentildonna, mentre passeggiava nella propria carrozza condotta dal suo cocchiere, notò ai margini della strada un porcellino che si rotolava in una pozzanghera di fango. Ne fu immediatamente attratta: era un bel maialino rosa, paffutello ed allegro. Pensò pertanto di raccoglierlo per farne un animale da compagnia. E così diede ordine al cocchiere di prenderlo per portarlo a palazzo. Una volta giunti a destinazione lo fece lavare, asciugare, spazzolare, profumare ed infiocchettare.
Si tuffò con un gran balzo dalla carrozza per andarvisi beatamente a rotolare. A quel punto, la gentildonna lo apostrofò a ragion veduta: Così è per te? Se a tutto questo sei abituato, questo meriti! Statti nel fango!
E continuò tranquillamente la sua passeggiata, ormai consapevole del fatto che, come dice un altro proverbio, "è sempre la natura a vincere".
Senz'altro da tenere viva tutte le volte che si rischia di dimenticare il nostro tipico proverbio "cu nasci tunnu non pò moriri quatratu" (se si nasce rotondi non si potrà morire quadrati). Altrimenti detto, nella versione più moderna, "cu nasci mappina non pò moriri foulard" (chi nasce salvietta non morirà da prezioso foulard).
Ma diamo il via alla narrazione.
Una gentildonna, mentre passeggiava nella propria carrozza condotta dal suo cocchiere, notò ai margini della strada un porcellino che si rotolava in una pozzanghera di fango. Ne fu immediatamente attratta: era un bel maialino rosa, paffutello ed allegro. Pensò pertanto di raccoglierlo per farne un animale da compagnia. E così diede ordine al cocchiere di prenderlo per portarlo a palazzo. Una volta giunti a destinazione lo fece lavare, asciugare, spazzolare, profumare ed infiocchettare.
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Il porcellino sembrava felice nella nuova dimora, scorrazzava per le sale divertendo la padrona con la sua vivacità al tintinnio del campanellino attaccato al fiocco del collare. Ella decise quindi di portarlo con sé alla successiva passeggiata in carrozza. Ma ecco che il profumatissimo e rinnovato porcellino, alla prima pozzanghera di fango che vide...PATAPUFFETE!Si tuffò con un gran balzo dalla carrozza per andarvisi beatamente a rotolare. A quel punto, la gentildonna lo apostrofò a ragion veduta: Così è per te? Se a tutto questo sei abituato, questo meriti! Statti nel fango!
E continuò tranquillamente la sua passeggiata, ormai consapevole del fatto che, come dice un altro proverbio, "è sempre la natura a vincere".
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