Da farmacista a direttore artistico in Sicilia: la storia di Alessandro (su e giù dal palco)
Una storia che ha quasi i tratti di un romanzo di formazione. Un percorso che inizia con un destino già scritto e devia da tutt'altra parte. Ve la raccontiamo

Alessandro Di Salvo
La immaginiamo così la vita del direttore artistico comisano (classe ‘72) che da ben 16 anni dirige il Festival culturale A tutto Volume - Libri in festa.
Una storia che ha quasi i tratti di un romanzo di formazione, passione ed evoluzione. Un percorso che inizia con un destino già scritto: la professione di farmacista.
Così è, così è decretato come anche vuole la sua storia familiare. Ma il percorso devia e sceglie il mondo dell’organizzazione di eventi culturali. «Da piccolo - dice Alessandro di Salvo - volevo fare lo scrittore, il musicista o il giornalista però, per paura del rischio, ho preso la strada più sicura senza abbandonare le mie passioni; che oggi sono diventate un hobby».
Passioni che collimano nella direzione e organizzazione, attività da “retropalco”, assecondate anche da alcuni libri che lo hanno ispirato come “Adesso basta” di Simone Perotti sul cambiamento di vita e “Open” la biografia di Agassi, da appassionato di tennis.
Tutto parte dall’organizzazione di piccoli tornei sportivi o concerti per gruppi di ragazzi a livello studentesco; da lì, altri eventi culturali che a poco a poco lo avvicinano al Festival letterario “A tutto Volume - Libri in festa”.
Evento che trasforma per quattro giorni Ragusa in un palcoscenico a cielo aperto con ospiti internazionali.
Un lavoro svolto per far capire l’importanza del turismo culturale e la bellezza dei luoghi del territorio, che lo assorbe totalmente. Un lavoro in cui non mancano gli aneddoti come la volta in cui il giudice Giancarlo Caselli che, arrivato con 5 ore di ritardo all'aeroporto, ha rinunciato alla cena per non fare aspettare gli agenti della scorta.
Oppure la prima edizione che rischiava di saltare: «L’incontro d’apertura - dice Alessandro - era con Enrico Mentana e fino al giorno prima non sapevamo se venisse perché c’era la finale di Champions e lui è un grande tifoso dell’Inter.
L’imprevisto, dunque, dietro ogni dettaglio del lavoro di direzione artistica che può riguardare questioni logistiche di ospitalità, alloggio e ristorazione per ciascun invitato. Aspetti, che però non oscurano quella che invece è la soddisfazione più grande per Alessandro: l’incontro con persone e personalità del mondo culturale “i più grandi, che erano i più umili, come Stefano Rodotà, Domenico De Masi, il giudice Ferdinando Imposimato».
E naturalmente il dopo evento segnato dall’arrivo nella casella mail di lettere di ringraziamento degli ospiti per il connubio tra organizzazione e calore del pubblico.
La pianificazione di grandi eventi come grande connessione con il prossimo, ma anche scoperta di un mondo che cambia, e con esso tutte le sue abitudini culturali.
Nel caso di Alessandro, l’evoluzione arriva dai lettori e dalla fruizione letteraria: «Nel mondo dei libri - prosegue Alessandro - ormai si legge in tanti modi e il web svolge un ruolo importante. Ci sono libri pubblicati da TikToker o influencer che magari durano poco in classifica, però non penso si debba avere un atteggiamento snobistico.
L’anno scorso - conclude - ho ospitato un’autrice di romance e in platea c’erano più di 100 ragazzine; mai visto. Sapere che un pubblico così giovane era venuto mi dava gioia».
La cultura, spesso considerata un essere mitologico quasi intangibile, che tanto ha da offrire e poco ripaga; ma il suo valore più grande rimane quello di donare conoscenza, ispirazione e comprensione di universi umani e sociali. Un po’ come la saggistica che per Alessandro di Salvo rappresenta un genere per capire il mondo, fare domande e non fermarsi alla superficialità.
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