STORIA E TRADIZIONI
Da "unni vai?" a "to patri u sapi?": (alcune) delle frasi più usate dalle mamme siciliane
L'ansia delle mamme sicule è cosa nota anche al di fuori dei confini della Trinacria, insieme al loro affetto immenso e alla presenza costante. Le frasi loro "tipiche"
Unni vai? Cu ccu ti viri? Quannu torni? Manci fora? Tutti ce lo siamo sentiti dire almeno una volta dalla nostra mamma o anche dalla nostra nonna, che comunque, anche se a volte lo dimentichiamo, è sempre una mamma anche lei.
Unni vai? è sicuramente la domanda che i figli si sentono fare più spesso, a volte storcono magari anche un po' il naso, perché non vogliono che i genitori si intromettano troppo nelle loro vite. Altre invece diventa una calda coperta di Linus, una coccola che ti fa sentire al caldo e al sicuro, soprattutto quando sei lontano da casa.
Unni vai? è un classico insieme a cu ccu ti viri? con cui le mamme si informano (costantemente) sulle frequentazioni dei pargoli (spesso anche 40enni) e poi monitorano orari di rientro a casa e soprattutto le "condizioni generali" in cui i figli ritornano tra le mura domestiche. Tutto questo ovviamente per capire se gli amici in questione sono degni di fiducia.
Un modo "sano" di crescere fino a che non hai raggiunto l'età della ragione, che per lo Stato sarebbe la maggiore età ma in Sicilia slitta spesso a qualche anno più in là.
Se "cu ccu ti viri?" va di pari passo con quannu torni?, un altro must delle mamme siciliane (e non solo) è sicuramente la preoccupazione legata al cibo. In questo caso saltiamo il classico «hai mangiato» con una domanda che serve a evitare che il "leggero" pasto preparato per pranzo o per cena vada sprecato: Manci fora?.
Altre raccomandazioni riguardano il meteo (cruccio costante) che si traduce in pòrtati 'u magliuncinu e sul non farsi del male con il sempreverde nun cùrriri, vai a lleggiu. In coda ci sono i moniti per non perdere un appuntamento importante: Viri ca dumani t'arruspigghiari prestu.
Infine, ultimo ma non meno importante, quando tutte le raccomandazioni e le domande non bastano più arriva la botta finale, il coperchio di tutte le "pignate": ma to patri 'u sapi? Passo e chiudo.
Unni vai? è sicuramente la domanda che i figli si sentono fare più spesso, a volte storcono magari anche un po' il naso, perché non vogliono che i genitori si intromettano troppo nelle loro vite. Altre invece diventa una calda coperta di Linus, una coccola che ti fa sentire al caldo e al sicuro, soprattutto quando sei lontano da casa.
Unni vai? è un classico insieme a cu ccu ti viri? con cui le mamme si informano (costantemente) sulle frequentazioni dei pargoli (spesso anche 40enni) e poi monitorano orari di rientro a casa e soprattutto le "condizioni generali" in cui i figli ritornano tra le mura domestiche. Tutto questo ovviamente per capire se gli amici in questione sono degni di fiducia.
Un modo "sano" di crescere fino a che non hai raggiunto l'età della ragione, che per lo Stato sarebbe la maggiore età ma in Sicilia slitta spesso a qualche anno più in là.
Se "cu ccu ti viri?" va di pari passo con quannu torni?, un altro must delle mamme siciliane (e non solo) è sicuramente la preoccupazione legata al cibo. In questo caso saltiamo il classico «hai mangiato» con una domanda che serve a evitare che il "leggero" pasto preparato per pranzo o per cena vada sprecato: Manci fora?.
Altre raccomandazioni riguardano il meteo (cruccio costante) che si traduce in pòrtati 'u magliuncinu e sul non farsi del male con il sempreverde nun cùrriri, vai a lleggiu. In coda ci sono i moniti per non perdere un appuntamento importante: Viri ca dumani t'arruspigghiari prestu.
Infine, ultimo ma non meno importante, quando tutte le raccomandazioni e le domande non bastano più arriva la botta finale, il coperchio di tutte le "pignate": ma to patri 'u sapi? Passo e chiudo.
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