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Che ci piaccia o no stanno arrivando (in Sicilia): il punto sui termovalorizzatori

Si stima che entro 5 mesi saranno pronti i progetti così da avviare le gare di appalto per le aziende che dovranno eseguire i lavori di costruzione degli impianti

  • 22 settembre 2025

Un termovalorizzatore (foto di Wikipedia)

La Regione Sicilia fa un ulteriore passo in avanti per la realizzazione dei due termovalorizzatori in Sicilia per Palermo e Catania, lo studio preliminare ne propone la collocazione nell’area di Bellolampo a Palermo e nella zona industriale a Catania.

L’azienda Invitalia si è aggiudicata la commissione per la realizzazione del progetto di fattibilità tecnico ed economico per entrambi i termovalorizzatori.

Si stima che entro cinque mesi saranno pronti i progetti così da avviare le gare di appalto per le aziende che dovranno eseguire i lavori di costruzione degli impianti.

I vincitori delle gare si occuperanno infatti della realizzazione del progetto esecutivo, la costruzione e la gestione degli impianti.

In questo processo Invitalia sarà di supporto alla Regione per il procedimento del progetto, con il compito di gestire le gare d’appalto grazie alla sigla della convenzione stipulata a Roma il 15 gennaio 2025.

A seguito di questi accordi è stato realizzato uno studio preliminare dal quale è stato realizzato il documento di Fattibilità delle Alternative progettuali, esso costituisce la prima fase per la realizzazione dello studio di fattibilità da poco in corso.

Nel suddetto documento si analizzano gli obiettivi del progetto che pongono la priorità alla riduzione del conferimento di rifiuti in discarica alla quota massima del 10% rispetto alla totalità dei rifiuti urbani, condizione necessaria per rispettare le direttive europee sulle discariche di rifiuti.

Allo stato attuale l’analisi redatta nello stesso documento sancisce che per la quantità di rifiuti indifferenziati prodotti nell’area della Sicilia occidentale è necessario realizzare un termovalorizzatore di grande taglia con una capacità di 300.000 tonnellate di rifiuti all’anno, lo scopo è quello di bruciare la grande mole di rifiuti indifferenziati prodotti dalle aree del palermitano.

Per garantire l’esercizio di funzionamento del termovalorizzatore si è stimato che la quota di materiali, differenziati dai rifiuti, per il recupero non debba essere di molto superiore al 55% del totale dei rifiuti raccolti.

Da questa prima analisi si evince che la Sicilia intende effettivamente rivoluzionare il sistema di smaltimento dei rifiuti, abbandonando nel breve e medio termine l’incentivazione e sviluppo della raccolta differenziata.

Quindi del recupero dei materiali riciclabili dei quali è preferibile servirsi per la realizzazione di nuovi prodotti, in quanto il riciclo degli stessi richiede un’energia considerevolmente inferiore rispetto alla costituzione di un prodotto interamente realizzato con nuovi materiali estratti.

Lo scopo immediato dei termovalorizzatori è quello di incenerire i rifiuti con l’ avvio della combustione di questi ad un alta temperatura (oltre 1000 °C).

Tale calore viene infatti impiegato per la produzione di energia elettrica grazie alla creazione di vapore acqueo ad alta pressione che fa funzionare una turbina elettrica in un processo molto simile ad una tradizionale centrale termoelettrica.

A differenza di una centrale convenzionale il termovalorizzatore ha il vantaggio di potere eliminare il costo principale per la produzione di energia elettrica che è quello del combustibile fossile, come può essere ad esempio il gas naturale.

Si deve però evidenziare che per la suddetta funzione nel termovalorizzatore al posto del combustibile si dovrebbero impiegare esclusivamente i rifiuti che dovrebbero costituire materiale di scarto e non più riutilizzabili e solo per questa ragione se ne dovrebbe poter sfruttare il calore prodotto dalla sua combustione, riducendo così il suo volume.

Dallo studio preliminare si evince che, considerata la taglia del termovalorizzatore, si potrà avere una potenza di produzione di energia elettrica intorno a 25 MWh, un’energia che potrà essere messa in rete ad un costo più basso rispetto ad una centrale tradizionale e con immissioni di CO2 ridotte rispetto a quelle prodotte dai combustibili fossili.

Tuttavia una potenza nominale di 25 MWh non risulta sufficiente a soppiantare centrali più inquinanti presenti in Sicilia, come ad esempio quella termoelettrica di Termini Imerese che allo stato attuale ha una potenza elettrica complessiva lorda pari a 1340 MWh.

Una potenza prodotta di 25MWh rimane paragonabile alla quantità di energia producibile con impianti a energia rinnovabile come il fotovoltaico, grazie al quale sono stati realizzati in Sicilia impianti di potenza pari o superiore alle decine di megawatt con un impatto ambientale considerevolmente minore e con zero emissioni di CO2 di esercizio.
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