Parla l'amica che era con Simona quella notte: "Avrei voluto abbracciarti più forte"
Francesca era lì con lei alla festa, ma è andata via prima del tragico epilogo e ieri 5 agosto nel pomeriggio ha rotto il silenzio con un post sui social: i dettagli

Simona Cinà
Francesca era lì con lei quella notte, ma è andata via prima del drammatico epilogo e ieri pomeriggio ha rotto il silenzio con un post sui social.
Tantissimi sono gli interrogativi sulla vicenda, ma il vuoto incolmabile e il dolore non si potranno mai più risanare.
Una vita spezzata e strappata ai suoi cari. Capaci per Francesca, così come per i suoi cari, non sarà più la stessa.
«Ci ho messo un po’ a trovare il coraggio, ma per te questo ed altro - scrive Francesca Evola sui social -.
Ho letto tanto in questi giorni e continuo a leggere. Troppo. Gente che parla senza sapere, che ti accusa, che finge di conoscerti, che ipotizza chi tu sia stata, come ti comportassi.
Gente che si permette di commentare, di puntare il dito, di giudicare. Gente priva di sensibilità, che ha deciso di riversare la propria ignoranza su chi, come me, ti voleva bene davvero.
È stato come essere colpiti due volte. Prima da una realtà che non vogliamo accettare. Poi da persone che non hanno nemmeno il rispetto di tacere. E giuro, ho voglia di spaccare la faccia a tutti, di rispondere a ognuno di loro, uno per uno.
So che starai ridendo ora, lo so. Mi diresti di fregarmene, di lasciarli parlare. Hai ragione, ma ora, voglio solo dire una cosa. A chi ha parlato troppo. A chi ha cercato colpe.
A chi ha messo in discussione l’affetto, la vicinanza, l’amore. A chi ha analizzato i tuoi post come se fosse un puzzle da risolvere. A chi ha buttato tutto sull’alcool, sulla superficialità, sull’apparenza. Vi dico una cosa sola: Dovete TACERE.
Stare zitti perché non sapete nulla. Per rispetto. Per dignità. Per umanità. Perché una ragazza se n’è andata. E tutto quello che serviva era il silenzio. Un abbraccio. Un pensiero. Non le vostre opinioni.
È stato tutto così inaspettato. Impossibile. Il mio cervello rifiuta di accettarlo. Non riesco a pensare di arrivare al Gala e non trovarti lì, magari a dormire sul divano, o a studiare fisiologia nella speranza di riuscire a dartela, o a mangiare le tue gallette.
Non riesco a immaginare Capaci senza di te, senza i tuoi occhi accecati dal sole mentre giocavamo a beach (ti ostinavi a voler giocare senza occhiali) e le risate per quel “zitto ricky” che ci faceva ridere ogni volta.
Non riesco a concepire un’estate senza le nostre tappe, senza i nostri piani, senza le nostre avventure da condividere».
Simona era una ragazza che amava la vita e Palermo non dimentica. Non giocava soltanto a pallavolo e andava sullo skate, ma aveva una voce che incantava chiunque la ascoltasse.
«Tu eri piena di vita. Ma davvero. Non è una frase fatta. Eri energia pura, movimento, risate, progetti, idee. Eri una di quelle persone che riempiono i posti in cui stanno. Che se non ci sono, si sente. E ora si sente. Ovunque.
Rabbia. Tanta. Che prende il sopravvento ogni volta che chiudo gli occhi. Rabbia per non averti più. Rabbia per non poter fare più niente. Rabbia per chi ha voluto trasformare una tragedia in uno spettacolo da commentare.
Rabbia per chi ha cercato colpevoli tra chi ti voleva bene, tra chi ti era accanto ogni giorno. E rabbia anche con me stessa. Perché non faccio altro che chiedermi: “E se fossi rimasta un po’ di più? E se avessi notato qualcosa? E se…?” Ma non ci sono risposte. Solo silenzi.
Lo ripenso in loop. Le tue parole: “Ci vediamo domani al mare”. Le sento ancora. E continuo a ripetermele, come se bastasse per farti tornare. Come se potesse cancellare tutto.
Avrei voluto che fosse davvero così. Che il giorno dopo ci fossimo viste davvero, come avevamo detto.
Avrei voluto aiutarti, esserci, capire. Avrei voluto abbracciarti un po’ più forte. Dirti qualcosa in più. Trattenerti.
Ma non lo sapevo.
Molti diranno che ci conoscevamo da poco. Ed è vero. Ma non sanno che abbiamo vissuto tantissimo insieme. Ogni giorno.
Il Gala era il nostro punto di ritrovo. Il caffè insieme, le risate, le prese in giro a Ricky per il suo inglese “perfetto”. Le nostre confidenze. Le chiacchiere infinite.
Le stupidaggini che ci facevano ridere fino alle lacrime. Il nostro legame si è creato in fretta, ma era vero. E chi c’era lo sa.
Tante persone mi hanno scritto in questi giorni. Ma a pochi ho avuto la forza di rispondere. Non ci sono parole. Non c’è spazio.
C’è solo un vuoto troppo grande da spiegare.
Il mio cervello non riesce a concepire che una persona con cui passavi la maggior parte del tuo tempo… all’improvviso, non ci sia più. E non ci sarà mai più.
E io non so se un giorno riuscirò a realizzarlo davvero. Ma continuerai a vivere in tutto ciò che abbiamo fatto insieme. Nelle cose che mi hai lasciato.
Perché, anche se il tempo è stato breve, il legame era vero.
Questo è il mio ultimo saluto, adesso la tua Franca è stanca. Ho trovato la forza di scrivere, di lasciar andare un po’ di quel dolore… ma tu resti lì, incastrata in ogni pensiero. Ciao Simo».
Palermo piange la scomparsa di una ragazza talentuosa dalla voce splendida con cui intonava Elodie, Ornella Vanoni, Billie Eilish persino Sal Da Vinci, rendendo ogni canzone, anche la più complessa, armoniosa e delicata insieme alla sua chitarra classica.
Anche scrivere era estremamente importante per Simona. Era un modo tutto suo per esistere "restando in silenzio".
La notizia della sua morte ha sconvolto tutti e si chiede verità per questa tragedia.
Si attende l'autopsia che sarà effettuata probabilmente domani, 7 agosto, nell'istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo che potrebbe essere decisiva per le indagini.
Nel frattempo, però, il dolore divora chi le voleva bene e non c'è modo di zittirlo. Restano le domande, una voragine, un posto vuoto, un silenzio assordante e un'amica scolpita nel cuore, ma che purtroppo non c'è più.
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