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Fermare il tempo in uno scatto: così Urbex rivela il "bello" dell'abbandono in Sicilia

Ville, chiese, industrie e interi borghi fantasma: il movimento di "esplorazione urbana" va a caccia di luoghi abbandonati immortalandoli in uno scatto, senza toccare nulla

  • 24 gennaio 2020

La villa del principe mago (foto Cristiano La Mantia)

Mai così vicini agli occhi ma mai così distanti dal cuore: creato e poi abbandonato, in Sicilia c’è un patrimonio sommerso di bellezze.

Ville, chiese, industrie, impianti sportivi, alberghi e perfino interi borghi. Tutti questi luoghi hanno una cosa in comune: sono stati costruiti dall’uomo per essere poi malinconicamente dimenticati, ma (per fortuna) non da tutti.

Si chiama Urbex, ossia "Urban Exploration", che in italiano significa letteralmente esplorazione urbana, quel movimento di persone che amano cercare, scoprire e riscoprire tutti i luoghi e i posti che nel tempo sono stati abbandonati dall’uomo e che oggi, a causa di un’incuria generale, sono totalmente distrutti e devastati.

Ascosi Lasciti e Liotrum sono i due maggiori collettivi nazionali di fotografi freelance che vanno alla ricerca di questo immenso patrimonio culturale disperso e invisibile agli occhi, che hanno fatto della filosofia del "bello dell’abbandono" il loro principale motore di curiosità e passione.
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«L’idea è quella di provare a dare, con la sola forza dell’immaginazione della mente, una seconda vita a tutti questi luoghi ormai desolati​», dice Cristiano La Mantia, co-fondatore e responsabile del gruppo Liotrum Urbex Sicilia.

«Amiamo fantasticare sulle possibili storie che stanno dietro a questi luoghi, cercare di capire qualcosa in più ad esempio sulle famiglie che hanno abitato queste case o semplicemente sulle cause che nel tempo hanno portato ad abbandonare questi luoghi fino alla loro completa distruzione e desolazione​».

L’immagine simbolo del fenomeno dell’Urbex in Sicilia è il Borgo di Poggioreale, poco distante dalla città di Palermo, che dopo esser stato completamente evacuato a seguito del terremoto è oggi completamente deserto e considerato una vera e propria "Ghost Town".

Un altro esempio eclatante di questo spreco è la "Reggia siciliana della kainite": lo stabilimento chimico per l’estrazione della kainite e la produzione di fertilizzanti potassici nella zona centrale della Sicilia, della cui attività estrattiva-mineraria si servì un colosso industriale nazionale a seguito della scoperta dei giacimenti di kainite nel 1953.

«Principalmente andiamo alla ricerca dei luoghi che non sono già mappati o geolocalizzati su Google – continua Cristiano – e con le nostre fotografie è nostro intento anche accendere una luce su questi luoghi e con lei anche la speranza di un’attenzione da parte delle nostre istituzioni affinché vengano ripresi e rivalutati​».

Tutti i nomi con cui ribattezzano le loro scoperte sono nomi di fantasia, per evitare che la loro attività possa cedere il passo ad atti di sciacallaggio o vandalismo. Le ultime spedizioni sul territorio siciliano le hanno intitolate “Anime dimenticate” e “La villa del principe mago”.

«Anime dimenticate è stata una visita all’interno di un cimitero siciliano che si è trasformata in una passeggiata tra anime ormai dimenticate, abbandonate dai parenti, dai lontani eredi e da un’amministrazione comunale che se ne disinteressa.

Con la "villa del principe mago" invece abbiamo scoperto un’importante villa di Palermo, simbolo di un'aristocrazia ormai defunta, che oggi è in un avanzato stato di degrado. I pavimenti sono quasi del tutto scomparsi, i soffitti distrutti e si capisce subito che in questo luogo vissero importanti personalità, ma ormai la magnificenza di un tempo è solo un lontanissimo ricordo​».

Non muovono nulla, non spostano nulla: gli Urbexter immortalano in uno scatto lo scenario e si nutrono del dolce retrogusto che una cosa ha dopo essere stata abbandonata, come fosse il ricordo di storia d’amore finita che, alla fine, ti suscita una strana malinconia positiva.
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