STORIE
Gira il mondo, ritorna a Palermo (e realizza il suo sogno): chi è Caterina "Latina" Sacco
Sembrava una indigena dell'America del Sud agli occhi del suo maestro di danza afrobrasiliana. Ma davanti al bivio decisivo per la sia vita ha scelto la Sicilia
Carterina "Latina" Sacco
Una donna che nel tempo è diventata «Latina», un «apelido» in portoghese datole dal suo mamaestro di Capoeira, Danza Afrobrasiliana e percussioni Zoi Do Nascimento. Latina agli occhi del suo maestro appariva come una di quelle indigene dell'America del sud: «Ero una salsera scatenata».
Non ha neanche 20 anni quando le si aprono due strade in parallelo: la produzione di vini siciliani, presso l'azienda di famiglia a Camporeale; le danze afrobrasiliane, capoeira, e percussioni.
«Sono stata indirizzata verso la cultura popolare afrobrasiliana». Questo tipo di danze trovano le loro radici a Salvador De Bahia una terra che conserva un patrimonio antico delle forme artistiche legate al folklore, alle divinità e ai rituali religiosi.
Il «Samba» , per esempio, è una danza popolare che nasce nelle strade e nelle case e che ballano anche i bambini. Una cultura, quindi, che proviene da un'epoca antecedente al fenomeno commerciale che si è sparso nel mondo.
«Avevo capito che era il lavoro prioritario e avevo ricevuto stima e stimoli da diversi maestri brasiliani con grande riconoscenza per il fatto di avere donato la mia vita alla diffusione di questa cultura. Mi sono resa conto, però, che per l'insegnamento era necessario prendersi delle pause in quella terra».
Secondo Latina, chi insegna una cultura straniera si fa portavoce verso questa terra, motivo per cui deve avere grande rispetto verso questa e la sua gente. Una cultura che va interiorizzata attraverso lunghi soggiorni con grande accoglienza. «Sono stata sempre nello stesso posto, sempre a Bahia».
Latina conoscerà Mestre King, il maestro del suo maestro, un grandissimo appoggio e sostegno. La «danzatrice» palermitana inizierà ad insegnare capoeira e danza in molte palestre e centri siciliani.
«Un bel giorno la vita cominciò ad offrirmi tantissime opportunità anche a livello internazionale nel campo della danza nello stesso momento in cui l'azienda di vino stava affondando».
Presso la scuola di danza «La Fenice di Trapani» sarà insegnante di Capoeira per sette lunghi anni e per due volte la settimana viaggerà per raggiungere ovunque si trovasse la città delle saline.
Paradossalmente la «passione» stava per diventare l'attività principale. «La mia vita aveva preso la sua strada».
Nel bel mezzo di un cambiamento Caterina Latina Sacco perde la madre in soli 5 minuti. Vive questo dramma come un messaggio da portare avanti nel senso più vero della rinascita con determinazione, pazienza, serenità e resilienza.
Arriverà un momento, di quelli importanti, quando la vita le presenterà un altro bivio: un trasferimento in Olanda oppure l'apertura di una scuola a Palermo.
Una bella sfida ma anche una grande opportunità: Latina conoscerà un grande musicista senegalese, ballerino e percussionista, Dou Dou Diouf, che la coinvolgerà a suonare nella sua Band alle percussioni. Così scoprirà meglio la cultura africana che è stata da sempre vicina a quella brasiliana.
«Un arrichimento in un momento in cui partivo tre volte al mese per insegnare in degli eventi europei». Insieme apriranno una scuola dove si incontreranno le due culture africana e brasiliana. E insieme daranno vita ad una figlia siculo-senagalese. Un centro palermitano quello di Caterina Latina Sacco che esiste ormai da 10 anni.
«Io sono una persona molto paziente e ho imparato che lavorando con cose nuove e particolari occorre aspettare». Parole di Latina. «Ho avuto la fortuna di conoscere il Brasile quando avevo 21 anni, quando mi stavo formando.
Ho vissuto la vita nel vero senso del termine in un paese più povero, più umile rispetto ad una vita media occidentale europea». Del resto, la zona di Salvador De Bahia, in passato, era stata una colonia africana.
Una zona dove i portoghesi al momento della colonizzazione hanno portato gli schiavi africani in Brasile. Gli schiavi, la domenica nei momenti di riposo, sembrava danzassero ma in realtà stavano cercando un modo per potersi difendere.
Gli africani allenavano dei colpi facendo finta di ballare insieme a delle persone che cantavano e ad altre che suonavano.
I padroni degli africani scambiavano il tutto con una festa, ma in realtà era un modo per preparare la capoeira vista come un ֿ«arte marziale danzata», con il birimbao - lo strumento a percussione principale. Così racconta in maniera affascinante Latina Sacco affermando: «questo mi ha insegnato a capire il vero senso della vita».
Quando ho chiesto a Latina se ha un sogno da realizzare, lei in maniera gioiosa mi ha risposto : «Quello che sto vivendo è già un sogno».
A Palermo sta godendo l'incontro delle similitudini e delle affinità in un luogo fortemente desiderato nel cuore della città.
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