LIFESTYLE

HomeNewsLifestyle

Il Ferragosto in Sicilia è tasci vs radical chic: accampati o resort, le 2 "tribù" a confronto

Chi lo passa in spiaggia, in gruppi dal numero non identificato, tra tende stile villino al mare, e chi invece sceglie lidi o strutture lontane dal caos: i 2 tipi a confronto

Gianluca Tantillo
Appassionato di etnografia e storia
  • 14 agosto 2025

Il Ferragosto in Sicilia (Tasci vs Radical chic)

Ogni volta è la stessa storia. Mi prometto di passare il Ferragosto a mare, ma poi il caldo, la spossatezza, la sabbia, la confusione. Alla fine, resto spalmato sul divano di fronte alla tv e all’aria condizionata. Faccio appena in tempo a sintonizzarmi sul canale dei documentari, che sento pian piano appesantirsi la palpebra.

Entro in fase ipnagogica, sento aumentare l’acido y-aminobutirrico, cala la norepinefrina, aumenta l’adenosina, inizia la secrezione della serotonina. Boom, stecchito, crollato. Inizia il documentario.

«Il 14 agosto, nelle torride estati siciliane, quando la sabbia raggiunge la temperatura di 3000° gradi Fahrenheit e l’odore delle protezioni solari si mescola a quello del barbecue, prende vita una delle migrazioni più spettacolari dell’anno: il Ferragosto. Due tribù, diverse per aspetto, abitudini e linguaggio, si muovono verso lo stesso habitat costiero.

Il Tascius Ferragostensis si raduna in ampli gruppi familiari già alle prime luci dell’alba.

Sarà una giornata lunga e faticosa, pertanto i capibranco hanno il compito di caricare le provviste necessarie alla sopravvivenza, mentre le donne effettuano un vero e proprio censimento del gruppo. La preparazione dell’autoveicolo è di fondamentale importanza, e nonostante le apparenze segue dei criteri precisi e metodici.

Sedie, tavoli pieghevoli, tende, materassini gonfiabili, legna e arredamenti vari vengono caricati ed incastonati nella vettura seguendo le logiche del Tetris. Sistemate le scorte, vengono infine caricati i bambini e il nonno pieghevole.

Quest’ultimo, per mantenere una temperatura corporea media ottimale, che gli permetta di affrontare il viaggio, viene solitamente riposto tra le teglie calde di anelletti al forno e le fredde casse di bevanda al luppolo, di cui il Tascius è ghiotto.

Il tempo però stringe, e bisogna fare in fretta perché in breve le spiagge libere verranno prese d’assalto da altre tribù altrettanto affamate. È una guerra di territorio, una faida fratricida, dove le tribù più feroci e determinate riusciranno ad accaparrarsi gli appezzamenti più ambiti e fertili, in cui poter costruire palazzine bifamiliari con tendaggi, asciugamani e fili volanti.

La "femmina", dotata di lunghi artigli artificiali - composti perlopiù da polimeri e monomeri - scava, l’uomo pianta i paletti per garantire la stabilità dell’abitazione.

Più tardi, con il sole ormai alto e prossimo al tramonto, fa la sua comparsa un’altra specie: il Radical Chic Aestivus. Creature aggraziate e rare, si muovono in piccoli gruppi e prediligono il crepuscolo o le ore più miti della giornata, quando il calore non compromette l’eleganza delle loro tinte pastello.

Il Radical chic preferisce essere più stanziale, pertanto si muove per soggiorni di breve durata che non prevedono il trasporto di molte provviste o utensili, se non qualche oggetto decorativo. Preferisce spostarsi leggero per sfuggire al Tascius (suo predatore naturale) e si nutre quasi sempre in loco, prediligendo ostriche, gamberi, molluschi, pesce crudo accompagnati da bevande all’uva.

Intanto, il maschio di Tascius non è rimasto con le mani in mano. Nella sua specie il culto pagano costituisce una sfera fondamentale per tenere rinsaldata la famiglia. Ogni tribù innalza delle colonne di rami, legname, tronchi, di forma piramidale. Sono dei veri propri totem che più tardi verranno incendiati in onore della dea dell’abbondanza.

Più è grande il totem, più è prestigioso il rango della tribù.

Le "femmine" invece si occupano della famiglia e del cibo. Attenta e concentrata, sistema il nonno nell’angolo più fresco della costruzione, per evitarne decomposizione e/o putrefazione. In casi di calore estremo, viene interrato in profondità dove la sabbia è più umida.

Al chiarore di luna, dopo aver consumato il pasto delicato, sublimando le papille gustative con glaces et sorbets e Vin de Paille, gli adulti del Radical Chic Aestivus si riuniscono in dei veri e propri simposi.

I capibranco, spesso laureati in giurisprudenza o medicina, si riconoscono del resto del gruppo perché si esprimono utilizzando il passato remoto in rifermento a situazioni e cose accadute cinque minuti prima. I bambini, se presenti, vengono avvolti in teli leggeri e condotti in letti improvvisati. Oppure, vengono coinvolti in giochi di gruppo educativi o di abilità, in luoghi asciutti.

Contrariamente, il cucciolo del Tascius è una creatura anfibia che passa la maggior parte del suo tempo immerso in acqua, dove gioca, mangia, digerisce e fa i propri bisogni. La madre, prediligendo con l’anzianità la terra ferma, intima ai figli di uscire dall’acqua attraverso gesti arcaici ma efficaci, come mordersi il palmo della mano, il movimento della mano karateka (ad intimare punizioni corporali), minacce di chiamare il padre.

I cuccioli, spaventati, a volte non tornano, a volte raggiungono a nuoto le coste della Calabria per sfuggire alla punizione. Alcuni, specie i primogeniti, hanno spesso il compito sorvegliare l’anguria, che, per essere mantenuta al fresco, viene messa dentro un sacchetto di plastica, poi assicurata ad una corda, e lasciata a mollo anche fino al giorno seguente. Li chiamano i bambini anguria.

Finalmente arriva il momento più atteso: la mezzanotte. Da luoghi riparati e chiusi al pubblico, il Radical chic osserva da lontano la spiaggia. Le ombre si allungano, le luci delle lanterne diventano piccolissime, gli unici punti di riferimento che spiccano nel buio della notte sono i totem in fiamme del Tascius.

Sono tranquilli, sanno di essere protetti e sanno che il predatore non interromperà il suo rito religioso per andare a caccia. I capibranco si muovono tra i gruppi, scambiando opinioni su vini biodinamici, filosofie orientali e recensioni di libri appena terminati.

Qualcheduno si riunisce in micro-gruppi consumando whiskey pregiati e sigari costosi, al fine di intensificare la meditazione. Le donne fumano sigarette elettroniche di ultima generazione che sprigionano vapori al gusto di peto, in maniera tale da scoraggiare qualche maschio malintenzionato in calore.

Alla mezzanotte spaccata il Tascius si tuffa per il rituale di purificazione.

A quell’ora il maschio ha già ingollato ettolitri di bevanda al luppolo. Euforico, disorientato, con un evidente meteorismo nella zona addominale, sfrutta la presenza dell’acqua per rilasciare massicce evasioni diuretiche al fine di ridurre il gonfiore. I bambini aspirano le stesse con potenti fucili ad acqua per poi rispararsele addosso.

Le donne si scaldano attorno al fuoco, i nonni possono essere utilizzati come combustibile se la fiamma perde vigore. Poi, tutti assieme, riprendono le danze tribali con sottofondo neomelodico e vocalizzi, che richiamano il mistero delle terre del lontano oriente da "Mille e una notte".

Quando l’alba si colora di rosa e d’arancio il mattino e regna oramai il silenzio, il Tascius veglia. I capibranco si muovono in gruppetti da 3 o 4 verso l’acqua per ridedicarsi nuovamente alle evasioni diuretiche e lavarsi la faccia. I bambini dormono, altri fanno colazione con un panino con le melanzane fritte, o cotolette fritte, o altro, l’importante che sia fritto. Consumano direttamente in immersi, accanto ai papà.

L’acqua è fredda, potrebbe compromettere la digestione, ma le evasioni diuretiche del genitore hanno anche la funzione di scaldare l’ambiente e non creare complicazioni.

Si chiacchera del cibo della sera precedente, ci si confronta sull’appetito mattutino, ci si interroga su cosa si mangerà nella giornata corrente; in fondo è Ferragosto.

Dei Radical Chic non c’è più traccia, hanno abbandonato l’insediamento dileguandosi nel nulla.

La giornata procede uguale e quella precedente. Ci riunisce intorno al tavolo, si mangiano assieme gli anelletti al forno. Il nonno consuma in piedi perché l’umidità lo ha anchilosato. Sono tutti felici.

Ogni volta, il 14 agosto, è la stessa storia. Mi prometto di andare al Ferragosto e poi mi addormento sul divano, davanti la tv, prima ancora che inizi il documentario. La mattina del 15 agosto è sempre calda, triste, taciturna.

Anche quest’anno il Ferragosto me lo sono perso. Ma il prossimo no, il prossimo anno ci andrò. Sicuramente!
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÚ LETTI