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Il Palazzo Reale del sontuoso borgo in Sicilia: qui riposano le spoglie del "medico dei re"

L’antica residenza imperiale ha un patrimonio storico-culturale di inestimabile valore. Simbolo di bellezza e cultura, insignita del titolo di monumento nazionale

Livio Grasso
Archeologo
  • 21 dicembre 2022

Castello di Montalbano Elicona (foto di Effems - Opera propria, CC BY-SA 3.0)

Rammentato come uno dei borghi più incantevoli di Sicilia, Montalbano Elicona custodisce un passato degno di memoria e menzione. Situato a circa 907 metri dal livello del mare, in principio fu una postazione strategica ampiamente sfruttata dagli arabi.

Gli anni di maggiore splendore, però, risalgono al periodo della reggenza di Federico II di Svevia. Quest’ultimo, secondo le fonti pervenute, potenziò l’intera area mediante la costruzione di mura difensive intorno al perimetro urbano. In più, al re in persona si ascrive pure la riedificazione dell’ex fortilizio arabo-bizantino che, per mano dei suoi ingegneri, fu trasformato in un castello poderosamente fortificato.

Gli interventi edilizi più significativi furono la torre pentagonale e il recinto quadrangolare a base della rocca. Si trattava di impianti difensivi pianificati per assicurare la massima protezione da eventuali incursioni nemiche. In via successiva, sotto il dominio di Federico III di Aragona, la fortezza subì ulteriori modifiche strutturali divenendo un vero e proprio palazzo reale.
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Infatti, la planimetria dell’intera roccaforte venne sottoposta a dei riadattamenti che la snaturarono dell’originaria funzione militare. Di particolare rilievo fu anche la costruzione della “Cappella della Santissima Trinità”.

Dotata di un profilo ogivale verso l’esterno e un arco ribassato verso l’interno, riprende i canoni stilistici dei portali trecenteschi. La chiesa, inoltre, ospita un sarcofago che, a giudizio di alcuni studiosi, contiene le spoglie del celebre Arnaldo Villanova.

Medico di grande fama fu un personaggio influente nelle corti europee del XIV secolo e, in particolare, ad Elicona. Ricordato, altresì, per aver somministrato medicine a sovrani e papi viene anche apprezzato per le numerose composizioni religiose che redasse nell’arco della sua vita.

Nel novero degli scritti rientrano persino dei brillanti commenti scientifici contenuti nel "Breviarium Practicae" e nel “ Regimen salernitatum”. Uomo di grande ingegno e cultura si vocifera che dedicò un persino ‘opera al re Federico III, intitolata “Allocutio christini”.

Ad ogni modo, dopo la morte del monarca aragonese, sia la terra che il castello furono contese tra feudalità e demanialità. Fu così che, nel corso dei secoli, il sito di Montalbano fu assegnato rispettivamente ai casati dei Cruillas, dei Romano e in ultimo dei Bonanno.

Questi ultimi, sulla base delle testimonianze storiche in nostro possesso, ne detennero la titolarità fino al XVIII secolo. Dopo i Bonanno l’intero complesso monumentale andò progressivamente in rovina. Infatti, nel 1805 l’ultimo erede della dinastia nobiliare cedette i propri possedimenti ai Gesuiti.

Di lì a poco, i membri dell’ordine religioso adibirono la parte dei granai ad alloggio dei confratelli attraverso la realizzazione di nicchie scavate nella cortina muraria. Dalla seconda metà del Novecento fino agli anni Ottanta, invece, il poderoso fabbricato continuò a deteriorarsi rovinosamente.

Tuttavia, a seguito dei restauri avvenuti negli anni Ottanta e nel primo decennio del Duemila, furono ripristinate le aree pertinenti al Palatium, alle corti e alla “Cappella reale”. Di recente istituzione sono pure il “Museo didattico delle armi bianche medievali" e il “Museo didattico degli strumenti musicali antichi”.

L’antica residenza imperiale, dunque, vanta un patrimonio storico-culturale di inestimabile valore. Espressione di bellezza e cultura, essa è stata insignita del sommo grado di monumento nazionale.
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