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Il palermitano che non sta solo a guardare: a Mondovì per cantare contro la xenofobia

Francesco Riotta è un musicista palermitano che si è dovuto trasferire a Mondovì per lavoro, il gesto della scritta "Qui c'è un ebreo" lo ha segnato profondamente

  • 29 gennaio 2020

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Ha sempre cantato la bellezza della diversità, Francesco Riotta è un musicista di Palermo che si è trasferito a Mondovì (in provincia di Cuneo) per fare l'insegnante di sostegno. Ha 35 anni e suona da quando aveva poco più di dieci anni, nel 2009 insieme alla sorella scrisse "Va tutto bene" che diventò una hit per Palermo.

Adesso Francesco, che porta Ballarò nel cuore come simbolo di mescolanza tra i popoli, quando ha saputo del terribile gesto fascista e antisemita, di una scritta feroce: "Juden hier", "Qui c'è un ebreo", apparsa sulla porta di casa di Aldo Rolfi, figlio della partigiana Lidia Rolfi, deportata nei campi di sterminio, si è sentito ribollire il sangue nelle vene e ha deciso di andare sul luogo e dare l'unica risposta che è in grado di dare, la musica.

Ha imbracciato la sua chitarra e ha suonato. Prima ha chiesto ad Aldo Rolfi l'autorizzazione per potere suonare una delle canzoni "La macchina della paura" del suo ultimo lavoro discografico "Progetto locale" appena sfornato. La scritta è accompagnata dalla stella di David, come quelle che i nazisti utilizzavano per identificare gli ebrei.

"Progetto locale" è il primo disco da solista di Francesco Riotta, per valorizzare le nuove identità musicali, l'autore ha creato 17 tracce di musica meticcia che attraversano 12 città, 11 nazioni e coinvolgono 22 musicisti e 11 studi di registrazioni. Grazie al coinvolgimento di artisti europei e africani residenti in Europa, l'album si presenta come un ponte tra i due continenti e il carattere multiculturale è accentuato dall'uso di 10 differenti lingue che si alternano tra un brano all'altro in un mix di voci e atmosfere che percorrono chilometri di musica meticcia.
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