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Il più grande pilota al mondo aveva sangue siciliano: il paese d'origine di Ayrton Senna

Trent’anni dopo il giorno in cui perse la vita nell’incidente alla curva del Tamburello nel G.P. di Imola il paese di origine gli dedica un museo. Di che luogo si tratta

Roberto Mistretta
Giornalista e scrittore
  • 22 aprile 2024

Ayrton Senna

Ayrton Senna, incoronato il più grande campione di tutti i tempi dagli stessi piloti di Formula Uno, aveva anche sangue siciliano nelle vene e il prossimo 4 maggio, a trent’anni di distanza da quel nefasto giorno in cui perse la vita nell’incidente alla curva del Tamburello nel G.P. di Imola, a Siculiana, nell’agrigentino, c a lui dedicato fortemente voluto dal sindaco Giuseppe Zambito.

È stato lui a prendere contatto con la fondazione Senna creata da Viviane, la sorella del tre volte campione del mondo, e oggi curata dai nipoti, Bruno e Bianca, che saranno presenti all’evento.

Ad Ayrton Senna, soprannominato Magic, sarà anche conferita la cittadinanza onoraria. La proposta, con delibera di Giunta approvata il mese scorso, riporta in apertura una frase del grande campione dal cuore altrettanto grande: «I ricchi non possono vivere su un’isola circondata da un oceano di povertà. Noi respiriamo tutti la stessa aria. Bisogna dare a tutti una possibilità».
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Un cuore grande le cui origini si ritrovano proprio in Sicilia, a Siculiana, dove l’8 luglio del 1876 nacque la sua bisnonna, Giovanna Maria Magro, figlia di Giovanni Magro ed Angela Curabba.

La coppia, insieme ai quattro figli, Giovanna Maria, Serafina, Antonino e Carmela, viveva in situazione di povertà e il capofamiglia decise di emigrare come tanti altri in cerca di miglior fortuna per sé e i propri discendenti, scegliendo il Brasile, la cui politica del presidente José Carvalho de Melo Moniz Freire mirava a investire importando immigranti, in particolare dall’Italia, per occupare terreni agricoli sotto la sua amministrazione e per dare risposte alla grande domanda di lavoratori da parte dei coltivatori di caffè.

Il 6 dicembre 1894 la famiglia approdò in Brasile col piroscafo Matteo Bruzzi, una nave di 128 metri di lunghezza, costruita a Tolone, impiegata nella rotta verso il Sudamerica e che trasportava 32 passeggeri di prima classe, 20 di seconda e 1244 in terza.

Dopo lo sbarco a Vitoria, era obbligatoria la quarantena nella Casa degli Immigranti di Pedra d’Agua, poi la famiglia di Siculiana proseguì il viaggio/odissea sino a Cachoeiro de Itapemirim, dove si concentravano le più grandi piantagioni di caffè del Brasile.

E lì, nella terra carioca, due anni dopo l’arrivò, il 13 dicembre 1896, a Castelo, nello Stato di Espírito Santo, Giovanna Magro, ventenne, nativa di Siculiana, sposò Luigi Sena, anche lui emigrato, che arrivava dalla Campania, provincia di Napoli.

Come spesso succedeva all’epoca, da una trascrizione all’altra sui registri durante i trasferimenti da uno Stato all’altro, i cognomi degli emigrati subivano dei cambiamenti a seconda degli amanuensi e della loro interpretazione, così il cognome del trisavolo di Ayrton, Sena, alla fine si trasformò in Senna, con due enne.

Dal matrimonio della trisavola di Ayrton, nacque il nonno di Ayrton, Joao Senna il 28 agosto 1906, che si sposerà con Marcellina Di Santoro e il 1º dicembre 1935, nel quartiere Bom Retiro di San Paolo, nascerà la loro figlia, Neyde Joanna Senna, che sposerà nel 1956 Milton Da Silva, i genitori di Ayrton Senna, (che, come pilota, scelse il nome della madre).

Marcelina (figlia di emigrati dalla Toscana, provincia di Lucca), la nonna materna, riuscirà a vedere Ayrton consacrarsi campione del Mondo di Formula 1 nel 1988 correndo con la McLaren. Ayrton conquisterà altre due volte il titolo di campione del mondo e vanta un palmares da capogiro: 162 GP disputati, 41 vinti, 80 volte su podio, 65 pole position, 96 piazzamenti, 2931 giri passati al comando.

Un mito in vita, una leggenda dopo la morte. Grazie a un accurato lavoro di ricerca di cui si sono occupati i giornalisti Anna Restivo e Giacinto Pipitone, è stato possibile ricostruire l’albero genealogico e risalire ai discendenti della famiglia di origine del campione di Formula 1, tutt’ora residenti a Siculiana.

«Una scoperta affascinante, che rappresenta un esempio straordinario di chi è partito e ha saputo costruire altrove la propria vita con successo. Ayrton Senna rappresenta un esempio positivo in ambito sportivo e non solo, universalmente riconosciuto come uomo dall’indiscusso talento sportivo e dalle grandi doti umane», ha detto il sindaco Giuseppe Zambito, deus ex machina di tale iniziativa, che ha portato a diversi incontri coi familiari di Senna che hanno espresso apprezzamento per le iniziative dedicate al loro congiunto a Siculiana.

Tra queste appunto il progetto Ayrton Senna/ritorno alle origini col museo realizzato dagli architetti Salvatore Nigrelli e Francesco Ferla, presso la Torre dell’Orologio in Piazza Umberto

«Ci hanno chiesto di narrare attraverso la realizzazione di forme, spazi e superfici – spiegano gli architetti - una storia carica di significato e di rimandi alle vicende di molte famiglie siciliane dell’Ottocento.

Inizialmente ci ha spiazzato il fatto che il fulcro di tutto fosse Ayrton Senna, il campione di Formula Uno scomparso tragicamente trent’anni fa. Grazie comunque al certosino lavoro di ricerca durato più di un anno, i giornalisti Giacinto Pipitone e Anna Restivo, hanno ricostruito le vicissitudini di una famiglia come tante altre, costretta ad emigrare per cercare fortuna in Brasile e dalla quale nasce il pilota Senna.

Un lavoro attento e meticoloso che ci ha dato molti spunti e approfondimenti che hanno tracciato la strada per la creazione del Museo dedicato a Senna, voluto fortemente dal sindaco che da tempo lavora alla valorizzazione delle nostre origini che diventano un’occasione di sviluppo turistico».

E su tale museo e sugli auspicati flussi di turisti nel paesino agrigentino si fonda la narrazione delle origini storiche del campione che si ritrovano ancora nelle vie e nelle pietre di Siculiana.

Non a caso il museo avrà sì una rilevante componente tecnologica con diverse postazioni dove interagire con le attrezzature digitali, come degli hardwer (Oculus) con tecnologia Virtual reality e touch screen, ma, come spiegano sottolineano ancora gli architetti Salvatore Nigrelli e Francesco Ferla: «La collaborazione tra il Comune di Siculiana e la Fondazione Senna ci ha permesso di avere del materiale originale che diventa l’essenza progettuale e concettuale degli spazi allestiti.

Da subito abbiamo capito che la forte componente spirituale dell’uomo Senna è in diretto collegamento con le radici siciliane ed è per questo che, i contenuti del museo, sono imperniati sulla ricerca di una narrazione che accosta la sensibilità di Ayrton alla sua terra di origine, la Sicilia, dove la religiosità si fonde con la vita, ed il territorio selvaggio, malinconico e stupendo, conduce verso un viaggio introspettivo che porta alle origini di tutto. Un museo dedicato sia al campione che all’uomo, nel trentennale della sua scomparsa, dove la componente mistica siciliana sarà il filo conduttore».

I familiari del campione brasiliano, che hanno collaborato fattivamente col Comune di Siculiana alla ricostruzione della storia personale di Ayrton, saranno ricevuti proprio dal sindaco Zambito e a loro verrà consegnata la cittadinanza onoraria postuma, chiudendo quel cerchio che si era aperto nell’Ottocento.

«Le radici e la memoria sono strumento per rafforzare l’identità del nostro territorio. Il Comune di Siculiana ha progettato un museo dedicato ad Ayrton Senna che conterrà il racconto di una famiglia di emigranti siculianesi la cui determinazione e coraggio li spinge ad attraversare l’oceano e raggiungere il Brasile» ha rimarcato il sindaco.

Insomma, benvenuto o bentornato a Siculiana, Ayrton Senna, il paese che nel 1311 ospitò il matrimonio tra Costanza Chiaramonte e Brancaleone Doria e dove si racconta la leggenda dei matrimoni benedetti che fa di Siculiana la Città degli sposi.

«Il nostro progetto di ricerca storica – conclude il sindaco - ha riservato una particolare attenzione ai tanti siculianesi nel mondo che tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 emigrarono in cerca di una vita migliore. Una ricerca che intende restituire le origini a concittadini costretti dalle condizioni economiche a lasciare Siculiana. Un modo per restituire loro quell’appartenenza alla quale hanno dovuto rinunciare e soprattutto per invitarli a riscoprire la loro terra e a raccontare il "loro viaggio"».
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