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Il tesoro nascosto della Valle dei Templi: dagli scavi riemergono busti, statuette e vasi

Un ricchissimo deposito votivo composto da almeno una sessantina di statuette, protomi e busti femminili in terracotta, lucerne e piccoli vasi mescolati a ossa

Balarm
La redazione
  • 13 settembre 2023

Con la distruzione di Akragas nel 406 a.C. ad opera dei cartaginesi, gli abitanti fuggirono a Gela lasciando tutto: i beni, l'ordinario e anche gli dei dinanzi a cui pregare.

Un ricchissimo deposito votivo composto da almeno una sessantina di statuette, protomi e busti femminili in terracotta, lucerne e piccoli vasi, frammenti di bronzo, mescolati a un gran numero di ossa.

Un tesoro ritrovato durante gli scavi nella Valle dei Templi di Agrigento, nella Casa VII b, che costituisce parte del complesso abitativo a nord del tempio di Giunone.

La campagna è interamente finanziata e sostenuta dalla Regione Siciliana attraverso il Parco archeologico, diretto da Roberto Sciarratta, ed è guidata dall'archeologa Maria Concetta Parello.

I ritrovamenti permettono di comprendere le dinamiche della distruzione di Agrigento nel 406 avanti Cristo ad opera dei cartaginesi, quando gli abitanti dovettero fuggire lasciando, come scrive Diodoro Siculo, "tutto quello che aveva costituito la loro felicità".
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Il deposito votivo, che sembrerebbe sistemato sopra i livelli di distruzione della casa, potrebbe raccontare il momento in cui gli oggetti che lo compongono furono recuperati dagli akragantini dopo la distruzione.

«È un intervento scientifico che abbiamo sostenuto negli ultimi anni - afferma il direttore del Parco Valle dei Templi, Roberto Sciarratta - e che ha dato da subito dei risultati importanti. Nell'area di scavo, che ci regala una lettura dettagliata degli avvenimenti storici, era già stato individuato un ampio settore di abitato, ovvero case di età greca, la cui fase principale termina con la conquista e la distruzione della città da parte dei Cartaginesi».

Per definire con certezza la funzione dell'interessante deposito occorrerà proseguire la ricerca, ponendo massima attenzione alle connessioni stratigrafiche tra il deposito e i livelli di vita e di abbandono della casa. Intanto è già stato programmato il restauro dei numerosissimi reperti recuperati in previsione di una loro immediata valorizzazione.

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