PERSONAGGI

HomeNewsLifestylePersonaggi

In giro per il mondo a caccia di storie felici: l'avventura di Giuseppe fa tappa in Sicilia

Il giovane ha deciso di andare alla ricerca della felicità facendo un viaggio intorno al mondo per incontrare persone che hanno una vita straordinariamente felice

  • 26 ottobre 2020

Giuseppe Bertuccio D’Angelo a Palermo

Può la ricerca della felicità essere essa stessa la felicità? A quanto pare sì. Quantomeno per Giuseppe Bertuccio D’Angelo, che ha preso alla lettera chi dice che "la felicità non è la destinazione, ma un viaggio".

Trent’anni appena compiuti, originario di Messina ma nato a Lecco «per sbaglio» (ci tiene a sottolinearlo), Giuseppe l’anno scorso ha deciso di andare alla ricerca della formula universale della felicità facendo un viaggio intorno al mondo per incontrare persone normali che hanno una vita straordinariamente felice, così da scoprirne il segreto.

Non è nuovo ad avventure ed esperienze del genere. Già nel 2014 il trentenne, dopo la laurea in Marketing alla Bicocca e gli anni trascorsi a lavorare come commesso per racimolare qualche soldo, ha fatto il giro del mondo in solitaria, trasformando il suo sogno da bambino in realtà.

Una volta tornato e stabilitosi a Barcellona, però, sente di non star tenendo fede al suo desiderio di «vivere una vita fatta di tante vite in una». Decide, così, di scacciare la pigrizia e di compiere un’impresa che gli sembrava impossibile: partecipare al triathlon più duro al mondo, trasformandosi da uomo medio in “Iroman” in un solo anno e senza mai essersi allenato prima.
Adv
Non gli basta però. Giuseppe è un sognatore cronico, un giovane «senza talenti speciali» ma con in tasca l’ingrediente più importante per la sua nuova avventura: la curiosità.

Con un pizzico di leggerezza, tanta sete di conoscenza, alcuni sponsor a sostenerlo e un team che lo accompagna nella condivisione online, decide quindi di aggiungere un’altra vita a quelle già vissute e, con zaino in spalla e tanto studio preliminare, nel 2019 riparte alla volta del mondo per provare a trovare risposta alla fatidica domanda che da millenni attanaglia l’uomo: "che cos’è la felicità?".

Nasce così il "Progetto Happiness", un progetto ideato e pianificato nei minimi dettagli, ma in continuo divenire. «Partito forse con l’arroganza di trovare una formula universale, sto capendo che non esiste un’unica ricetta. Sto scoprendo nuove fonti di felicità, tante quante le persone che incontro», racconta.

E non sono certo poche le storie che ha vissuto e le vite che ha incrociato e sta continuando a incrociare. 26 aerei presi, 13 Paesi visitati, un numero di persone incontrate finora impossibile da calcolare: attraversando il mondo da un capo all’altro, ha ascoltato maratoneti, astronauti, eremiti, ma anche bambini in un campo profughi o suore che coltivano la cannabis.

«C’è chi afferma che una volta raggiunta la felicità non è più felicità – dice Giuseppe – ecco perché per me essere felice significa rendermi conto delle svariate fonti di felicità che ho intorno e che prima non vedevo».

D’altronde ormai è consapevole che non esiste una regola matematica, ma che in ogni angolo della Terra ognuno trova la felicità in modo diverso. «Mi ha colpito moltissimo Dilavar, ad esempio, un manual scavenger della casta indiana “gli intoccabili”, che mi ha risposto di trovarla nella sua famiglia, nel vivere non facendo del male a nessuno e nel suo lavoro» - racconta.

«Sai perché? Perché il suo lavoro consiste nel pulire le fogne a mani nude, a volte immergendocisi anche. Sono rimasto scioccato. Nessuno sarebbe felice di farlo. Eppure lui lo è perché, grazie al suo lavoro, può sfamare la famiglia, sperando che in futuro i suoi figli possano affrancarsi dalla sua vita e dal suo mestiere. Questo mi ha fatto riflettere molto».

Giuseppe è un giovane sensibile e curioso del mondo che dal mondo sta imparando a non arrendersi alle prime difficoltà. Anche per questo lo scoppiare della pandemia non lo ha abbattuto quando, ad Atlanta, ha dovuto interrompere la sua ricerca. Tornato nel nostro Paese, infatti, ha sfruttato il periodo di lockdown per rimodulare il suo viaggio.

Adesso il progetto si è spostato in Italia: dal 21 agosto, partito dalla Sardegna dove è rimasto impressionato dal toccante incontro con l’ultra maratoneta Roberto Zanda, sta risalendo lo stivale in smart. Sono 9 le regioni che ha già girato, Sicilia compresa: qui, tra gli altri, ha incontrato i volontari di Addiopizzo, l’ambasciatore del Sorriso Andrea Caschetto e un senzatetto con un cognome famoso. Tutto documentato.

Oltre alle stories su Instagram e agli aggiornamenti su Facebook che il trentenne pubblica quotidianamente, ogni settimana è infatti possibile guardare un video-reportage su YouTube.

Conta di concludere la sua esperienza a Natale. Anche se con lui il verbo concludere non è mai azzeccato. Un libro e un cortometraggio sono già in cantiere, così come il suo prossimo viaggio, stavolta in Europa. Insomma, un’esistenza in continuo movimento che ha il sapore della felicità.

«La vita è unica, per questo ho deciso di fare, perché bisogna prenderla meno sul serio per prenderla davvero sul serio, viverla strategicamente alla leggera per fa sì che sia straordinaria».

Sarà forse questo uno degli ingredienti segreti per essere felici?
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.
...e condividi questo articolo sui tuoi social:

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI