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In Sicilia c'è la (splendida) Valle delle Muse: misteri irrisolti e segreti di un'oasi "sacrale"

Nel corso degli anni è stata oggetto di numerosi studi da parte degli archeologi. A destare particolare curiosità sono le due cavità scolpite nella pietra

Livio Grasso
Archeologo
  • 21 novembre 2022

La Valle delle Muse di Adrano

Considerata una delle attrazioni più suggestive del versante etneo, la Valle delle Muse è un’oasi naturalistica dietro cui si celano segreti e misteri. Situata a circa tre chilometri dalla città di Adrano, l’area è solcata dal Simeto. Proprio qui, inoltre, il fiume forma una piccola ansa scorrendo lentamente tra alti basati colonnari.

Al centro di questa piccola "insenatura", per chi non lo sapesse, si innalza un poderoso blocco di arenaria dalla forma tondeggiante. Per quanto, a prima vista, possa sembrare una semplice masso roccioso, nella realtà dei fatti è molto più di questo.

Non a caso, nel corso degli anni, è stato oggetto di numerosi studi e interpretazioni da parte degli archeologi. A destare particolare curiosità, per l’appunto, sono le due cavità scolpite nella pietra. Esse, a giudizio dei ricercatori, oltre a testimoniare grande perizia compositiva sottintendono una funzione a carattere eminentemente sacrale.
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In parole semplici, si tratta di due vasche quadrangolari scavate su due livelli e sapientemente collegate da un foro circolare. Le ispezioni in loco hanno, altresì, comprovato la presenza di un ulteriore foro circolare in collegamento con la seconda vasca che sfocia direttamente nel corso fluviale. Uno dei tanti interrogativi che si pongono gli studiosi è risalire alle maestranze delle suddette “strutture”.

Al contempo, altra incognita di difficile risoluzione è comprendere l’esatta e originaria destinazione d’uso. Secondo le fonti storiche, probabilmente, furono realizzate dagli abitanti dell’antica città sicula di Adranon per svolgere dei riti propiziatori in onore delle divinità locali.

Alcuni credono che gran parte delle offerte sacrificali erano dedicate al dio Adranon, in memoria del quale i devoti avevano pure edificato un tempio nei pressi dell’insediamento urbano. Altri, di converso, ipotizzano che l’edificio templare fu costruito per onorare i cosiddetti Palici i quali, prestando fede alla tradizione mitologica, erano delle divinità oracolari sicule generate dall’unione tra Zeus e la ninfa Talia.

Ad ogni modo, la disposizione delle due vasche a strapiombo sul fiume, alluderebbe all’usanza di immolare animali con l’intento di farne defluire il sangue verso le acque sottostanti. La teoria, per di più, sembra essere confermata dai fori che tuttora si scorgono in ambedue le vasche.

Con molta probabilità, tali rituali venivano officiati dai sacerdoti per favorire la fertilità e rigogliosità dell’intera valle. Ciò derivava dal fatto che, anticamente, il Simeto era adorato come una vera e propria divinità fluviale. Lo stesso Ovidio, nel XIII libro delle “Metamorfosi”, riporta che il fiume Simeto era eroicizzato e particolarmente venerato. Ciò che, però, lascia davvero perplessi è la ragione per la quale sia stato affibbiato il soprannome “Valle delle Muse” al paesaggio naturalistico in questione.

A tal proposito, sebbene non si possa affermare con certezza, il motivo di un simile appellativo potrebbe derivare dalla presenza delle sorgenti d’’acqua che ancora oggi confluiscono nella piccola valle. In virtù di questo, diversi studiosi del territorio hanno avanzato l’ipotesi che la zona fosse adibita a bagni sacri e percorsi iniziatici.

In ogni caso, a prescindere da qualunque dibattito, la Valle delle Muse rappresenta uno dei luoghi più carismatici della Sicilia non solo per il fascino ieratico che manifesta ma, soprattutto, per l’incantevole bellezza paesaggistica di cui è indiscutibilmente espressione.
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