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In Sicilia meno del 20% la fa: allarme per la prevenzione del tumore al colon retto

Nelle attività di screening l'Isola ha ottenuto un punteggio di appena 49 su 100 ed è al di sotto della media nazionale: il punto in un evento ai Cantieri Culturali a Palermo

Ferdinando Lo Monaco
Studente di Scienze della Comunicazione
  • 22 ottobre 2025

Screening di prevenzione

La Sicilia, com’è noto, dal punto di vista sanitario presenta diverse problematiche. I continui tagli ai fondi e al personale, insieme ai disservizi sempre più frequenti, hanno spinto alcuni cittadini ad allontanarsi dalla sanità pubblica o, nel peggiore dei casi, a rinunciare del tutto alle cure e alla prevenzione. Secondo quanto riportato dalla "Fondazione Gimbe" nel 2024, il 7,2% dei siciliani ha rinunciato alle cure mediche. Le ragioni? Da un lato i costi, dall’altro la crescente sfiducia dovuta ai disservizi che affliggono in particolare la sanità pubblica.

Ciò non toglie che la prevenzione, soprattutto per le malattie che ogni anno mietono un numero alto di vittime, resti di fondamentale importanza. Per esempio, in Italia ogni 25 minuti una persona muore di tumore del colon-retto: a lanciare l'allarme è il professore Giuseppe Galloro, ordinario di Chirurgia generale all'Università Federico II di Napoli e neopresidente della Sied (Società Italiana di Endoscopia Digestiva).

Il megafono di questo messaggio è il corso nazionale Sied, che quest’anno si terrà proprio in Sicilia, ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo. Il corso si svolge dal 22 al 24 ottobre, e riunisce alcuni dei massimi esperti internazionali di endoscopia digestiva, tra cui Yutaka Saito, direttore della divisione di Endoscopia digestiva del National Cancer Center Hospital di Tokyo e professore di Gastroenterologia alla Tokyo Medical University.

Un’occasione preziosa per riportare al centro dell’attenzione un tema cruciale come la prevenzione sanitaria, soprattutto in Sicilia, dove i livelli di adesione agli screening oncologici restano tra i più bassi d’Italia. I dati del Ministero della Salute parlano chiaro: l’Isola ha ottenuto un punteggio di appena 49 su 100 nelle attività preventive legate ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), un valore nettamente inferiore alla media nazionale.

Come ha anche evidenziato lo stesso Galloro: «In Italia il sistema degli screening è decisamente eterogeneo con un grosso gap tra Nord e Sud del Paese e soprattutto l’adesione della popolazione è ancora molto bassa».

In particolare, secondo gli ultimi dati disponibili diffusi da GISCoR, il Gruppo Italiano Screening tumori colon-rettali, in Italia nella fase di reclutamento, che dipende dagli assessorati regionali alla salute in ottemperanza ad un regolamento ministeriale, si registrano ottimi numeri per quanto riguarda le regioni del Nord (al 97%) e del centro (al 93%). Ben più preoccupanti invece quelli del Sud, che registrano un’efficacia del 45%.

Ancor più allarmanti su tutto il territorio nazionale i dati di adesione al reclutamento per gli screening previsti dalle regioni: la percentuale dei soggetti contattati che si sottopongono alla colonscopia di screening è del 46% al Nord (con le eccezioni di Veneto e Valle D’Aosta sopra al 60%), del 30% al Centro (con il Lazio sotto il 20%) e del 20% al Sud (con la Sicilia e la Calabria ampliamente sotto anche questa percentuale).

«Questi numeri fotografano una realtà grave - sottolinea Galloro - perché, se pure l’organizzazione è elevata, non lo è la sensibilità dei cittadini italiani a fare lo screening e le conseguenze in termini di mortalità sono drammatiche. Ecco che nel prossimo triennio, non solo in Italia, la SIED, che è la società scientifica che, in ambito europeo, fornisce il maggior numero di soci e contributi scientifici alla Società Europea di Endoscopia Digestiva, vuole diventare un motore sempre più attivo per la creazione di campagne di sensibilizzazione che incidano proprio sulla ‘cultura’ della prevenzione -conclude Galloro - iniziando dai più giovani che magari saranno gli ‘educatori’ anche dei genitori (visto che gli screening si rivolgono ad adulti over 50)».

Non resta che augurarsi che un evento di tale portata possa diventare una vera cassa di risonanza per la cultura della prevenzione in Sicilia, una regione che, tanto nei dati quanto nel dibattito pubblico, appare sempre più distante dal riporre fiducia nella propria sanità.
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