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L'altra Sicilia: otto posti da non perdere se siete a caccia di fantasmi e misteri storici

Cronache antiche mescolate a leggende popolari, misteriose visioni e incontri con fantasmi del passato: la Sicilia ha un'altra faccia, oscura, tra castelli, palazzi e strade

Balarm
La redazione
  • 6 settembre 2018

I diavoli della Zisa (Palermo)

Non solo mare, boschi e monumenti: la Sicilia ha un ricco patrimonio di storie a tinte fosche tra testimonianze inquietanti, cronache e leggende che si fondono e si mescolano.

Da Palermo a Catania passando per Erice o Palma di Montechiaro, le storie di presenze, accadimenti strani e inspiegabili sono decine ed ecco un piccolo diario per chi si vuole avventurare.

Partiamo appunto da Palermo dal Castello della Zisa dai suoi diavoli, una decorazione pittorica che si trova nell’arco d’ingresso alla Sala della Fontana.

Sono delle creature mitologiche che rappresentano delle divinità olimpiche tra cui Giove, Nettuno, Plutone, Giunone, Mercurio, Venere e Marte e secondo la tradizione questi demoni custodiscono monete d’oro nascoste all’interno del Palazzo e che rivelino la posizione del tesoro a chiunque riesca a contarli.

La prima leggenda vuole che sia impossibile: animandosi, i diavoli della Zisa confondono il visitatore muovendosi e mescolandosi tra loro. La seconda leggenda invece vuole che chiunque tenti l'operazione nel il giorno dell’Annunziata (25 marzo) li vedrà ghignare e agitare le code.
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Andiamo a Catania: all'interno del Castello Ursino avverrebbero cose molto singolari come per esempio avvistamenti delle presenze che hanno fatto parte della storia dell'edificio.

Molti di quelli che lavorano al castello sostengono di aver visto o ascoltato gli spiriti dei prigionieri (è stato per un periodo un carcere), soprattutto di notte: i corridoi e le stanze rivivono con il movimento anomalo di oggetti, di sussurri, di lamenti e pianti, le porte si chiudono da sole, le luci si accendono e spengono senza controllo e i dispositivi elettronici mostrano inspiegabili anomalie.

Un salto ad Agrigento per trovare il tesoro del re Falaride che pare abbia nascosto poco prima di morire (alla fine del 500 avanti Cristo), negli Ipogei del Purgatorio o del Labirinto: tanti ricercatori hanno tentato la ricerca e tentano ancora oggi addentrandosi nella città sotterranea correndo il rischio di non riuscire più a uscire.

La credenza è infatti che gli ipogei siano incantati e che sia difficile tornare in superficie: in realtà la predisposizione del terreno e la tecnica di costruzione (labirintica) incanalano il vento per i corridoi spingendo indietro, con furia, chi cammina verso l'esterno.

Un altro salto ad Agrigento, questa volta nella Cattedrale di San Gerlando dove si verifica il "fenomeno del portavoce": chiunque si trova all'altezza dell'abside può ascoltare le parole, perfino sussurrate, di chi si trova all'ingresso della chiesa, distante 85 metri.

Spostiamoci a ovest e saliamo fino a Erice: la storia, non molto conosciuta, è di un fantasma che ancora oggi dimora all’inter­no delle antiche mura della città ed è nota come la Belli­na di Erice.

Vissuta intorno al 1200 e in un nobile casato, si dice che rifiutasse ogni corteggiatore e che trascorresse tutto il suo tempo affacciata a rimirare l'orizzonte in attesa del ritorno dell'unico che le interessava, partito per la guerra. Oggi si dice che continua ad abitare le case abbandonate vicine le mura affacciandosi dalle finestre per attirare i passanti. Giuseppe Pitrè descrive la fase successiva: la bellina si trasforma in biscia quando qualcuno la raggiunge.

La discesa stregata vicino Siracusa. Se sulla strada statale che collega Francofonte a Vizzini fermate l'auto e spegnete il motore lasciandola però in folle, vi troverete ad avanzare nonostante la strada davanti a voi sia in salita. Si chiama non ufficialmente viottolo delle Streghe: e in molti conoscono questo fenomeno della "salita in discesa".

Si pensa che sia per effetto di una maledizione ma in realtà l'effetto è solo ottico, dovuto alla pendenza. Sembra che la strada sia salita ma invece è in discesa. Curioso, da provare (facendo rotolare una bottiglia o una palla però).

Andiamo ora a Valverde, nel Santuario di Maria Santissima, qui nell'agosto del 1040 ha avuto luogo il Prodigio del Pilastro: una immagine della Madonna è ancora visibile ai visitatori. La leggenda nasce dalla conversione alla religione cristiana di un brigante: assolto in preghiera, vide la Vergine avvolta in un raggio di luce e circondata dagli angeli.

Quando la visione scomparve su un pilastro rimase impressa la sua immagine, così bella da non poter essere attribuibile ad un autore umano. Un'altra cosa: l'11 gennaio 1693 il terremoto della Val di Noto distrusse l'intero santuario lasciando illeso il pilastro.

La galleria elettromagnetica di Tremonzelli e gli strani incidenti: auto che si spengono, improvvise avarie e tir che prendono fuoco.

Siamo sull’A19, autostrada che collega Palermo a Catania e sono decine le segnalazioni di automobilisti che raccontano di avere avuto guasti al motore o di essere vivi per miracolo: l’Arpa Sicilia ha fatto campagna di rilevamento installando centraline ma non ci sono segnali importanti. Fino a oggi gli episodi di Tremonzelli sono catalogati come pure e semplici casualità.

Un ultimo step: questa volta a Marsala per visitare bere l'acqua che sgorga dalle spalle di una statua e imparare a vedere il futuro.

Siamo nella famosa cripta di San Giovanni, nota anche come "grotta della Sibilla" e, secondo la tradizone, tra quelle acque si nasconde ancora la sibilla, trasformata in serpente. L'acqua contaminata dai poteri della Sibilla, trasmette a chi la beve il dono della profezia.
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