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La breve (ma intensa) vita del Cimitero Pub a Palermo: qui i drink li servivano nei teschi

Negli anni '90, all'ingresso del locale all'Acquasanta, si leggeva così: "Entrando al cimitero lascia fuori ogni pensiero, lascia fuori tutti i guai e bevi a non finire mai"

Valentina Frinchi
Freelance in comunicazione e spettacolo
  • 15 marzo 2023

L'interno del Cimitero Pub di Palermo (foto da Facebook)

L'Acquasanta è una zona di Palermo che costeggia il suo mare ed è piena di storia, misteri, e anche di tanti dei nostri defunti che riposano in pace.

Ma non è stato sempre così. Per qualche tempo c'è stato un certo movimento in questo quartiere e più precisamente vicino alla manifattura Tabacchi, sulla via Gulì, in un'ala di un cimitero inglese che risale al 1812. Un posto pieno di racconti da narrare e di salme inglesi, francesi e tedesche.

Nella vecchia casa del guardiano, sorse per qualche tempo, nei mitici anni '90, un locale che aveva il nome di "Cimitero Pub". Un posto creato da un abitante della via Belmonte dove all'ingresso si leggeva così: "Entrando al cimitero lascia fuori ogni pensiero, lascia fuori tutti i guai e bevi a non finire mai".

Quel cimitero inglese era chiamato "Il camposanto straniero di chi moriva senza Dio". E si vocifera pure che lì siano sepolte le spoglie della nobile famiglia Whitaker.
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Ma non si sa se sia verità o legenda. In quel locale era necessaria una sorta di disinvoltura per bere con classe un Bloody Mary in dei giganteschi bicchieri a forma di teschio e le patatine in dei vassoi a forma di bara.

E si mangiava parecchio bene! Quel padrone di casa era sempre delizioso con tutti, allegro e disponibile, e intratteneva quella generazione di clienti raccontando indimenticabili storie.

Ma poco dopo, com'era prevedibile, scattò un controllo da parte della polizia, poiché quell'ambiente, anche se era stato liberato da certi teloni neri, non era a norma della legge 460 del 1999 che tutelava i corpi bassi ai lati dell'androne di questa fatiscente, ma quanto affascinante, struttura.

In quegli anni però, quel posto fu tanto amato dalla movida palermitana, un po' per il nome inquietante, un po' perché gli appassionati del bere ma anche le comitive in genere amavano trascorrere le loro serate dei weekend in quel posto davanti al mare con quell'aria frizzantina e misteriosa.

Alla fine, era un giardino perfetto soprattutto quando era quasi estate e si potevano assistere a dei tramonti mozzafiato guardando Monte Pellegrino sempre abbastanza da vicino.

Proprio come diceva l'ufficiale borbonico Gabriele Quattromani: "Godesi da quel giardino un orizzonte piacevole poiché il Monte Pellegrino vi è sopra vicinissimo". E' altrettanto vero che far sorgere un luogo di svago tra sepolture quasi divelte e abbandonate non fu una bella pensata.
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