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La "dea" dei nostri mari va tutelata: viva o morta, la Posidonia è una preziosa risorsa

Queste montagne di fogliame ogni anno vengono eliminate dalle amministrazioni che le trasportano purtroppo in discarica. Posso invece essere riutilizzate in tanti modi diversi

Balarm
La redazione
  • 30 marzo 2021

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Il nome Posidonia deriva dal greco Ποσειδών, Poseidone, il dio del mare e si tratta di piante acquatiche chiamate idrofite.

Per molti le distese marroni che si creano sulla battigia di tante spiagge durante la primavera, rappresentano solo un rifiuto maleodorante invece, come racconta l'associazione Mare Amico "questi cumuli di fogliame sono importantissimi
Sono costituiti da ciuffi di posidonia oceanica, strappate dalla forza del mare e depositate sulle nostre spiagge dalle correnti.
La posidonia oceanica è una pianta acquatica fondamentale per il nostro ecosistema. Essa ospita molti organismi animali e vegetali che vivono nella prateria e dove trovano nutrimento e protezione".

I posidonieti rappresentano una formazione chiave dell'ecosistema marino costiero, e proprio per questo motivo sono tutelati come siti di importanza comunitaria (SIC). La loro funzione in mare è anche quella di smorzare la forza delle onde e quindi rappresentano una difesa naturale contro l’erosione costiera. "Ma anche dopo morte - scrive l'associazione - svolgono la loro funzione di ammortizzatore, poiché innalzano lo spessore delle spiagge ed opponendosi al moto ondoso, riducono l'erosione costiera.
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Purtroppo queste montagne di fogliame non sono gradite dai bagnanti ed ogni anno le amministrazioni si prodigano per la loro eliminazione, trasportandole in discarica, insieme a tanta sabbia intrappolata dentro.

Nelle zone costiere aggredite dall’erosione, queste montagne di posidonia vanno lasciate in loco. Mentre nelle spiagge stabilizzate questo fogliame può essere raccolto e trasformato da rifiuto in risorsa, come il cemento ecocompatibile, come compost o come si sta facendo nelle isole Egadi con il progetto “MEDONIA” che consiste nel riutilizzo di questi residui spiaggiati come riempimento di arredi multifunzionale per l'uso balneare, come ad esempio sedute e stuoie destinate soprattutto per la fruizione delle superfici rocciose durante il periodo estivo".
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