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La fontana perduta di Palazzo dei Normanni si è rivelata con il restauro dei due leoni

I leoni sono stati restaurati e insieme alle copie in 3D sono esposti nella sala Re Ruggero di Palazzo Reale a Palermo: sembra fossero ornamenti ti una fontana andata perduta

Balarm
La redazione
  • 15 febbraio 2019

I leoni di palazzo Reale con le loro copie stampate in 3D

"il leone è simbolo del fuoco e del sole - ha detto Marco Masseti, zoologo e paleologo - forza fisica e vigore, nonché di resistenza, misericordia e regalità".

Sono stati restaurati grazie alla convenzione di Fondazione Federico II con il corso in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell'Università di Palermo nell'ambito del progetto intitolato "Avanti nella storia" e resteranno esposti per il pubblico nella sala Re Ruggero di Palazzo dei Normanni a Palermo.

«Questi leoni di immenso valore erano finiti nel dimenticatoio - hanno detto Gianfranco Miccichè, presidente dell'Aes e Patrizia Monterosso direttore della Fondazione - non solo li abbiamo restaurati ma utilizziamo l’innovazione per viaggiare indietro nel tempo, conservare l’eredità culturale ed esaminare l’iconologia del Palazzo. Lo facciamo con un approccio multidisciplinare, che mette insieme storici e innovatori».
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Monterosso e Micciché parlano dell'innovazione della stampante 3D: infatti insieme alle due sculture sono esposte le copie in fibra di mais stampate con questa nuova tecnologia.

Dei veri e propri "cloni d’arte" realizzati attraverso l’analisi del DNA dell’originale grazie ad una tecnologia 3D che utilizza algoritmi di intelligenza artificiale e si tratta del primo di una serie di interventi di valorizzazione del patrimonio 3D di Palazzo Reale, realizzato dall'Assemblea Regionale Siciliana.

Giorgio Gori, fondatore di Artficial (realtà che ha prodotto le copie) ha spiegato che «Da ogni opera d’arte ricaviamo un vero e proprio DNA che porta alla creazione del clone digitale che riproduce l’informazione al millesimo. L’arte diventa così alla portata di tutti, appassionati, cultori, semplici amanti. Leggera, permeabile, contemporanea, divertente. Così abbiamo creato un archivio straordinario di opere d’arte: trasformate in byte, ma soprattuttoimmuni allo scorrere del tempo».

Con due monitor touch interattivi istallati in Sala dei Venti i visitatori possono osservare il leone e la sua smaterializzazione in 3D facendo un tour virtuale all'interno della Sala di Re Ruggero e della Sala dei Venti.

«Stiamo utilizzando - spiegano ancora Miccichè e Monterosso - un modello di fruizione del Palazzo con un approccio multidisciplinare: un viaggio temporale tra il XII secolo e i giorni nostri in compagnia dello storico dell'arte, dell'esperto della simbologia medioevale, degli specialisti della tecnologia. I leoni rappresentano, quindi, la chiave di accesso alla macchina del tempo».

I due leoni originali in marmo risalgono al Dodicesimo secolo e per quanto «Non si hanno notizie sull’origine del materiale lapideo - continua Massetti - con tutta probabilità, le due sculture facevano parte di una fontana, come si deduce dalla presenza di fori per l’emissione dell’acqua in corrispondenza delle fauci e della porzione superiore della testa».

Potrebbero infatti rappresentare l’unica parte superstite della fontana dell’Aula Verde, una sala menzionata dai cronisti di età normanna.

Sarebbero a quanto sembra ornamenti da fontana che potrebbero essere posti in relazione ad altre due statue stilofore in marmo con le sembianze di elefanti che sono conservate a Mazara del Vallo, nella chiesa di San Bartolomeo.

Chi c'è dietro Artificial? Un team di giovani visionari che utilizzano il loro know-how tecnologico per alimentare la creatività umana.

È una startup tecnologica premiata nel 2015 al Pioneers Festival di Vienna come una delle 50 migliori startup internazionali, autorizzata a riprodurre, mediante la tecnologia delle stampanti 3D le più importanti sculture dell'arte classica: l'opera viene interamente scannerizzata a laser per poi esser stampata su fibra di mais in qualsiasi misura e in qualsiasi colore.

Leggera, permeabile e contemporanea, l'opera viene riprodotta per essere riletta e rifruita dal pubblico che apprende in questo modo anche il valore dell'originale.
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