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La gestualità è da cafoni? Macchè, c'è chi la promuove e la propone come patrimonio Unesco

Luca Vullo ha lanciato una petizione online affinché la gestualità italiana riceva il giusto riconoscimento internazionale e diventi patrimonio dell'umanità

Balarm
La redazione
  • 19 dicembre 2020

Luca Vullo

Quante volte ci siamo sentiti dire che siamo il popolo che gesticola di più, con conseguenti risatine e occhiate di sufficienza?

A Luca Vullo questa circostanza sta un po’ stretta al punto che ha lanciato una petizione, diretta alla Commissione nazionale italiana per l’UNESCO e non solo, relativa proprio alla valorizzazione della gestualità italiana.

È fuor di dubbio - almeno per noi abitanti dello Stivale - che l’uso delle mani abbinato all’uso della parola sia un patrimonio storico e culturale del nostro paese, che possiede uno dei codici linguistici più articolati e affascinanti del mondo.

Secondo Vullo, semmai, gesticolare è da intendere come un’arte del corpo, da preservare come Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità.

Il giovane italiano, infatti, collabora da anni con prestigiose università, Istituti Italiani di Cultura e Ambasciate in diversi paesi del mondo, tenendo workshop proprio sulla gestualità italiana per gli studenti e appassionati della nostra lingua.
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E se ciò non fosse sufficiente ha pensato, e realizzato, anche lo spettacolo teatrale "La voce del corpo" che mette a confronto la nostra gestualità con quella di altri popoli.

«Da diversi anni - si legge sulla pagina che accoglie la petizione di Vullo - con questi eventi rappresentiamo l'Italia all'estero durante la Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, evento culturale internazionale che si svolge nel mese di ottobre, su iniziativa dell'Accademia della Crusca in cooperazione con la Direzione generale per la promozione e la cooperazione culturale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale».

Luca Vullo, insomma, le ha provate tutte le strade (e molte ancora di sicuro ne escogiterà) per dare il giusto onore alla gestualità italiana.

Dal 2020 collabora con l’Università Bocconi di Milano, curando workshop interattivi sulla gestualità italiana per gli studenti internazionali provenienti dalle oltre 200 università partner che partecipano alla exchange incoming.

Ha tenuto un talk, al TEDx di Varese nel 2019, dal titolo "Come parlare senza parlare" e ha pubblicato pure il libro “L'Italia s'è gesta. Come parlare italiano senza parlare”, dove racconta le straordinarie avventure internazionali che ha vissuto in qualità di "prof. di gestualità italiana".

Il suo sogno però sarebbe che la gestualità diventasse materia di studio in quanto “è un aspetto identitario fondamentale per comprendere la mentalità di un popolo unico al mondo”.

La petizione, che potrete sottoscrivere qui, è rivolta ai tanti italiani che sono consapevoli e orgogliosi di questo “super potere linguistico nazionale” e a tutti i non italiani che amano il nostro paese, l'arte e la cultura italiana, la nostra lingua, (la quarta più studiata al mondo).
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