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Lì dove il tempo si è fermato: in un video i ruderi di un'immensa cattedrale in Sicilia

Ammirando i suoi ruderi possiamo ancora vedere tutta la maestosità di un luogo in cui il tempo si è tragicamente fermato 55 anni fa, dopo il sisma del 1968

Balarm
La redazione
  • 30 aprile 2023

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Ammirando i suoi ruderi possiamo ancora vedere tutta la maestosità di un luogo in cui il tempo si è tragicamente fermato 55 anni fa. Con questo video di Vincenzo Ceraso vi portiamo alla scoperta della Cattedrale di Montevago, nella Valle del Belice.

La Chiesa Madre fu costruita sul luogo dove sorgeva un tempo la Chiesa del Santissimo Crocifisso o del Purgatorio. Dedicata agli Apostoli Pietro e Paolo, fu iniziata a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo dal Principe Giovanni Gravina Moncada.

In seguito al sisma del 1968 è andata completamente distrutta. Ne restano pochi ruderi, oggi considerati tra le testimonianze visibili del tragico terremoto. A guardarli si può immaginare la maestosità della struttura, che voleva ispirarsi alla Cattedrale di Palermo.

A gennaio 2022, a 54 anni dal sisma, la vecchia cattedrale è stata riavviata al culto. A ottobre dello stesso anno l'assessorato regionale alle Infrastrutture, nell’ambito del Piano di sviluppo e coesione della Sicilia, ha finanziato i lavori di completamento del restauro, par a circa un milione e mezzo di euro.
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In origine la facciata della Cattedrale di Montevago presentava una sagoma neoclassica, realizzata in tufo (senza intonaco), era articolata su due ordini sovrapposti, separati da un'ampia trabeazione. L'ordine inferiore, a sua volta, era ripartito verticalmente da lesene, ora doppie ora singole.

L'ordine superiore era caratterizzato da un corpo centrale sopraelevato (al cui centro vi era una finestra con timpano curvilineo), ornato da lesene corinzie sostenenti un'ampia trabeazione su cui poggia un timpano triangolare a sua volta sormontato da un basamento sostenente una croce metallica. Ai lati si trovavano due alti campanili sormontati da cuspidi, al cui interno le scale a chiocciola consentivano l'accesso alla sommità.

In quello di destra era posto un orologio, alimentato da un sistema meccanico ad ingranaggi, particolarmente caro, oltre che utile, alla cittadinanza con il suo perenne scandire le ore della vita quotidiana.

La pianta della Cattedrale all'interno era a croce latina (ad imitazione della cattedrale di Palermo), divisa in tre navate (con cappelle laterali), di cui la centrale più ampia e più alta, attraverso robusti pilastri compositi sostenenti archi a tutto sesto; laddove il transetto si intersecava con la navata centrale si innalzava la cupola emisferica con lanterna.
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