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Michela Stancheris contro i tagli alla cultura in Sicilia

La cultura in Sicilia non chiude. L'assessore al Turismo Michela Stancheris si scaglia contro l'impugnativa del Commissario dello Stato che taglia i fondi alla cultura

Balarm
La redazione
  • 1 febbraio 2014

«La cultura in Sicilia non chiude, i teatri non chiudono, le attività concertistiche e quelle dello spettacolo non moriranno, perché questo Governo non lo consentirà. L’impugnativa ha segnato un colpo pesante per quanto riguarda i finanziamenti alla cultura»: sono queste le parole dell'assessore regionale al Turismo Michela Stancheris, che alla decisione di tagliare tutti i fondi per tutti i teatri siciliani non ci sta.

«L'impugnativa - dice l'assessore - ha segnato un colpo pesante per quanto riguarda i finanziamenti alla cultura. A fronte di più di 47 milioni di euro previsti dalla Finanziaria, che segnavano un incremento di oltre il 5% rispetto a quanto destinato dalla Finanziaria dello scorso anno, saranno disponibili a seguito dell'impugnativa poco più di 5 milioni di euro. Ciò nonostante la cultura in Sicilia non chiude, i teatri non chiudono, le attività concertistiche e quelle dello spettacolo non moriranno, perché questo Governo non lo consentirà. Ho già avviato interlocuzioni con il Mibact e ho chiesto formalmente l'avvio di un tavolo tecnico permanente per affrontare la questione».

L'Assessore regionale al Turismo vuole rassicurare gli operatori dell'impegno serrato che sta coinvolgendo il governo regionale per uscire da questa situazione: «il governo nazionale deve prendersi la responsabilità assieme a noi delle conseguenze che comporta un irragionevole taglio dell'88% degli stanziamenti: 950 posti di lavoro a tempo indeterminato a rischio, solo tra le fondazioni e gli enti pubblici, senza considerare l'indotto; un'incidenza negativa occupazionale per l'associazionismo privato di oltre 600 unità; e soprattutto il rischio che si disperda un immenso patrimonio umano e culturale siciliano.

Il nostro - dichiara Stancheris - è un Governo regionale che pur in un momento di drammatica crisi aveva deciso di investire maggiormente nel settore culturale, poiché strategico anche per l'economia e il turismo della regione. Noi ci siamo presi le nostre responsabilità avendo predisposto gli strumenti normativi e finanziari che avrebbero consentito il risanamento e il rilancio; lo Stato ha fermato tutto, ma la cultura non può più attendere. Siamo solidali con i lavoratori, vittime come noi in questa situazione.

Sono pronta - continua l'assessore - a fare tutto quanto necessario: al ministro Massimo Bray ho chiesto l'apertura di un tavolo tecnico, poiché a prescindere da questioni di bilancio la politica è chiamata a fare delle scelte. Far morire la cultura siciliana non è un buon affare per nessuno. Non chiediamo aiuto, perché ce l'avremmo fatta tranquillamente da soli, chiediamo una soluzione a questo crisi causata da un impugnativa che critichiamo nel merito e che ci sta causando gravissimi danni.

Ho faticato dieci mesi - conclude - per cercare di stabilizzare la situazione economica e finanziaria, specie per quanto riguarda i teatri pubblici; oggi qualcuno vuole che si interrompa un percorso faticoso di risanamento e di rilancio. Né io né il presidente Crocetta lo permetteremo».

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