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Palermo come Buenos Aires

Nella metropoli argentina, Palermo è un barrio popolare

  • 7 giugno 2007

Poche regole e tanta improvvisazione. L’uomo guida la donna attraverso il linguaggio corporeo e lei lo segue, si abbandona alla sua richiesta. L’estro che sfocia nella sensualità dei movimenti e dei corpi che si legano. E’ una danza, un’arte. E’ il tango. Restare indifferenti è impossibile perché il tango ha il potere di suscitare forti passioni nell’animo sia di chi osserva, di chi canta o di chi danza. In pista non si assiste ad una sequenza di passi predefinita. I ballerini, attraverso la loro fantasia, danno vita ad un ballo elegante e appassionato che prende forma passo dopo passo. A parlare è il corpo. E’ questa la caratteristica principale del tango. L’incontro tra i corpi e il godere l’uno dell’altro in modo diretto. Nato a Buenos Aires e Montevideo nella seconda metà dell’800, il tango iniziò a sottrarre spazio alla polca e al valzer diffusi in Europa nei primi del Novecento. La particolarità di questa danza è evidente anche per lo strumento che utilizza durante le sue esecuzioni, il bandoneon, una sorta di fisarmonica di legno che cambia la nota a seconda se il mantice è compresso o dilatato mentre gli altri strumenti utilizzati suonano forti accenti di battuta. Inizialmente il tango si affermò come musica popolare a Buenos Aires ma i grandi autori come Solanas, Cobìan e Le Pera, ne fecero una musica nazionale. Oggi, grazie ai maestri che portano in giro per il mondo questa danza e ai numerosi allievi, il tango è una realtà internazionale. A Palermo sono diverse le associazioni e le scuole che organizzano stage, spettacoli e la milonga (il luogo dove si balla il tango argentino) è sempre più frequentato da esperti e meno esperti.

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Tra le realtà più radicate citiamo l’associazione PalermoTango fondata nel 2000 da Agostino Cucchiara, Gloria Guccione e Adriana Dalpozzo, mentre dal 2001 è presente l’associazione ColorTango fondata da Maura Laudicina a Maurizio Maiorana e quella di Silvina Larrea y Pablo Pouchot, ballerini professionisti e maestri argentini di Buenos Aires. Inoltre, dal 2002, esiste un festival internazionale del tango, il “Sicilia Tango Festival”, ideato da Maura Laudicina che ha anche presentato in anteprima mondiale a Buenos Aires “La Selva Oscura”, un documentario che affronta il tema del tango e della dittatura argentina. Tra gli artisti palermitani che si sono ritrovati nel tango, anche Maurizio Maiorana che nel 2003 ha fondato il Cuarteto Palermo, l’unica formazione del Sud Italia dedita al tango cancion (lo stile inventato da Carlos Gardel, n.d.r) sia come musica d’ascolto che da ballo. Il tango dunque nasce a Buenos Aires ma non è un caso, forse, che Palermo abbia aperto le porte a questa danza sensuale. A Buenos Aires, infatti, il nome della nostra città si sente e si legge dovunque, dalle case del tango ai caffè antichi. Nella grande metropoli argentina, Palermo è un barrio popolare, polo d’attrazione per artisti e gente famosa, affollata da scrittori e divi del cinema. Il “Barrio Palermo” si estende per oltre 900 ettari dalle rive del Mar Rio de la Plata fino a Buenos Aires e il suo nome è simbolo di raffinatezza. Ed è in questo barrio, a noi così familiare, che si può trovare lo spirito bohemio y creativo, gustare il miglior vino o assistere al miglior tango.

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