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Palermo: stop alla musica. Ordinanza da rivedere?

L'ordinanza dovrebbe tenere conto della normativa nazionale, che opera delle distinzioni in base alle aree territoriali: ad ognuna un limite diverso

  • 10 settembre 2012

Si fa un gran parlare in questi giorni di ordinanze legate alle attività notturne. A partire dal 27 agosto fino al 30 settembre, infatti, ai titolari delle licenze prescritte per l’esercizio di attività di pubblico spettacolo o pubblico intrattenimento, ai titolari di esercizi pubblici di somministrazione, di stabilimenti balneari e di sale da biliardo e giochi leciti, è consentita l’attività di intrattenimento musicale negli spazi aperti al pubblico, preventivamente autorizzati, di rispettiva pertinenza fino e non oltre le ore 1 e fino alle ore 2 nelle borgate marinare di Bandita, Romagnolo, Foro Italico, Acquasanta, Vergine Maria, Arenella, Addaura, Mondello, Sferracavallo.

In più sono state stabilite delle prescrizioni insindacabili: rispettare scrupolosamente le norme di inquinamento acustico ed i limiti di emissione previsti dalla legge vigente e vigilare che gli avventori non arrechino disturbo, mediante schiamazzi e rumori, alle occupazioni e al riposo delle persone; è necessario inoltre interrompere l’intrattenimento musicale negli spazi aperti negli orari prescritti dalla presente ordinanza.

Chiunque violi i disposti della’ordinanza è soggetto a sanzione amministrativa d’importo variabile da 25 a 500 euro ed è anche previsto una contestuale sanzione accessoria del sequestro amministrativo cautelare delle apparecchiature e degli strumenti di diffusione dei suoni o rumori. L’ordinanza è stata firmata mercoledì 23 agosto dall’Assessore Agata Bazzi e dall’Assessore Giuseppe Barbera.

Ma qual è il limite di emissione previsto dalla legge nazionale vigente? Riteniamo che l’ordinanza comunale si riferisca ai limiti imposti dal DPCM 14.11.97 “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore”; e dal DM 16.3.98 “Tecniche di rilevamento e di misurazione dell’inquinamento acustico”, che impone ad esempio che il limite dei valori prodotti nelle “aree prevalentemente residenziali” sia di 50 decibel dalle 6 alle 22 che calano a 40 dalle 22 alle 6 del mattino mentre nelle “Aree d'intensa attività umana” sia di 60 decibel dalle 6 alle 22 e di 50 dalle 22 fino alle prime luci dell’alba.

Teniamo in considerazione che la normativa nazionale opera delle distinzioni a seconda delle situazioni contingenti del territorio, infatti la classificazione acustica deve essere coordinata con gli strumenti urbanistico già esistenti. Considerando anche il possibile sviluppo del proprio territorio, il comune dovrà infatti essere diviso in: aree particolarmente protette, aree prevalentemente residenziali, aree di tipo misto, aree d'intensa attività umana, aree prevalentemente industriali, aree esclusivamente industriali tutte soggette ad un vincolo dei valori di decibel differenti.

Alla luce di quanto è emerso dall’ordinanza comunale e dalla normativa nazionale in materia di inquinamento acustico, abbiamo fatto alcune domande ad Alessandro Sorrentino, ex gestore del Pup 88 nella via Candelai che ben conosce l’evolversi negli anni delle ordinanze e dei divieti in merito alle attività notturne a Palermo:

Come e da chi veniva misurato l’inquinamento acustico prima dell’ordinanza?
Prima del 27 agosto gli uomini dell’ARPA stilavano una relazione fonometrica che in un secondo momento consegnavano al comune, ed in base allo sforamento dei limiti massimi di emissione sonora emettevano una sanzione amministrative e il sequestro preventivo che veniva deciso dal magistrato, nonché la denuncia penale per disturbo della quiete pubblica. Oggi invece dopo l’1 di notte non vi è bisogno di nessuna relazione fonometrica, basta una segnalazione per schiamazzi; saranno gli stessi agenti della polizia municipale a decidere arbitrariamente e senza alcuna strumentazione specifica se il locale supera o meno i limiti massimi di inquinamento acustico previsti per legge e sempre arbitrariamente decidono la sanzione amministrativa, che varia da 25 a 500 Euro, più una contestuale sanzione accessoria del sequestro amministrativo cautelare delle apparecchiature e/o degli strumenti di diffusione dei suoni, per tre giorni.

Quindi adesso c’è massima discrezionalità da parte del controllore, non avendo necessariamente strumentazioni di misurazioni acustiche?
Si è proprio così, l’interpretazione del controllore dopo l’1 di notte è assolutamente soggettiva. Presumibilmente il comune ha optato per questa strategia perché gli uomini dell’ARPA hanno un costo eccessivo per le casse vuote del comune.

Cosa chiedono quindi gli esercenti?
In primis vorrebbero che la prossima ordinanza venga applicata in tutti i quartieri della città e non soltanto nei “soliti locali”, ma anche presso zone che mettono musica alta fino alle 5.00 del mattino, con bancarelle abusive che servono bibite e cibarie varie senza alcun controllo sanitario, per di più evadendo totalmente le tasse e creando quindi una concorrenza sleale verso quei locali che invece pagano regolarmente le tasse e che nel contempo vengono sempre presi di mira dal comune.

Siete quindi d’accordo ad interrompere l’intrattenimento musicale negli spazi aperti negli orari prescritti dalla presente ordinanza?
Sì ma se la legge è uguale per tutti, e quando dico tutti mi riferisco a tutti, ma a Palermo per fare rispettare le norme non ci sono i mezzi, non ci sono le risorse economiche e non ci sono gli uomini, quindi sarà di certo una regolamentazione che verrà seguita da pochi e che creerà di certo disagio sociale tra i vari quartieri della città.


L’attuale ordinanza fa un distinguo tra i locali del Centro Storico e quelli delle Borgate Marinare. Sei d’accordo?
No, anche questo provocherebbe concorrenza sleale, ma questa volta causata non dal concorrente ma dal comune in quanto sono tutti titolari di un’unica licenza.

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