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"Politica distratta": il tempismo dei vescovi

In vista delle regionali del 28 ottobre, la Conferenza episcopale siciliana prende posizione dura contro i politici, esortando però i cittadini a votare

  • 10 ottobre 2012

«Il bene comune? Per la politica non è una priorità». Parole come macigni, quelle pronunciate dall'arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, ancora più pesanti proprio perchè arrivano a pochi giorni dalla fine della campagna elettorale per le regionali del 28 ottobre in Sicilia. Un monito che già qualche giorno fa aveva avuto una larga eco e che adesso finisce, nero su bianco, su un documento ufficiale firmato dai 18 vescovi siciliani e rivolto proprio a candidati e aspiranti governatori. Emblematico anche il titolo: "Amate la giustizia, voi che governate sulla terra".

Il documento dei Vescovi pone molto chiaramente l'accento su una deriva che viene descritta come assai pericolosa: quella dell'autoreferenzialità della politica. Troppo impegnata a riflettere su se stessa, dice monsignor Romeo, e disattenta ai problemi reali della gente. Il che spiegherebbe anche, sia pure in parte, il fenomeno crescente dell'astensionismo che anche in Sicilia rischia di giocare un ruolo determinante nella partita per le regionali. «Tu cittadino, se non vai a votare poi non piangerti addosso - ammonisce Romeo - bisogna votare, altrimenti lamentarsi è inutile e ci si de-responsabilizza».

E in effetti che la campagna elettorale abbia riservato fin qui ben poco spazio a programmi e progetti concreti per il futuro della Sicilia non sono certo solo i Vescovi a notarlo: chissà che il loro monito non scuota i candidati e che in quest'ultimo scampolo di campagna non si cominci a mettere sul tappeto i temi più spinosi che i futuri amministratori dovranno poi affrontare da vicino: lavoro, precari, risorse, infrastrutture, sviluppo. Bisogna tornare a parlare di contenuti, insomma, avverte la Chiesa, altrimenti la situazione rischia di diventare esplosiva.

Coincidenze o no, mentre le telecamere di tutta Italia riprendono la nuotata "elettorale" di Beppe Grillo sullo Stretto (che ha visto molti nuotatori ma forse non vedrà mai un Ponte per il quale molti fondi pubblici sono già stati spesi) e la Guardia di Finanza visita per la terza volta gli uffici dell'Ars, nell'ambito dell'inchiesta sui fondi dei gruppi parlamentari, e mentre a Palermo fa notizia la scoperta dell'ennesimo appalto pubblico (stavolta è quello del tram) inquinato da infiltrazioni mafiose, le parole dei vescovi suonano come straordinariamente attuali. Un tempismo perfetto, si direbbe. Chissà che la politica siciliana non risponda con la stessa puntualità.






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