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Nel nome di Peppino Impastato: un giardino di Palermo diventa simbolo anti-mafia

In occasione dei 47 anni dall'omicidio del giornalista e attivista di Cinisi, a Villa Sperlinga verrà installata una targa in sua memoria e della mamma Felicia

Balarm
La redazione
  • 14 maggio 2025

Dopo il Giardino Inglese, intitolato a Piersanti Mattarella, e Villa Trabia, un anno fa "battezzato" parco Ninni Cassarà, c'è un'altra area verde di Palermo che si appresta ad affiancare il suo nome a quello di una vittima di mafia.

Parliamo di Villa Sperlinga, dove verrà installata una targa in memoria di Peppino Impastato, ma anche di mamma Felicia.

In occasione dei 47 anni dall'uccisione del giornalista e attivista, il sindaco Roberto Lagalla ha firmato una determina sindacale chiedendo alla prefettura l’installazione della targa.

L'idea è partita da una mozione proposta all’VIII Circoscrizione dai consiglieri Mari Albanese ed Edoardo (Eddy) Governale, a firma anche di “Casa Memoria Peppino e Felicia Impastato” di Cinisi e del “Centro Studi Rita Borsellino”.

«Sono felice della scelta di apporre una targa nel nome di Felicia e Peppino Impastato – dice Mari Albanese -. Due figure emblematiche della lotta alla mafia in Sicilia.

E siamo felici soprattutto perché la mamma di Peppino è un esempio straordinario di coraggio e di forza quando afferma “non voglio vendetta, voglio solo giustizia”.

Queste due figure entrano così a pieno titolo nella storia della nostra città nel nome della memoria e dell’impegno antimafia di ieri e di oggi».

L'installazione della targa è una nuova tappa nella storia centenaria della villa. Costruita nel 1667 da Giovanni Stefano Oneto, duca di Sperlinga, nel 1835 il Senato ne divenne il nuovo proprietario utilizzandola come albergo delle povere.

Pochi anni dopo fu acquistata dal principe di Palagonia, che vi creò lo "stabilimento di mendicità", mentre nell'Ottocento diventò patrimonio dei Whitaker.

Il parco aveva dimensioni molto più grandi rispetto ad oggi e si estendeva fino all'odierno carcere minorile Malaspina. La lottizzazione dei terreni, partita nel 1952, portò all'attuale definizione del giardino che oggi si affaccia su piazza Unità d'Italia.
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