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Il sogno della Panaria Film: negli anni '50 la Sicilia era la culla del cinema internazionale

I documentari, quattordici in tutto, ancora oggi hanno un valore inestimabile per la "settima arte" e sono in parte custoditi in una prestigiosa villa nobiliare a Bagheria

  • 2 settembre 2020

Le riprese della Panaria film con la pellicola "L'Ettore"

Gi anni che seguirono la fine della Seconda Guerra Mondiale, tra carestia e povertà, non furono privi di un fermento cuturale che soprattutto in Sicilia lasciò testimonianze di un certo peso.

Fautore di una delle attività più innovative, che segnarono la storia dell'Isola e non solo, fu un siciliano doc di cui vogliamo raccontarvi perchè se non fosse stato per lui, per la sua anima visionaria e intraprendente non ci sarebbero stati film come Vulcano (1950) e le prime immagini subacquee realizzate nei fondali delle isole Eolie.

Stiamo parlando di Francesco Alliata di Villafranca, classe 1919, imprenditore, regista e produttore cinematografico che vedeva oltre i confini di una famiglia importante e di una terra ricca.

«Ero convinto - si legge nella quarta di copertina del suo ultimo libro "Il Mediterraneo era il mio regno" - che la Sicilia fosse la terra delle potenzialità inesplorate e che il mio compito, la mia vocazione, il mio destino fossero di farle emergere».
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E così fece il nobile Francesco Alliata, a cominiciare dalla fondazione, nella seconda metà degli anni '40, della casa di produzione cinematografica Panaria Film.

Bisogna dire che quelli erano anni in cui la Sicilia tutta, ma soprattutto Palermo, Bagheria e dintorni, brulicavano di famiglie nobili e intellettuali che si distinuevano dall'immagine gattopardesca di gente dedita allo "sperpero di patrimoni in attività futili".

Perchè - come era solito ripetere il Duca di Salaparuta (uno dei tanti titoli di Alliata) - "bisogna essere principi, piuttosto che apparirlo".

Durante gli anni del ginnasio, dopo aver già dimostrato in famiglia di essere un ragazzo intelligente e capace oltre la media, si rese conto di "essere nato con la pellicola attorcigliata al collo" e cominciò a dedicare molto tempo alla visione dei capolavori di Hollywood tra cui Ombre Rosse e tutti i film di Charlie Chaplin cercando di osservare la realtà da vicino, sotto diverse angolazioni, per poi poterla riprodurre.

E fu così che, nel 1946, con la collaborazione del cugino Quintino di Napoli e di Pietro Moncada di Paternò, Renzo Avanzo e Fosco Maraini - padre di Dacia Maraini - decise di realizzare una serie di cortometraggi subacquei in 35 mm nelle isole Eolie, primi nel loro genere a livello mondiale con vecchie attrezzature reperite negli Stati uniti e rese impermeabili.

Ma questo fu solo l'inizio.

Va precisato, inoltre, che durante la Guerra, chiamato a servire la patria, aveva coltivato questa passione affinando le sue capacità: fece richiesta, infatti, allo Stato Maggiore del Regio Esercito di poter creare un Fotocinereparto per documentare le fasi della guerra.

Dopo le immagini orribili della guerra Alliata si dedicò all'esplorazione del mare e dei suoi segreti, realizzando le prime riprese subacquee al mondo: da qui nacque la Panaria Film.

Il primo documentario prodotto fu Cacciatori sottomarini ma va ricordato, principalmente, Tonnara, con immagini di grande intensità girate dallo stesso Alliata che arrivò ad immergersi dentro la camera della morte, circondato da centinaia di tonni che si agitavano nel tentativo di trovare una via di fuga.

I documentari, quattordici in tutto, ancora oggi hanno un valore inestimabile per la "settima arte" e sono in parte custoditi dalla figlia Vittoria Alliata nella villa Valguarnera di Bagheria, insieme a bozzetti, copioni e tanto altro materiale che andrebbe assolutamente valorizzato dalle istituzioni dell'Isola.

Successivamente, grazie all'interessamento dello stesso Roberto Rossellini, la Panaria Film passò al cinema producendo tra gli altri il film Vulcano di William Dieterle e La carrozza d'oro di Jean Renoir, recentemente restaurato e riproposto durante una serata evento nell'anno di Palermo Capitale della Cultura (2018), entrambi con Anna Magnani.
Primo esempio al mondo di cinema a colori made in Sicily.

I documentari Scilla e Cariddi e Tonnara furono premiati ai Festival di Venezia nel 1948 e al Festival di Edimburgo nel 1950; nel 1956 la casa di produzione chiuse, però, per debiti.

Francesco Alliata, XVI Principe di Villafranca e del Sacro Romano Impero, Primo Corriere Maggiore erediatario del Regno di Sicilia e Cavaliere di Malta, è morto nel 2015 lasciando un patrimonio culturale ed esperenziale di tutto rispetto, dopo aver combattutto anche una serie di battaglie "contro le forze più oscure che, dallo sbarco alleato in poi, hanno soffocato ogni slancio imprenditoriale e culturale in Sicilia, cuore strategico del Mediterraneo".
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