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Più che un locale è un'esperienza: dai soffitti anni Venti all'arte, a Palermo c'è Balata

Un ristorante, una vetrina, una galleria ma anche un luogo che racconta la storia della città: Balata è al piano terra dell'edificio storico tra via Roma e il Cassaro

Balarm
La redazione
  • 21 febbraio 2019

I soffitti decorati a cassettoni (anno 1925) del ristorante Balata

Si entra da via Roma in questa vetrina sul Cassaro di Palermo, i pavimenti in marmo di Carrara e i soffitti decorati a cassettoni, alle pareti opere d'arte e sulla tavola soltanto piatti in arrivo dalla filiera corta: definire "Balata" un ristorante è poca cosa.

È un posto in cui cittadini e turisti possono vivere un'esperienza, più che un pasto, dal sapore europeo ma che parla siciliano.

Siamo in un edificio storico della città che dagli anni Venti ha visto cambiare Palermo da una prospettiva privilegiata: l'angolo tra via Roma e via Vittorio Emanuele.

Costruito nel 1925, l'edificio ha rivelato questo piccolo angolo di meraviglia durante i lavori di restauro, quando è saltato fuori il soffitto a cassettoni conservato sotto sei strati di controsoffitto: «Da quando abbiamo scoperto quel tetto - racconta uno dei ssoci e gestori, Francesco Carnevale - tutto è cambiato, un posto così bello ed elegante andava valorizzato e ho deciso di rilanciare sull'idea iniziale che avevamo e di puntare più in alto».
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Lo spazio è stato riportato piano piano al suo originale aspetto dal punto più alto e fino al pavimento che è in marmo di Carrara, per un gioco con la storia messo in atto da elementi di design contemporaneo, grazie anche ai giovani architetti di Studio 3813.

Alle pareti per esempio, oltre a un mosaico di tele di Igor Scalisi Palminteri che racconta la Vucciria e alla luminaria di Domenico Pellegrino (e di chi altrimenti) troviamo anche 18mila spighe di grani antichi che ricordano l'idea iniziale che avevano Francesco e Filippo: quella di un "Pastabar", visto che Filippo Trubia, l'altro socio, è anche il proprietario del pastificio Bia.

Invece del bar a tema "pasta" è nato invece un hub per il food di filiera corta: fiore all'occhiello del locale è infatti il cibo, sul quale si sta facendo un grossissimo investimento in termini di qualità e risorse.

«Tutto quello che viene preparato nelle nostre cucine è a Km Zero - spiega Carnevale - ed è preparato con maestria e passione da Francesco Giuliano, uno chef palermitano con il quale c'è stata da subito sintonia». E una vera chicca sono le granite: fatte con materie prime che arrivano direttamente dal Bar Campidoglio di Sant'Agata di Militello (Messina), come anche le brioche, realizzate con la ricetta messinese.

L'idea di aprire 16 ore al giorno, aperti sempre: a lavorare sono in venti, venti persone necessarie a coprire i turni dalla colazione alle cene sul tardi passando ovviamente per il pranzo e l'aperitivo. «Vogliamo puntare anche sul dopocena - aggiunge Carnevale - sono già partite due rassegne di musica, una di inediti siciliani a cura di Claudio Terzo e un'altra di musica jazz a cura di Mimmo Cafiero».

Perché i due imprenditori indendono investire su una clientela, turisti compresi, che non sia in stile mordi e fuggi: il cliente ideale è chi vuole vivere Palermo, conoscerne i vari aspetti immergendosi tra i vicoli del centro.

«Balata vuole essere una sorta di grande hall di un albergo con pure alcuni servizi - spiegano - per esempio le strutture turistiche vicine possono appoggiarsi a Balata per i check in, i check out, per gli aperitivi di benvenuto. Insomma un posto versatile e dalle mille sfaccettature come un grande mosaico, come Palermo».

Francesco Carnevale e Filippo Trubia sono due grandi amanti di Palermo del suo centro storico, del suo ruolo di capitale del Mediterraneo, delle sue tante stratificazioni culturali e, soprattutto di città che accoglie

Perfino il nome scelto per questo posto a metà tra il ristorante, la vetrina, la galleria d'arte e la hall di hotel ha un senso: è un omaggio alla città. Balata è la stessa parola che viene usata in arabo, in ebraico e in siciliano per definire il pavimento tipico dei mercati storici, cuore pulsante della città.
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