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Poche borse di studio e gli studenti non ci stanno: protesta a Unipa, che succede

Migliaia di studenti siciliani ogni anno contano sulla borsa di studio, ma dopo la pubblicazione delle graduatorie è scoppiata la protesta: le parole dell'assessore Turano

Nicoletta Sanfratello
Studentessa di Lettere classiche
  • 11 novembre 2025

La protesta degli studenti

Migliaia di studenti siciliani ogni anno contano sulla borsa di studio per accedere all’università. 5.000 di loro del primo anno hanno visto le loro speranze infrangersi davanti una graduatoria. Giovedì 6 novembre sono state pubblicate dall’Ersu (Ente Regionale per il diritto allo studio Universitario) le graduatorie degli studenti del primo anno assegnatari di borsa di studio.

Il sussidio, però, non arriverà, almeno per il momento, a tutti gli studenti risultati idonei. Secondo i dati diffusi, su 6.632 studenti del primo anno aventi diritto, soltanto il 25% riceverà effettivamente la borsa di studio, mentre il restante 75%, pur avendo i requisiti, non risulta assegnatario. Adesso, per loro, non resta che aspettare il mese di dicembre in cui è previsto lo scorrimento della graduatoria.

È scoppiata la protesta degli studenti per rivendicare la copertura del 100% delle borse di studio. Il giorno dopo la pubblicazione delle graduatorie, infatti, diversi studenti si sono presentati davanti la sede dell’Ersu in viale delle Scienze, appendendo uno striscione che recita “75% di idonei non assegnatari: il benvenuto dell’Ersu alle matricole”.

Durante i discorsi al megafono traspare tutta la rabbia degli studenti, che vedono migliaia di loro coetanei tagliati fuori dalla possibilità di un sussidio che potrebbe effettivamente garantire loro l’accesso al necessario per studiare.

Poca è la fiducia nello scorrimento delle graduatorie previsto il prossimo mese: «L’esperienza degli ultimi anni – spiega Giovanni Castronovo del Laboratorio Studentesco Autonomo – non lascia ben sperare: la scarsità dei fondi disponibili impedisce quasi sempre di garantire la copertura totale, lasciando molti giovani in una lunga e vana attesa.

Nasce così la figura, ormai tristemente nota, dell’idoneo non assegnatario: una contraddizione profonda in un sistema universitario che dovrebbe invece assicurare pari opportunità e accesso allo studio per tutti». Oltre a chiedere l’eliminazione della figura dell’idoneo non assegnatario, i ragazzi contestano anche i tempi incerti nell’assegnazione di fondi ulteriori.

«È inaccettabile non solo che più della metà degli studenti del primo anno siano rimasti fuori dalle graduatorie, ma anche che debbano aspettare oltre un mese con la speranza di rientrare nello scorrimento. – aggiunge Teresa Nocera, una studentessa del primo anno di università –. Come fa un ragazzo con Isee basso a permettersi il necessario per proseguire la propria carriera accademica?

I costi a cui sono costrette le famiglie per mantenere un figlio, soprattutto se fuori sede, sono sempre più alti, per non parlare del costo dei libri e del materiale strettamente necessario per studiare. Diversi studenti saranno costretti ad aspettare ulteriormente per avere un sussidio a cui hanno diritto, senza neanche sapere se effettivamente rientreranno o meno nella graduatoria di scorrimento».

Tra affitti, libri, tasse e il costo della vita in continuo aumento, si è costretti a fare sacrifici pur di continuare il percorso universitario. Gli studenti chiedono con forza un cambiamento: «il diritto allo studio – affermano – non deve essere un lusso per pochi, ma una garanzia reale per tutti, senza distinzioni e senza esclusioni».

L’Ersu in una nota informa che «quest'anno è stata anticipata, come previsto dall'art. 24 del “Bando di Concorso”, di circa un mese l'erogazione dei benefici. Ci saranno, con i successivi flussi finanziari provenienti da Regione e Ministero dell'Università, i previsti scorrimenti di dicembre ed entro aprile 2026.

È prematuro, quindi, parlare di esclusi dai benefici, essendo oggi soltanto iniziato - anticipatamente rispetto agli anni precedenti - il flusso dei pagamenti agli idonei assegnatari. L'auspicio è di potere anche quest'anno, come negli ultimi 5 anni, pagare il 100% degli idonei».

L’assessore all’istruzione e alla formazione professionale, Girolamo Turano, è consapevole che a mancare, sono prima di tutto i fondi destinati alle università siciliane: «Come ogni anno, le risorse del Fondo Integrativo Statale (FIS) assegnate annualmente alla Sicilia dal ministero dell’Università e della ricerca non sono sufficienti a garantire la copertura totale delle borse di studio universitarie destinate agli studenti idonei, tramite gli Enti regionale per il diritto allo studio universitario».

L’assessore e i suoi collaboratori, però, hanno messo in atto una pianificazione per cercare di coprire tutte le borse di studio, nonostante i fondi insufficienti. «In sede di riprogrammazione del Programma FSE+ 2021–2027, sono state individuate e destinate specifiche risorse finalizzate ad assicurare, per l’anno accademico 2025/2026, la copertura del 100% delle borse di studio, come già avvenuto negli ultimi tre anni.

Agli inizi del 2026, il Dipartimento regionale dell’Istruzione, dell’università e del diritto allo studio della Regione siciliana provvederà a richiedere ai 4 Ersu della Sicilia la trasmissione dei dati relativi agli studenti risultati idonei ma non assegnatari di una borsa di studio, a causa dell’insufficienza dei fondi disponibili, e una volta acquisiti i suddetti dati, procederà, entro il mese di aprile 2026, alla ripartizione e all’erogazione delle risorse agli Ersu competenti, al fine di garantire la completa copertura delle borse di studio per tutti gli studenti universitari idonei».

Tra un assessorato che deve fare i salti mortali per provare coprire tutti i sussidi visti i fondi insufficienti e un ente per il diritto allo studio che è costretto a dover scegliere chi avrà il sussidio e chi no, gli studenti si ritrovano, come sempre, in un clima di incertezza e di sfiducia verso le istituzioni.
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