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Rinasce il bosco bruciato 4 anni fa: dov'è il (prezioso) angolo di pace in Sicilia

Piano piano torna a rivivere un'area dove ammirare uliveti concentrano profumi leggeri e colori vivaci. Un mix perfetto che accompagna i visitatori nel territorio

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 23 aprile 2025

Il bosco di San Nicola

A pochi chilometri dalla ridente cittadina di Montallegro, un incendio devastò il bosco di San Nicola.

Circa 350 ettari di vegetazione andarono bruciati in pochi minuti. Uno dei momenti bui che hanno caratterizzato la piccola comunità. Oggi, a distanza di quattro anni, le condizioni dell’area sono leggermente migliorate.

Nell’omonima contrada, una volta attraversata l’area attrezzata di Costa Dimini, i curiosi possono imbattersi in una zona isolata, lontana dal caos.

San Nicola rappresenta quell’angolo di pace dove ammirare una piccola parte dell’area agrigentina. Le distese di uliveti concentrano profumi leggeri e colorazioni vivaci.

Un mix perfetto che accompagna i camminatori in una nuova avventura. Una salita di circa un km apre a scenari impensabili. Il bosco concede spazio al relax, lontano parente delle masse confuse. Una volta giunti in cima alla “salitella”, tutto assume una fisionomia perfetta.

In lontananza, non troppa, il bosco - seppur reduce dalle tristi vicende - annida a sé la bellezza del verde rigoglioso. Lo sguardo si lascia incantare da un paesaggio che non lascia spazio a nulla d’intentato. È tempo di camminare, la migliore medicina possibile.

Lo sterrato diventa il viatico d’accesso per inoltrarsi nel bel mezzo dell’ambiente. Ai due lati sono presenti diverse tipologie di arbusti, veri e unici custodi dell’intera area. Circondati dal silenzio, indiscusso protagonista, la passeggiata è arricchita da “intrusi” gentili: sono le specie di volatili che trovano rifugio nel loro habitat naturale.

Le distese si confrontano a suon di particolari. Da un lato si lasciano coinvolgere dalle forze diseguali dei monti che si allineano prepotentemente, alla ricerca di una simmetria imperfetta.

Dall’altra, gli allevamenti sparsi fanno la differenza. La pastorizia è una delle tradizioni che ancor oggi, con tutte le difficoltà del caso, prova a ribellarsi alle nuove frontiere progressiste. I passi leggeri caratterizzano l’intera escursione, nella sua semplicità.

San Nicola è un bosco atipico, poco reclamizzato e sconosciuto a molti. Le vicissitudini del passato lo hanno consegnato alla mercè pubblicitaria, ma la vera essenza si vive nei dettagli.

Un casolare abbandonato rappresenta una forma di vita passata. Il settore agricolo vive una delle peggiori pagine della sua storia e oggi, causa spopolamento e disinteresse, paga un prezzo carissimo.

L’obiettivo è salire più in alto possibile e toccare in simbiosi il panorama. Questo (panorama) è l’unico padrone dell’escursione. Una volta giunti su, ad altezze irrisorie, il vento mediterraneo non si lascia intimorire. È un compagno di viaggio (poco ideale), racconta storie di un territorio “aggredito” dalla mano disumana.

Gli scatti trovano una collocazione ben definita, a tratti coinvolgente. La storia recente ha posto fine a un tratto boschivo, oggi è tempo di rinascita. Tutto parte dalle buone intenzioni, perché ogni passo rappresenta una speranza per la natura. La malinconia sembra “uccidere” i pensieri, tiene in ostaggio la nostra presenza.

Non si fida, o forse, ha bisogno di tempo per metabolizzare il danno subito. È tempo di ritornare, di lasciarsi alle spalle il bosco di San Nicola. Ogni metro percorso fa parte dei ricordi.

Il luogo ha tracciato una storia da narrare, comprese le emozioni. Un senso di appartenenza dei montallegresi, dei siciliani e di tutti coloro che vorranno spingersi oltre i confini dell’osservazione.
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