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Sembra il set di "Game of Thrones": in Sicilia il castello inespugnabile voluto da Dionisio I

Tra fossati, fortificazioni e originali trovate architettoniche (era il 400 a.C.) il Castello Eurialo a Siracusa riapre le sue porte alle visite: un po' di storia e come raggiungerlo

Balarm
La redazione
  • 5 agosto 2019

Il terzo fossato del Castello Eurialo (Siracusa)

A partire da sabato 3 agosto 2019 il Castello Eurialo, fortezza voluta dal tiranno Dionisio I apre le sue porte: sorge sul punto più alto (120 m s.l.m.) della terrazza del quartiere Epipoli a circa 7 km da Siracusa.

Questa imponente opera militare (occupa circa 15mila mq) fu costruita tra il 402 e il 397 a.C. per proteggere la città da operazioni militari di assedio o attacco ma nel tempo ha subito diverse modifiche e migliorie dal punto di vista militare grazie alle nuove tecniche di guerra come quella dell'assedio introdotta da Demetrio I Poliorcete nell'assedio di Rodi del 305 a.C.

L'entrata del castello è protetta da tre fossati più uno laterale: il primo (più piccolo) è lungo 6 metri e profondo 4 metri, il secondo è lungo circa 50 metri e il terzo fossato è largo 17 metri e profondo 9 metri e collega il sistema difensivo con dei sotterranei. Nella parte sud del terzo fossato c'era un ponte levatoio che consentiva il superamento del fossato tra i due gruppi di fortificazioni ed era anche raggiungibile attraverso una scalinata interna. Sul versate sud era presente un quarto fossato che difendeva il punto meno ripido della parete laterale del pendio dell'Epipoli, era collegato al terzo tramite i sotterranei.
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La gigantesca porta d'ingresso al castello (detta "Tryplon" o "Porta a tenaglia" perché formata da tre porte) era sul versante di levante ed era aperta su un muro spesso circa 5 metri che si collega all'intera cinta delle mura dionigiane sul versante di levante: era difesa da diverse torri e un godeva di un sistema di ingresso a due fornici. Il versante di ponente era collegato al castello in un punto alto dell'altipiano, in corrispondenza di una cisternetta e una torre di avvistamento da cui si distaccano le mura sino al porto grande.

Tutta la costruzione presenta diversi elementi strategici decisamente ingegnosi che servivano per cogliere di sorpresa gli eventuali assalitori come l'intricato susseguirsi di gallerie interne che dava la possibilità di spostare le truppe da un punto all'altro della fortezza senza essere visti all'esterno.

Il suo nome, "Eurialo", viene da Euryalos che in greco significa "chiodo" e si riferisce probabilmente alla forma della sella su cui è edificato: rappresenta una delle più grandi e complete opere militari del periodo greco.

L’imponente fortificazione fu costruita nel punto più vulnerabile dell’altopiano di Epipoli, laddove esso, altrimenti protetto da ripidi scoscendimenti rocciosi, si restringe e si collega con un leggero pendio alle alture retrostanti, costituendo il più agevole luogo di accesso per chi si avvicinava alla città dall’entroterra.

Annesso al Castello è presente un antiquarium che mette in mostra reperti della vita quotidiana che si svolgeva nella fortezza: dai proiettili per le catapulte a un elmo bronzeo, dal vasellame di uso comune fino ad un rilievo che raffigura una catapulta. All’esposizione degli oggetti si affianca l’istallazione di un apparato didattico-illustrativo, con pannelli alle pareti di tipo tradizionale, e di supporti multimediali, presenti anche in più punti del monumento, che rendono il visitatore un vero e proprio protagonista della visita al Castello.

«Il sito – dice il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci – ritorna a essere un importante attrattore culturale e turistico per tutta la Sicilia. La nuova governance del sistema Parchi, dotati di autonomia finanziaria e organizzativa, comincia a dare risultati, riportando in primo piano siti di straordinaria bellezza che troppo a lungo hanno sofferto. Oltre al Castello Eurialo, penso ad esempio alla Villa romana del Tellaro di Noto, dove sono in corso lavori di manutenzione che ridanno visibilità al sito, e ai prossimi interventi per il Museo Paolo Orsi».

Per informazioni, il numero di telefono a cui rivolgersi è 0931 711773.
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