ITINERARI E LUOGHI
Su due ruote tra strade bianche e panorami unici: il tour nella Farfalla del Mediterraneo
Le opzioni non mancano, abbondano e racchiudono elementi di "spessore" come la natura, la sabbia, le acque, le cave. Scopriamo insieme questi luoghi paradisiaci

L'isola di Favignana
"La scoperta del mondo parte per me dalla bicicletta". Le parole di Maurice de Vlaminck vanno colte al volo per provare - almeno una volta nella vita - l’ebbrezza dell’avventura a due ruote.
La Sicilia è ricca di percorsi e itinerari per cicloturisti. Anche alcune isole fanno la loro parte e, in particolare, le Egadi. Di queste, Favignana è conosciuta come la "farfalla del Mediterraneo".
Perché? Rappresenta il massimo esponente (isola) di "bike friendly" dell’intera area mediterranea. Oltre al mare, le grotte, le calette, i colori e profumi siciliani, è possibile visitare parte del territorio (con misere pendenze). Il miglior modo per raggiungere luoghi e panorami paradisiaci è quello di salire sul sellino e lasciarsi "trascinare" dalla bellezza dei contenuti spesso sorvolati.
Una delle soluzioni migliori è la bici (oltre al trekking) come mezzo adatto alle proprie esigenze. Premessa utile da non sottovalutare: nella stagione estiva è consigliato l’uso di tre oggetti indispensabili come il cappellino, gli occhiali da sole e la crema solare. I punti ombreggianti non sono molti e oltre alle calorie spese - l’esposizione prolungata può causare delle difficoltà. Adesso è giunta l’ora di valutare effettivamente il "tipo" di bici e… partire.
La preferenza cade, oltre alle esigenze personali, a una condizione fisica da valutare. Se le difficoltà (altimetriche) sono "quasi" irrilevanti, le caratteristiche variano. L’isola non si è fatta trovare impreparata, anzi ha "escogitato" il modo per "eccellere" nelle categorie. Si parte con la mountain bike per proseguire con la "Gravel".
Non vanno dimenticate la bici da corsa e l’e-bike. In alcuni casi l’impegno è maggiore, mentre in altri prevale la "spensieratezza". Comunque vada, sarà un successo garantito.
Lo spettacolo ambientale è imprevedibile, dislocato in ogni angolo di Favignana. Nella scaletta precedente, è prevalsa "l’idea" della mountain bike normale o elettrica a pedalata assistita. È la soluzione migliore per visitare l’intero periplo isolano tra "single track".
Pedalare e immergersi nei tratti costieri è un'emozione senza costo né fatica. Le strade sterrate e bianche "inducono" invece all’utilizzo della "Gravel". Permette e consente di percorrere qualsiasi strada senza lasciarsi prendere dall’agitazione.
Quale? Incorrere in tratti "poco" rassicuranti. Non siamo di fronte ai manti stradali delle grandi corse a tappe o la Classiche, ma la bici da corsa è un’eventualità. Non è affatto la condizione migliore, però la endurance ha caratteristiche confortevoli e capacità di assorbimento delle vibrazioni. In ultimo, senza distinzioni, ecco l’e-bike. È la soluzione last-minute per un giorno.
Adatta per i meno volenterosi, i pigri che non vogliono mettere in moto la buona volontà. Avete provveduto al mezzo? Bene, quali e quanti itinerari offre il territorio ai suoi intrepidi curiosi?
Le opzioni non mancano, abbondano e racchiudono elementi di "spessore" come la natura, la sabbia, le acque, le cave e… scopriamolo insieme. La prima tappa è Punta di San Nicola.
Improvvisamente il paesaggio cambia scenario. Dal centro si passa a una zona brulla e arida. La caletta è meno conosciuta rispetto alle altre, senza sabbia e con diversi scogli che creano delle piccole piscine. L’acqua cristallina è bassa, per tutti. Lo Scalo Cavallo è la seconda tappa. Tra le più semplici da raggiungere (basta percorrere la strada principale).
È poco frequentata e si distingue per le grotte di tufo (in disuso). La morfologia è un elemento di curiosità. Calma e leggerezza conducono alla Cala Rossa. Merita un tuffo? Anche due, tre…tanti.
Conosciuta in tutta Italia? No, in tutto il mondo. Le acque color blu sono terra di conquista per i pesci, visibili già dalla spiaggetta. Il Bue Marino è la tappa di "fantasia".
Tra tufi, anfratti e scogli dalle forme particolari è il luogo adatto per i giovani. Sosta dovuta? Sì! Una bella granita per ricaricare le pile e ripartire verso… Punta Marsala e Cala Azzurra (in prossimità del faro).
Two è meglio che one? A Favignana è “quasi” d’obbligo! Insenature sabbiose mescolate a quelle rocciose celano segreti marini custoditi. Il luogo merita una “capatina” lunga, dovuta. Per chi ama i litorali interamente sabbiosi è presente il Lido Burrone e Calamoni. Ombrelloni, servizi e un bagnetto nelle acque limpide e incontaminate sono i particolari di cui godere.
La folla è un dato da non sottovalutare nella scelta. La zona orientale prevede una serie di calette incantevoli, tramonti mozzafiato e un gioco "geniale" di colori. Cala Rotonda, Punta Sottile e Faraglioni sono gli spiragli selvaggi, rilassanti, tra insenature (arco di Ulisse) e conformazioni rocciose. L’attenta lettura lascia uno spiraglio di critica.
Sì, è vero. I curiosi puntano (ipotesi) il dito nella mancata tappa del castello o l’estremità nord. Non rappresenta né un errore di battitura né di dimenticanza.
Quei luoghi, fantastici, non sono raggiungibili in bicicletta. Dietro alla fatica delle due ruote prevale - ancora - la necessità di camminare a piedi in simbiosi con la natura. Ma questa è un’altra storia da raccontare.
La Sicilia è ricca di percorsi e itinerari per cicloturisti. Anche alcune isole fanno la loro parte e, in particolare, le Egadi. Di queste, Favignana è conosciuta come la "farfalla del Mediterraneo".
Perché? Rappresenta il massimo esponente (isola) di "bike friendly" dell’intera area mediterranea. Oltre al mare, le grotte, le calette, i colori e profumi siciliani, è possibile visitare parte del territorio (con misere pendenze). Il miglior modo per raggiungere luoghi e panorami paradisiaci è quello di salire sul sellino e lasciarsi "trascinare" dalla bellezza dei contenuti spesso sorvolati.
Una delle soluzioni migliori è la bici (oltre al trekking) come mezzo adatto alle proprie esigenze. Premessa utile da non sottovalutare: nella stagione estiva è consigliato l’uso di tre oggetti indispensabili come il cappellino, gli occhiali da sole e la crema solare. I punti ombreggianti non sono molti e oltre alle calorie spese - l’esposizione prolungata può causare delle difficoltà. Adesso è giunta l’ora di valutare effettivamente il "tipo" di bici e… partire.
La preferenza cade, oltre alle esigenze personali, a una condizione fisica da valutare. Se le difficoltà (altimetriche) sono "quasi" irrilevanti, le caratteristiche variano. L’isola non si è fatta trovare impreparata, anzi ha "escogitato" il modo per "eccellere" nelle categorie. Si parte con la mountain bike per proseguire con la "Gravel".
Non vanno dimenticate la bici da corsa e l’e-bike. In alcuni casi l’impegno è maggiore, mentre in altri prevale la "spensieratezza". Comunque vada, sarà un successo garantito.
Lo spettacolo ambientale è imprevedibile, dislocato in ogni angolo di Favignana. Nella scaletta precedente, è prevalsa "l’idea" della mountain bike normale o elettrica a pedalata assistita. È la soluzione migliore per visitare l’intero periplo isolano tra "single track".
Pedalare e immergersi nei tratti costieri è un'emozione senza costo né fatica. Le strade sterrate e bianche "inducono" invece all’utilizzo della "Gravel". Permette e consente di percorrere qualsiasi strada senza lasciarsi prendere dall’agitazione.
Quale? Incorrere in tratti "poco" rassicuranti. Non siamo di fronte ai manti stradali delle grandi corse a tappe o la Classiche, ma la bici da corsa è un’eventualità. Non è affatto la condizione migliore, però la endurance ha caratteristiche confortevoli e capacità di assorbimento delle vibrazioni. In ultimo, senza distinzioni, ecco l’e-bike. È la soluzione last-minute per un giorno.
Adatta per i meno volenterosi, i pigri che non vogliono mettere in moto la buona volontà. Avete provveduto al mezzo? Bene, quali e quanti itinerari offre il territorio ai suoi intrepidi curiosi?
Le opzioni non mancano, abbondano e racchiudono elementi di "spessore" come la natura, la sabbia, le acque, le cave e… scopriamolo insieme. La prima tappa è Punta di San Nicola.
Improvvisamente il paesaggio cambia scenario. Dal centro si passa a una zona brulla e arida. La caletta è meno conosciuta rispetto alle altre, senza sabbia e con diversi scogli che creano delle piccole piscine. L’acqua cristallina è bassa, per tutti. Lo Scalo Cavallo è la seconda tappa. Tra le più semplici da raggiungere (basta percorrere la strada principale).
È poco frequentata e si distingue per le grotte di tufo (in disuso). La morfologia è un elemento di curiosità. Calma e leggerezza conducono alla Cala Rossa. Merita un tuffo? Anche due, tre…tanti.
Conosciuta in tutta Italia? No, in tutto il mondo. Le acque color blu sono terra di conquista per i pesci, visibili già dalla spiaggetta. Il Bue Marino è la tappa di "fantasia".
Tra tufi, anfratti e scogli dalle forme particolari è il luogo adatto per i giovani. Sosta dovuta? Sì! Una bella granita per ricaricare le pile e ripartire verso… Punta Marsala e Cala Azzurra (in prossimità del faro).
Two è meglio che one? A Favignana è “quasi” d’obbligo! Insenature sabbiose mescolate a quelle rocciose celano segreti marini custoditi. Il luogo merita una “capatina” lunga, dovuta. Per chi ama i litorali interamente sabbiosi è presente il Lido Burrone e Calamoni. Ombrelloni, servizi e un bagnetto nelle acque limpide e incontaminate sono i particolari di cui godere.
La folla è un dato da non sottovalutare nella scelta. La zona orientale prevede una serie di calette incantevoli, tramonti mozzafiato e un gioco "geniale" di colori. Cala Rotonda, Punta Sottile e Faraglioni sono gli spiragli selvaggi, rilassanti, tra insenature (arco di Ulisse) e conformazioni rocciose. L’attenta lettura lascia uno spiraglio di critica.
Sì, è vero. I curiosi puntano (ipotesi) il dito nella mancata tappa del castello o l’estremità nord. Non rappresenta né un errore di battitura né di dimenticanza.
Quei luoghi, fantastici, non sono raggiungibili in bicicletta. Dietro alla fatica delle due ruote prevale - ancora - la necessità di camminare a piedi in simbiosi con la natura. Ma questa è un’altra storia da raccontare.
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