Tragedia a mare, muore 23enne siciliano: "Ci sono imprevisti, le regole prima di tuffarsi"
A perdere la vita in Puglia Francesco "Ciccio" Aronica, catanese. Abbiamo chiesto alla giornalista e sportiva Giulia Noera cosa fare per tuffarsi in sicurezza
Francesco Aronica si trovava a Polignano a Mare, in provincia di Bari. Si tratta di un luogo più frequentato da turisti della zona, l'insenatura di Lama Monachile.
Francesco, "Ciccio", era un amante dello sport e giocava con i Catania Elephants, squadra di football americano. Un'altra sua passione erano i viaggi. Tantissimi i messaggi di cordoglio sui social.
Non sono chiari i contorni dell'incidente nel quale ha perso la vita il ragazzo, che si trovava in vacanza con amici. Secondo quanto riporta l'Ansa nel pomeriggio di domenica 17 agosto si sarebbe tuffato in mare dalla scogliera, e non si sa ancora se prima o dopo l'impatto con l'acqua avrebbe perso coscienza a causa di un grave trauma cranico.
Immediato l'intervento del personale del 118 che lo ha soccorso e trasportato in codice rosso all'ospedale di Monopoli ma il 23enne non ce l'ha fatta nonostante le manovre di rianimazione eseguite dal personale medico.
Sempre più spesso le cronache riportano di incidenti in mare, anche in Sicilia. A volte si tratta di fatalità, a volte di poca esperienza. Non sappiamo ancora in questo caso cosa sia davvero successo, forse verrà fatta luce più avanti grazie anche a qualche video che ritrae l'accaduto.
Ma come tuffarsi in sicurezza? Sull'argomento abbiamo sentito Giulia Noera, 58 anni, giornalista e nuotatrice professionista con la passione per i tuffi sin da bambina, quando a 8 anni saltava da un trampolino alto deici metri, nella piscina militare di Augusta (Siracusa).
«Le regole per tuffarsi in sicurezza sono abbastanza ovvie - spiega -.Non ci si può improvvisare quando ci si butta a mare da altezze considerevoli. Personalmente i primi tuffi li ho fatti in un contesto "protetto" come quello dei trampolini. La natura è diversa, c'è sempre una quota di imponderabile».
In primo luogo occorre, per Noera, «considerare le proprie capacità fisiche e atletiche. In questo caso si trattava, pare, di un giovane sportivo anche se, non avendo chiari i contorni della vicenda, non mi pronuncio in merito».
In secondo luogo «quando mi trovo in un contesto che non conosco - prosegue - prima di tuffarmi studio e osservo anche la tipologia della roccia anche se anche in questo caso c'è l'imponderabile, come quando la roccia cede sotto i tuoi piedi».
«A Favignana - continua - c'è un bellissimo tuffo al Bue Marino ma la roccia è friabile, di tufo. Lì mi tuffo dallo stesso posto "studiato" da 30 anni.
Se fossi una "straniera a Favignana" non lo farei. A Pantelleria mi sono tuffata dall'Arco dell'Elefante ma conosco bene i posti dai quali si può saltare».
Noera si è tuffata anche dalla scogliera di Polignano «da un luogo che conoscevo, studiato e in sicurezza, perchè so che ci sono alcuni punti in cui lì la roccia è franabile».
Non tutto si può prevedere, purtroppo gli incidenti possono sempre capitare, ma l'invito resta sempre alla cautela.
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