Le 5 regole per chi va in barca: l'invito alla prudenza dopo la tragedia a Mondello
Il presidente della Lega Navale di Palermo spiega a Balarm le principali cose da sapere (e seguire) quando si fa un'escursione al mare con un'imbarcazione

Il tragico evento verificatosi sabato scorso (9 agosto) nelle acque di Mondello, dove un ragazzo di 23 anni, Simone La Torre, è morto colpito da un’elica di un gommone - dopo essere accidentalmente caduto in mare - ci induce a riflettere sulle principali regole da seguire per una maggiore sicurezza in mare.
Secondo le ricostruzioni il ragazzo era seduto a cavalcioni su uno dei tubolari dell’imbarcazione che aveva affittato insieme ai suoi amici. Il giovane avrebbe poi perso l’equilibrio, cadendo in mare e venendo risucchiato dai vortici delle eliche del motore, che gli hanno provocato ferite fatali.
Un episodio che, in tutta la sua tragicità, porta a farci delle domande sulle condizioni di sicurezza in mare, in particolare rispetto alle regole da seguire e ai rischi che possono esserci quando si affitta un gommone (o qualsiasi altro tipo di imbarcazione), soprattutto da parte di chi è poco esperto in materia.
«Partiamo dal presupposto che, quando andiamo in mare, lo facciamo per divertirci. Dobbiamo però considerare anche tutte le incognite verso cui andiamo. Non dobbiamo aver paura del mare, ma dobbiamo avere rispetto di quest’ultimo», spiega a Balarm il presidente della Lega Navale di Palermo, Nicola Vitello.
«Essere preparati ad andare in una condizione in cui possiamo trovarci in difficoltà. Intanto la parola chiave deve essere sicurezza, dunque prediligere conducenti che siano forniti di patente nautica, la cui acquisizione rende obbligatoria la conoscenza delle varie misure di sicurezza e dei rischi della navigazione».
Un importante elemento che non può mancare in un’escursione in mare, fatta in totale sicurezza, è la presenza di tutti i dispositivi di salvataggio necessari a bordo dell’imbarcazione: «Curare sempre la disponibilità delle attrezzature di salvataggio – continua il Presidente Vitello - e dei dispositivi individuali di salvataggio come i giubbini o eventualmente, sulle barche di maggiore dimensione, gli anulari.
Questi vanno indossati sempre nella navigazione per far sì che le cadute fuori bordo accidentali, come quella disgraziatamente successa al povero ragazzo, non portino a conseguenze mortali restando a galla».
Un’infarinatura generale rispetto alla struttura dell’imbarcazione che si sta noleggiando può essere anch’essa una forma di prevenzione di fronte a dei potenziali rischi:
«Fondamentale anche la conoscenza dell’imbarcazione e dei punti dove i potenziali rischi sono elevati. In gommone mai sedersi sul tubolare, che è un punto molto esposto e privo di appigli. Qualora vi fosse una reazione imprevista dell’imbarcazione il rischio di finire in mare è molto elevato».
Un altro elemento da non prendere sottogamba è la conoscenza del meteo a cui si potrebbe andare in contro una volta saliti sull’imbarcazione: «Un cambio meteorologico, infatti, potrebbe farci trovare in difficoltà se impreparati. È chiaro infatti che, qualora fossimo pronti a cambiamenti metereologici di qualche tipo, non ci faremmo trovare impreparati di fronte a situazioni di questo tipo».
Il presidente della Lega Navale di Palermo ha poi concluso lanciando un appello ai giovani:
«È necessario avere un maggiore rispetto per il mare, non paura. Deve farci assumere maggiore consapevolezza dei rischi che una semplice escursione può comportare. Da questo deve sorgere l’esigenza di preparare adeguatamente la nostra uscita tenendo conto che sono essenziali la conoscenza dell’imbarcazione, del meteo, dei rischi e la presenza di dotazioni di sicurezza, che possono costituire un presidio contro i rischi inattesi».
Secondo le ricostruzioni il ragazzo era seduto a cavalcioni su uno dei tubolari dell’imbarcazione che aveva affittato insieme ai suoi amici. Il giovane avrebbe poi perso l’equilibrio, cadendo in mare e venendo risucchiato dai vortici delle eliche del motore, che gli hanno provocato ferite fatali.
Un episodio che, in tutta la sua tragicità, porta a farci delle domande sulle condizioni di sicurezza in mare, in particolare rispetto alle regole da seguire e ai rischi che possono esserci quando si affitta un gommone (o qualsiasi altro tipo di imbarcazione), soprattutto da parte di chi è poco esperto in materia.
«Partiamo dal presupposto che, quando andiamo in mare, lo facciamo per divertirci. Dobbiamo però considerare anche tutte le incognite verso cui andiamo. Non dobbiamo aver paura del mare, ma dobbiamo avere rispetto di quest’ultimo», spiega a Balarm il presidente della Lega Navale di Palermo, Nicola Vitello.
«Essere preparati ad andare in una condizione in cui possiamo trovarci in difficoltà. Intanto la parola chiave deve essere sicurezza, dunque prediligere conducenti che siano forniti di patente nautica, la cui acquisizione rende obbligatoria la conoscenza delle varie misure di sicurezza e dei rischi della navigazione».
Un importante elemento che non può mancare in un’escursione in mare, fatta in totale sicurezza, è la presenza di tutti i dispositivi di salvataggio necessari a bordo dell’imbarcazione: «Curare sempre la disponibilità delle attrezzature di salvataggio – continua il Presidente Vitello - e dei dispositivi individuali di salvataggio come i giubbini o eventualmente, sulle barche di maggiore dimensione, gli anulari.
Questi vanno indossati sempre nella navigazione per far sì che le cadute fuori bordo accidentali, come quella disgraziatamente successa al povero ragazzo, non portino a conseguenze mortali restando a galla».
Un’infarinatura generale rispetto alla struttura dell’imbarcazione che si sta noleggiando può essere anch’essa una forma di prevenzione di fronte a dei potenziali rischi:
«Fondamentale anche la conoscenza dell’imbarcazione e dei punti dove i potenziali rischi sono elevati. In gommone mai sedersi sul tubolare, che è un punto molto esposto e privo di appigli. Qualora vi fosse una reazione imprevista dell’imbarcazione il rischio di finire in mare è molto elevato».
Un altro elemento da non prendere sottogamba è la conoscenza del meteo a cui si potrebbe andare in contro una volta saliti sull’imbarcazione: «Un cambio meteorologico, infatti, potrebbe farci trovare in difficoltà se impreparati. È chiaro infatti che, qualora fossimo pronti a cambiamenti metereologici di qualche tipo, non ci faremmo trovare impreparati di fronte a situazioni di questo tipo».
Il presidente della Lega Navale di Palermo ha poi concluso lanciando un appello ai giovani:
«È necessario avere un maggiore rispetto per il mare, non paura. Deve farci assumere maggiore consapevolezza dei rischi che una semplice escursione può comportare. Da questo deve sorgere l’esigenza di preparare adeguatamente la nostra uscita tenendo conto che sono essenziali la conoscenza dell’imbarcazione, del meteo, dei rischi e la presenza di dotazioni di sicurezza, che possono costituire un presidio contro i rischi inattesi».
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