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Tutto pronto per il conto alla rovescia: com'è un (tipico) cenone di Capodanno in Sicilia

È nel panico chi lo fa in casa ma se si va al veglione o in discoteca le cose non cambiano. Ritrovarsi con l'abito elegante addormentati sui divanetti è un attimo

Alessandro Panno
Appassionato di sicilianità
  • 31 dicembre 2022

Non so voi, ma io ho praticamente cominciato a sentirmi chiedere “ma che facciamo a Capodanno” già dallo scorso agosto. Non che voglia fare per fare per forza lo sconzaiuoco, ma onestamente sta cosa sta diventando una bella scocca di camurria.

Io non so neppure cosa farò e dove sarò tra 30 minuti posso mai sapere cosa posso fare a Capodanno?

Ma se nei mesi precedenti potevo in qualche modo blissare la domanda dicendo che poi ci saremmo organizzati, "ma si poi vediamo”, ora purtroppo devo dare una risposta concreta, ed onorare quest’ “obbligo” sociale, anche se, con rispetto parlando per la mia grevianza, mi ni stissi a casa ca tuta di due taglie più grandi... .

Ecco allora che negli anni, in base alle diverse esperienze, non ho potuto fare a meno di notare come alcuni schemi di organizzazione ricorrano e vorrei condividere il tutto con voi.

Il veglione
I preventivi e menù arrivano già dal 1 di novembre. Si va dalla cena in uno dei migliori ristoranti stellati alla degustazione di frittola, musso e calcagnolo nella bettola ru zu Tano, cambiando idea e location con la stessa velocità di un politico che deve scegliere il partito in cui militare.
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Tutto sembra essere bellissimo finchè non si scopre che si farà tristissima cena negli scantinati di un condominio, organizzazione "by me cucino", in perfetto stile Fantozzi.

La discoteca
Di solito la frase di esordio è “amunì picciotti…. st’ anno tutti a discoteca che spaccamo i balate!”. La voglia di sentirsi giovani c’è ancora, e poi si sa, si è vecchi solo se lo si vuole essere davvero.

E vuoi mettere far vedere a tutti sti ragazzini che si sentono toki come ci si diverte sul serio. Allora scelto il locale ti prepari tutto scintillante ca pari Totò Termini, entri nello disco e cominci a dare sfoggio delle tue doti da ballerino sentendoti come Tony Manero ma assomigliando in realtà più ad un tricheco spiaggiato.

Circa un paio di ore dopo siete tutti svenuti sui divanetti russando come boscaioli canadesi mentre attorno orde di millennials vi pigghiano pu culu mentre satariano, instancabili, a ritmo di musica.

La festa in casa
Solitamente la scelta più ovvia. Al pari di chi ospita il parentado a Natale la scelta della casa viene vissuta con attimi di panico e scongiuri. Nessuno si propone, eppure è chiaro che qualcuno deve pur immolarsi per il bene comune.

Chi ha animali in casa è già segnato dall’ amara sorte, “Vabbeh Giovà…. Tu hai a Rosario, il cane di mannara domestico, mica lo puoi lasciare solo la notte di Capodanno ca poi si scanta! Tutti ni tia!!”. Giovà annuisce ormai rassegnato chiedendosi perché mai quel giorno prese Rosario con se pur volendogli bene come un figlio!

Trovata la casa occorre organizzarsi per le vettovaglie. C’è chi si propone per i primi, chi organizza per i secondi chi invece penserà al beveraggio e spizzulio, salvo poi ritrovarsi con diverse ciotole del solito tabbouleh di verdura, diverse teglie di focaccia, pizza e sfincione ed una serie di panettoni e pandori di varie marche tutti provenienti dai vari pacchi dono aziendali.

Inizia finalmente il banchetto ma c’è sempre quello che intima il silenzio tombale alle ore 8 per ascoltare il discorso del presidente della Repubblica, mentre tu sei già ubriaco a munnizza dalle 6 del pomeriggio.

Così mentre il Capo di Stato parla ti ritrovi a straparlare di come il paese sia invivibile, di come era bello quando "mangiavano ma facevano anche mangiare" e come la perfezione sarebbe trasferirsi a Cuba a fumare sigari, bere rum ed ascoltare musica nei peggiori locali dell’Avana.

Ipotizzi pure di mollare tutto ed aprire un baretto sulla spiaggia.

Seguendo il countdown rigorosamente in Tv si arriva alla mezzanotte per stappare la bottiglia mentre il sonno già ni sta manciannu vivi.

La partenza
Assolutamente l’invidia di tutti. Progettano di staccare la spina il 22 dicembre e tornare dopo l’Epifania, perché, dai ragazzi, andiamo a passare le feste di natale in un bel posto caldo in spiaggia no?

Questo anche se in Sicilia ci sono 45 gradi all’ombra per tutto il periodo natalizio. Mi siddia pure a campari: mi annovero tra quest’ultimi…. fosse per me sarei sdivacato sul divano a imbottirmi di cartoni animati o serie TV con un panaro di patatine ed una botticella piena di birra!

Così ad oltranza fino ad entrare nel coma da sonno misto etilico misto appanzamento, addormentandomi sul divano con il classico rivoletto di bava che scende giù dall’angolo della bocca.

Non fate gli snob, so che almeno una volta nella vita lo avete desiderato tutti.

Ma vi è ancora una categoria di cui vorrei parlare, della quale purtroppo non riesco davvero a scrivere nulla anche di solo vagamente umoristico.

La testa di minchia che spara i botti a Capodanno: ma se hai piccioli che t’avanzano rammilli a mia no? Oppure compra altro vino per il cenone che non è mai abbastanza.

Esattamente quale profonda e complessa problematica ti porta e spendere piccioli, assai, in cose che esplodono e fanno rumore? Cosa ti spinge a fare a gara con le altre teste di minchia a chi ha il botto più grosso? Dovete compensare la mancanza di altro? Chi vi siccasseru i manu, aviti chiù coinna ri un panaro ri babbaluci.
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