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"Non mi parlare d'amore": i Tre Terzi in RealVideoclip

Il gruppo palermitano dei Tre Terzi spopola sul web con il RealVideoclip dell'inedito "Non mi parlare d'amore", realizzato in happening all'Università degli Studi di Palermo

  • 12 febbraio 2014

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La musica è stupore; intensità, espressione e cattura. Cattura di sguardi sorpresi e sorrisi accennati. La musica è conferma e rivelazione. Si racconta da sè, a fil di voce o urlando perchè è specchio dell'emozione; si lascia scivolare tra le dita e le corde di un basso, di una chitarra, tra le mani e due bacchette che di fatato hanno la passione.

Interrompendo la metodica routine di un gruppo di studenti della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Ateneo di Palermo, il gruppo autoctono dei "Tre Terzi" - da qualche anno protagonista della scena musicale cittadina con Claudio Terzo voce e chitarra, Ferdinando Moncada voce e chitarra, Nicola Liuzzo voce e batteria, Diego Tarantino voce e basso - trasforma una normalissima lezione di Linguistica Generale nel videoclip dell'inedito "Non mi parlare d'amore" per la regia di Pietro Vaglica.

Sguardi increduli e divertiti che si cercano quasi a voler capire se si tratti di uno scherzo. Ma è tutto reale: reale come la forza delle note; reale come le reazioni degli astanti.

«È il primo esempio italiano di RealVideoclip - spiega l'Art director Tiziano Di Cara - a metà tra una performance musicale e un happening che gioca sull'effetto sorpresa dei presenti, sfruttandone le reazioni di divertito stupore».

Inquadrata tra gli studenti ignari di tutto, anche l'attrice Giuditta Jesu, la donna a cui sono destinate parole sincere, parole che fanno male, come talvolta l'amore.

«Non mi parlare d'amore" - racconta Claudio Terzo, membro della band e autore del brano scritto a quattro mani con Carmelo Piraino - è una dichiarazione di "non amore" che va al passo con i tempi. Il mondo è pieno di coppie felici, solo in apparenza. L'urlo "basta" del ritornello è veritiero e la cornice "real" del videoclip lo esprime alla perfezione».

Il brano racconta, quindi, l'amarezza dietro una serenità ostentata ma non goduta; eppure è più che una semplice resa: è consapevolezza dell'assenza e bisogno di un amore sincero.

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