13 artisti uniti per la pace a Messina: l'esposizione in mostra a Palazzo Zanca
"13 artisti per la pace...No more"
"13 artisti della pace…No more", è il titolo della mostra "silenziosa" visitabile da lunedì 28 marzo sino al 21 giugno (da lunedì a venerdì, dalle ore 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30) a Palazzo Zanca, finalizzata a dare voce alla pace nel mondo e alla fratellanza di tutti i popoli.
Con questo obiettivo gli artisti, Giovanni Allio, Antonello Arena, Alessandra Lanese, Re, A. Bonanno Conti, Pippo Galipò, Alessandro Follo, Aurora Previti, Sabrina di Felice, Gimaka, Sadif, Svitlana Grebeniuk, Ma Lin e Roberta Dallara, attraverso le loro opere intendono manifestare contro la guerra in Ucraina illustrando la bellezza e quanto di positivo si riscontra nell’attuale mondo contrapponendoli ad ogni forma di violenza.
Pertanto, ogni artista con il proprio linguaggio e la propria tecnica dirà no alla guerra e a ogni forma di violenza e sì alla pace anche con l’esposizione di dipinti che riguardano l’amore e soprattutto la famiglia.
I tredici “Pittori della Pace” intendono sottolineare poi la resilienza di quei popoli che pur essendo esiliati, violentati, torturati e uccisi durante i conflitti hanno continuato in qualche modo a rappresentare una speranza per l’intera società, combattendo fino alla fine.
Con questo obiettivo gli artisti, Giovanni Allio, Antonello Arena, Alessandra Lanese, Re, A. Bonanno Conti, Pippo Galipò, Alessandro Follo, Aurora Previti, Sabrina di Felice, Gimaka, Sadif, Svitlana Grebeniuk, Ma Lin e Roberta Dallara, attraverso le loro opere intendono manifestare contro la guerra in Ucraina illustrando la bellezza e quanto di positivo si riscontra nell’attuale mondo contrapponendoli ad ogni forma di violenza.
Pertanto, ogni artista con il proprio linguaggio e la propria tecnica dirà no alla guerra e a ogni forma di violenza e sì alla pace anche con l’esposizione di dipinti che riguardano l’amore e soprattutto la famiglia.
I tredici “Pittori della Pace” intendono sottolineare poi la resilienza di quei popoli che pur essendo esiliati, violentati, torturati e uccisi durante i conflitti hanno continuato in qualche modo a rappresentare una speranza per l’intera società, combattendo fino alla fine.
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