A Palermo dopo il Leone d'Oro: una "Lezione Eretica" del duo artistico Rezzamastrella

Antonio Rezza e Flavia Mastrella
All'interno del padliglione 1 della Fiera del Mediterraneo (ingresso dal lato della Favorita) l'evento apre il ciclo di incontri e iniziative "Eretica" che mirano al confronto artistico e a sospingere gli spettatori/attori nel mettersi in gioco verso una ricerca teatrale sempre più radicale con uno sguardo rivolto, inevitabilmente, al nostro frammentato e pluridisciplinare contemporaneo.
"Antonio Rezza è l’artista che fonde totalmente, in un solo corpo, le due distinzioni di attore e performer, distinzioni che grazie a lui perdono ogni barriera, creando una modalità dello stare in scena unica, per estro e a tratti per pura, folle e lucida genialità. Flavia Mastrella è l’artista che crea habitat e spazi scenici che sono forme d’arte che a sua volta Rezza abita e devasta con la sua strepitosa adesione; spazi che abita e al tempo stesso scardina, spazi che diventano oggetti che ispirano vicende e prendono vita grazia alla forza performativa del corpo e della voce di Rezza. Da questo connubio sono nati spettacoli assolutamente innovativi dal punto di vista del linguaggio teatrale".
È questa la motivazione data dal Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia che ha permesso ad Antonio Rezza (Novara, 1965) e Flavia Mastrella (Anzio, 1960) di aggiudicarsi il Leone d’Oro alla carriera.
Il duo nasce nel 1987, e da allora hanno firmato e realizzato a quattro mani 13 spettacoli, scardinando e reinventato gli usuali codici del linguaggio teatrale.
Tra gli spettacoli più noti, ricordiamo "Pitecus", "Io", "Fotofinish" (leggi di più sullo spettacolo in scena al Biondo di Palermo), "Bahamuth" e cinque lungometraggi.
Il problema teatrale è fondamentalmente un problema di compresenza e relazione fra le coscienze di corpi viventi che agiscono e l’inconscio dell’essere lì, consapevolmente insieme, in certi luoghi, per cercare di vedere e riguardare realtà e reali che nascono e si esauriscono in determinate ritualità.
Una necessità patogena che ereticamente sfugge a ogni legge che regola l’essere individui inseriti in esperienze socio-culturali di vissuti d’intere comunità.
Il narrarsi e il narrare il proprio esistere sulle scene genera, di volta in volta, un microcosmo eretico che non tollera precetti, definizioni e canoni stilistici, ma che riesce a riproporre, sempre, infiniti dialoghi, infinite riflessioni e di conseguenza nuove dimensioni di “assoluta” e personalissima creatività.
Per chi prende parte all'evento è prevista una riduzione sul biglietto per lo spettacolo "Fotofinish" al Teatro Biondo.
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