A Sambuca di Sicilia la dimora privata dei baroni di un tempo: le visite alla scoperta di Palazzo Planeta
L'interno di Palazzo Planeta a Sambuca di Sicilia
Passeggiare nel borgo di Sambuca – eletto tra i più belli d’Italia – vuol dire ritrovare un vivere lento, fatto di chiacchiere, dolci, vini liquorosi che fermentano nelle pirrere scavate nel tufo, antichi palazzi nobiliari, e ancora, le torri, i forni, l’arabo Mazzallakkar, il teatro gioiello, la fondazione dedicata al pittore degli umili mestieri. "Le Vie dei Tesori", arriva a Sambuca per la sua prima edizione, nei tre weekend dal 13 al 29 settembre (leggi l'articolo di approfondimento).
Entrare a Palazzo Planeta vuol dire fermare il tempo. Perché la dimora dei Baroni di Santa Cecilia non è una semplice casa ma un complesso ingranaggio di memorabilia, ricordi, lettere, costumi, uniformi, srotolati lungo tutto un complesso di locali che si affacciano sui due cortili. Gli originali “granai” posti al primo piano della settecentesca fabbrica sono stati recuperati e trasformati in un’elegante dimora privata che nell’occasione del Festival sarà aperta alle visite, condotte dagli stessi proprietari.
In alcuni vani si conservano preziosi cimeli appartenuti a monsignor Diego Planeta, sambucese di nascita, arcivescovo di Brindisi e ultimo presidente dell’Apostolica Legazia, nata al tempo dei Normanni. Tra i pezzi più belli: una collezione di cappelli ottocenteschi da uomo, costumi femminile, molte uniformi. E un’originalissima “cappella da viaggio” di immancabile memoria gattopardiana.
A Sambuca sono 13 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 20 minuti e non è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 15 e il 29 settembre da Palermo a Sambuca, al costo di 15 euro.
Entrare a Palazzo Planeta vuol dire fermare il tempo. Perché la dimora dei Baroni di Santa Cecilia non è una semplice casa ma un complesso ingranaggio di memorabilia, ricordi, lettere, costumi, uniformi, srotolati lungo tutto un complesso di locali che si affacciano sui due cortili. Gli originali “granai” posti al primo piano della settecentesca fabbrica sono stati recuperati e trasformati in un’elegante dimora privata che nell’occasione del Festival sarà aperta alle visite, condotte dagli stessi proprietari.
In alcuni vani si conservano preziosi cimeli appartenuti a monsignor Diego Planeta, sambucese di nascita, arcivescovo di Brindisi e ultimo presidente dell’Apostolica Legazia, nata al tempo dei Normanni. Tra i pezzi più belli: una collezione di cappelli ottocenteschi da uomo, costumi femminile, molte uniformi. E un’originalissima “cappella da viaggio” di immancabile memoria gattopardiana.
A Sambuca sono 13 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 20 minuti e non è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 15 e il 29 settembre da Palermo a Sambuca, al costo di 15 euro.
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