A Villa Zito arriva l'opera di Gili Lavy: "Acreage" esplora il territorio e i falsi miti delle storie collettive
"Acreage", video installazione di Gili Lavy
Ultimo appuntamento con la rassegna della Fondazione Sicilia dal titolo "Intermezzo 2019", curata da Agata Polizzi, con l'artista Gili Lavy (Gerusalemme, 1987).
Attraverso l'installazione video multicanale "Acreage", Lavy esplora i vari significati con cui la terra viene codificata come territorio. Per indagare sul tema, il lavoro mette in scena le dinamiche di contesti sociali costruiti su storie collettive, e sulla percezione errata della realtà, di cui spesso sono cariche.
Ne consegue la messa in discussione di certezze granitiche che governano concetti esistenziali e credenze: bacini in cui in cui le realtà vengono spesso (e arbitrariamente) travasate.
Terra, dunque, che Gili Lavy interpreta come un vuoto, lasciando allo spettatore il compito di sopportare l'immobilità dello spazio, senza il senso di una condizione riconoscibile precisa o di un inizio o una fine coerenti.
L'artista lavora principalmente realizzando film artistici, che prendono la forma di grandi installazioni. Le sue opere esplorano costantemente il rapporto tra credenze, religione e identità, interrogandosi sull'effetto che il tempo e i rituali hanno nel creare e nel distruggere.
Gili Lavy lavora principalmente con installazioni scultoree e proiezioni video su larga scala. Ha recentemente completato la sua residenza alla Florence Trust London e possiede un master in Belle Arti (2016) dal Royal College of Art di Londra.
Premiata da The Clore Duffield Foundation Grant e dall'Arts Council England come exceptional talent, l'artista è stata recentemente invitata a esporre le sue opere al museo CICA della Corea del Sud, al Petach Tikva Museum of Art, al Whitechapel Gallery London e all'Art Basel Switzerland.
Le sue nuove opere sono state ospitate in moltissimi musei ed esposizioni. I suoi lavori sono stati acquisiti da collezioni internazionali, sia pubbliche che private, e archivi di musei contemporanei.
Attraverso l'installazione video multicanale "Acreage", Lavy esplora i vari significati con cui la terra viene codificata come territorio. Per indagare sul tema, il lavoro mette in scena le dinamiche di contesti sociali costruiti su storie collettive, e sulla percezione errata della realtà, di cui spesso sono cariche.
Ne consegue la messa in discussione di certezze granitiche che governano concetti esistenziali e credenze: bacini in cui in cui le realtà vengono spesso (e arbitrariamente) travasate.
Terra, dunque, che Gili Lavy interpreta come un vuoto, lasciando allo spettatore il compito di sopportare l'immobilità dello spazio, senza il senso di una condizione riconoscibile precisa o di un inizio o una fine coerenti.
L'artista lavora principalmente realizzando film artistici, che prendono la forma di grandi installazioni. Le sue opere esplorano costantemente il rapporto tra credenze, religione e identità, interrogandosi sull'effetto che il tempo e i rituali hanno nel creare e nel distruggere.
Gili Lavy lavora principalmente con installazioni scultoree e proiezioni video su larga scala. Ha recentemente completato la sua residenza alla Florence Trust London e possiede un master in Belle Arti (2016) dal Royal College of Art di Londra.
Premiata da The Clore Duffield Foundation Grant e dall'Arts Council England come exceptional talent, l'artista è stata recentemente invitata a esporre le sue opere al museo CICA della Corea del Sud, al Petach Tikva Museum of Art, al Whitechapel Gallery London e all'Art Basel Switzerland.
Le sue nuove opere sono state ospitate in moltissimi musei ed esposizioni. I suoi lavori sono stati acquisiti da collezioni internazionali, sia pubbliche che private, e archivi di musei contemporanei.
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